L’imperialismo è guerra! L’imperialismo è guerra per la spartizione del mondo e il controllo delle materie prime che semina morte e distruzione: questa affermazione scientifica si conferma ogni giorno, in un modo o nell’altro, in tutte le parti del mondo.
“Il legame tra Ucraina e Congo non è solo ideale” dice un articolo
dell’Avvenire del 26 gennaio scorso. “È noto che Kiev per anni ha esportato
grandi quantità di armi nei paesi della regione dei Grandi Laghi.”
C’è una guerra nella Repubblica democratica del Congo di cui
i mass media non parlano. Una guerra “che in trent'anni ha fatto almeno sei
milioni di morti … una tragedia africana alimentata da grandi interessi
occidentali, legati a minerali preziosi: oro e diamanti, ma anche il cobalto,
indispensabile per le batterie delle auto elettriche è il coltan per i circuiti
elettronici.”
“Minerali, ma anche legname e petrolio, eppure il 70% della popolazione è sotto la soglia di povertà, 1
su 3 soffre la fame, l'aspettativa di vita per gli uomini è di 59 anni … «Il Congo è ricco da morire, ma i congolesi stanno morendo per le loro ricchezze», spiega John Mpaliza, attivista per i diritti umani, alla conferenza stampa delle 107 Ong (tra cui Agesci, Libera, Comunità Giovanni XXIII, Pax Christi, Stop the war now, Rete pace disarmo, Tavola della pace, Cipsi, ordini missionari) nella sede della Federazione della stampa (Fnsi).”“E ulteriori interessi internazionali suscitano i giacimenti
petroliferi nel Parco dei Virunga, patrimonio dell'umanità. Per ora bloccati
dall'Unesco.”
Una guerra che oltre ai morti vede più di un milione di
profughi “fuggiti all'estero, 5 milioni e mezzo gli sfollati interni,
mezzo milione i profughi in Congo dai paesi vicini” e sulla quale 107 Ong
hanno chiesto ai mass media, con una lettera, di puntare i riflettori! Mezzi di
comunicazioni di massa che invece continuano a non interessarsene affatto! Questo
“embargo di notizie” come lo chiama Mpaliza, questo silenzio “conviene a chi ha
interessi in Congo: Stati Uniti, Europa, Cina e vicini come Ruanda e Uganda,
come dimostrato da rapporti ufficiali”.
Questa guerra in corso in Congo legata al saccheggio minerario
crea il caos e “il caos alimenta il business” dice Pierre Kabeza, ex
sindacalista e profugo.
Il silenzio interessato dei media dei paesi imperialisti copre
anche le timide richieste delle Ong e degli attivisti, come “la revisione del Regolamento
Ue 2017/821 sulla tracciabilità dei minerali”, che gli stessi attivisti
considerano «di difficile applicazione», regolamento che tra l’altro “non
include il cobalto”. Altre richieste rimaste senza risposta: “dare seguito
al rapporto Mapping dell'Onu su 617 crimini tra 1993 e 2003; istituire
un Tribunale penale internazionale e una Commissione verità e conciliazione.”
Quest’altra guerra per procura viene alimentata
costantemente come ricorda “Micheline Mwendike, scrittrice e attivista
congolese: “l'Unione europea grazie al meccanismo European defence
facility, il 1° dicembre 2022 ha investito 20 milioni di euro
per sostenere proprio l’esercito ruandese per «attrezzature e trasporto aereo»
in funzione di «lotta contro il terrorismo».” E questo è lo stesso meccanismo,
per ritornare al legame tra Ucraina e Congo, che l'Ue sta usando per inviare
armi in Ucraina.”
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