sabato 4 marzo 2023

pc 4 marzo - Oggi manifestazione antifascista a Firenze - intanto da Torino 'contro la deriva fascista'


Parte da Torino la mobilitazione contro la 'deriva fascista' dell'Italia: “Dobbiamo reagire”

A lanciarla diverse personalità della società civile come Livio Pepino, Gastone e Amedeo Cottino, Marco Revelli, Maria Chiara Acciarini e Alessandra Algostino

All'armi, son fascisti! Torino reagisce”: è questo lo slogan scelto per la mobilitazione contro la 'deriva fascista' dell'Italia, lanciata da diverse personalità della società civile cittadina come il magistrato Livio Pepino,il giurista e partigiano Gastone Cottino, i sociologi Marco Revelli e Amedeo Cottino, la docente e politica Maria Chiara Acciarini e la giurista Alessandra Algostino.

L'assemblea pubblica

La prima tappa prevede un'assemblea pubblica in programma lunedì 6 marzo, alle 20.30, presso la Fabbrica delle E in corso Trapani 91/b: “Vogliamo - spiega Pepino – riflettere sulla situazione attuale, dal basso, con l'obiettivo di mettere in campo una reazione esplicita in grado di uscire dalle solite celebrazioni ingessate. L'assemblea sarà il punto di partenza di un percorso che dovrà portarci a costruire l'opposizione a un rinascente fascismo prima e dopo il 25 aprile; al momento abbiamo già ricevuto l'adesione del presidente dell'ANPI provinciale Nino Boeti, del presidente dell'ARCI regionale Andrea Polacchi, del segretario provinciale della FIOM Edi Lazzi, di diversi collettivi universitari e di attivisti di Fridays for Future ed Extinction Rebellion”.

Tra politica e 25 aprile

A definire i contorni politici della mobilitazione, che richiama direttamente le responsabilità dell'attuale Governo guidato da Giorgia Meloni, è invece Gastone Cottino: “Stiamo affrontando -

sottolinea – due tipologie di fascismo: una strisciante e insidiosissima, l'altra manifesta. Basti pensare alle parole dei ministri Piantedosi e Valditara sui migranti morti in mare a Crotone e sugli attacchi squadristi agli studenti a Firenze. Per questo, dobbiamo risvegliare le coscienze degli italiani, spesso rinunciatarie e in parte complici, con grande determinazione e mobilitando più forze possibili. Non si tratta di un antifascismo di facciata ma un tentativo di ritornare alla lotta per i diritti sociali e civili; la strada è difficile ma non impossibile”.

Lo sguardo è anche rivolto agli imminenti festeggiamenti per il 25 aprile: “Crediamo – ammette Revelli citando, tra gli altri, anche il padre Nuto – che la partecipazione di membri di questo Governo alle celebrazioni dell'anniversario della Liberazione rappresenti un oltraggio a chi ha dato tutto se stesso per combattere un nemico che fa parte della loro memoria e che non deve essere riabilitato in alcun modo”.

Una “sveglia” per il centrosinistra

Sullo sfondo, c'è anche una critica aspra ad un centrosinistra incapace di contrastare questa situazione: “L'opposizione - chiosa ancora Pepino – fino a questo momento è stata decisamente insufficiente; l'insofferenza verso questo immobilismo è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di reagire”.

L'esempio della scuola

Uno degli esempi citati maggiormente è quello della scuola: “Anche se le parole di Valditara - dichiara Acciarini – sono state meno crudeli rispetto a quelle di Piantedosi, non vuol dire che siano state meno gravi. Chiudere i ragazzi in una vera e propria bolla, senza la possibilità di discutere dei temi politici, ci farà tornare indietro mettendo a repentaglio il futuro; al contrario, occorre fornire strumenti per il confronto”.

Nessun commento:

Posta un commento