Parte da Torino la mobilitazione contro la 'deriva fascista' dell'Italia: “Dobbiamo reagire”
A lanciarla diverse personalità della società
civile come Livio Pepino, Gastone e Amedeo Cottino, Marco Revelli, Maria
Chiara Acciarini e Alessandra Algostino
“All'armi, son fascisti! Torino reagisce”: è questo lo slogan scelto per la mobilitazione contro la 'deriva fascista' dell'Italia, lanciata da diverse personalità della società civile cittadina come il magistrato Livio Pepino,il giurista e partigiano Gastone Cottino, i sociologi Marco Revelli e Amedeo Cottino, la docente e politica Maria Chiara Acciarini e la giurista Alessandra Algostino.
L'assemblea pubblica
La prima tappa prevede un'assemblea pubblica in programma lunedì 6 marzo, alle 20.30, presso la Fabbrica delle E in corso Trapani 91/b: “Vogliamo - spiega Pepino – riflettere
sulla situazione attuale, dal basso, con l'obiettivo di mettere in
campo una reazione esplicita in grado di uscire dalle solite
celebrazioni ingessate. L'assemblea sarà il punto di partenza di un
percorso che dovrà portarci a costruire l'opposizione a un rinascente
fascismo prima e dopo il 25 aprile; al momento abbiamo già ricevuto
l'adesione del presidente dell'ANPI provinciale Nino Boeti, del
presidente dell'ARCI regionale Andrea Polacchi, del segretario
provinciale della FIOM Edi Lazzi, di diversi collettivi universitari e
di attivisti di Fridays for Future ed Extinction Rebellion”.
Tra politica e 25 aprile
A definire i contorni politici della mobilitazione, che richiama direttamente le responsabilità dell'attuale Governo guidato da Giorgia Meloni, è invece Gastone Cottino: “Stiamo affrontando -
sottolinea – due tipologie di fascismo: una strisciante e insidiosissima, l'altra manifesta. Basti pensare alle parole dei ministri Piantedosi e Valditara sui migranti morti in mare a Crotone e sugli attacchi squadristi agli studenti a Firenze. Per questo, dobbiamo risvegliare le coscienze degli italiani, spesso rinunciatarie e in parte complici, con grande determinazione e mobilitando più forze possibili. Non si tratta di un antifascismo di facciata ma un tentativo di ritornare alla lotta per i diritti sociali e civili; la strada è difficile ma non impossibile”.Lo sguardo è anche rivolto agli imminenti festeggiamenti per il 25 aprile: “Crediamo – ammette Revelli citando, tra gli altri, anche il padre Nuto – che
la partecipazione di membri di questo Governo alle celebrazioni
dell'anniversario della Liberazione rappresenti un oltraggio a chi ha
dato tutto se stesso per combattere un nemico che fa parte della loro
memoria e che non deve essere riabilitato in alcun modo”.
Una “sveglia” per il centrosinistra
Sullo sfondo, c'è anche una critica aspra ad un centrosinistra incapace di contrastare questa situazione: “L'opposizione - chiosa ancora Pepino – fino a questo momento è stata decisamente insufficiente; l'insofferenza verso questo immobilismo è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di reagire”.
L'esempio della scuola
Uno degli esempi citati maggiormente è quello della scuola: “Anche se le parole di Valditara - dichiara Acciarini – sono state meno crudeli rispetto a quelle di Piantedosi, non vuol dire che siano state meno gravi. Chiudere i ragazzi in una vera e propria bolla, senza la possibilità di discutere dei temi politici, ci farà tornare indietro mettendo a repentaglio il futuro; al contrario, occorre fornire strumenti per il confronto”.
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