giovedì 2 marzo 2023

pc 2 marzo - L'"atlantismo" del governo Meloni (prima con Draghi ed il PD) spinge il fascio-imperialismo che serve alla borghesia imperialista italiana

Il governo guerrafondaio Meloni e il suo "atlantismo" ha trovato la strada spianata dal governo Draghi in particolare dal PD con l'ex ministro Guerrini. Oggi i rapporti Italia-NATO/USA significano aumento spese militari, armi all'Ucraina (la stima è di 800 milioni, votate anche dalla neo segretaria PD, Schlein), espansionismo italiano dal Mediterraneo all'Indo-Pacifico.

“I rapporti tra Italia e USA rivestono un’alta rilevanza strategica. L’attuale quadro generale di sicurezza, inoltre, richiede oggi più che mai saldi rapporti bilaterali”. Così il ministro Crosetto incontrando il generale Milley, capo di stato maggiore delle forze armate americane.

da wired

Nell’autunno del 2022 sui banchi di Camera e Senato arriva la bozza di un nuovo progetto del ministero della Difesa. Riguarda droni capaci di raggiungere la stratosfera. Nel rapporto ci sono alcuni dettagli sul futuro drone (per esempio, servirà per scopi di intelligence, controllo dei confini e raccolta di dati

meteo) e molti meno su chi se ne occuperà (l’industria nazionale, ok, ma chi?) e dove. E poi ci sono le stime dei soldi necessari. Il tasto dolente. Almeno 20 milioni, pur mettendo già nero su bianco che nei 13 anni di durata del programma (2022-2034) ne costerà almeno il doppio: 55 milioni di euro.

I droni sono una delle tecnologie più foraggiate dal dicastero ora guidato da Guido Crosetto, fondatore con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, ma affidato a Lorenzo Guerini del Partito democratico ai tempi dell’ultimo documento programmatico di spesa, 2022-24.

Le spese militari dell'Italia sono in crescita. “Nel 2019 ai sistemi d’arma era stato dedicato un budget di 5 miliardi di euro, che nel 2023 è passato a più di 8”, commenta a Wired Francesco Vignarca, portavoce dell’Osservatorio Milex, centro di ricerca che da anni studia gli investimenti nazionali in spesa bellica. Quest'anno l’aumento della spesa militare nazionale è di 800 milioni di euro. Un dato ancora incompleto, perché non sono stati presentati gli stati di previsione. “La spesa di bilancio non è definitiva. Il governo Meloni ha solamente dato l’ok a quanto già previsto negli scorsi anni”, dice Vignarca.

I finanziamenti alla difesa, che nel 2022 hanno gravato sul bilancio totale dello stato per il 3,6%, sono in aumento costante dal 2018. Da 20 miliardi di euro si è arrivati allo scorso anno a quasi 25, senza contare le risorse che arrivano indirettamente dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Economia e delle finanze. A fare da volano per maggiori investimenti è stata anche la guerra in Ucraina. “Se l’obiettivo del governo è aumentare le spese militari in poco tempo l’unico modo è comprare armi” commenta Vignarca, aggiungendo come “altre linee di intervento hanno effetto soprattutto sul lungo periodo”. Nel 2014 l’Italia ha preso uno specifico accordo con la Nato: alzare l’incidenza della spesa militare sul pil al 2%. Un impegno che non è mai stato realizzato, così come negli altri paesi europei. Ma Vignarca non è ottimista: “Ci aspettiamo che con la legge di bilancio del prossimo anno saranno intraprese scelte più strutturali, che probabilmente andranno ad aumentare ancora di più le spese militari già alte”.

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