Migranti. Naufragio a Crotone, è strage con tanti bambini
Le lacrime rigano il loro volto mentre stanno in silenzio. Piangono senza proferire parola, i superstiti del naufragio avvenuto all'alba davanti alla costa ionica calabrese, all'altezza di Steccato di Cutro, a venti chilometri da Crotone. Finora, i corpi recuperati dal mare sono 60, insieme a 80 sopravvissuti. Ventuno sono stati portati nell'ospedale civico di Crotone, un'altra sessantina nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Hanno tolto i vestiti bagnati e siedono, avvolti in coperte, con lo sguardo fisso nel vuoto, affratellati da un dolore muto e dalla disperazione. Fra loro c'è una donna col naso fratturato, che continua a pronunciare il nome del figlio, che non ha più ha trovato accanto a sé nei tragici momenti in cui l'imbarcazione - un vecchio e marcio "caicco" di legno, proveniente dalla Turchia - si è frantumata, quasi implodendo, di fronte alla furia delle onde e alle punte aguzze degli scogli. Dall'alba sulla spiaggia, accanto ad assi e fasciame dell'imbarcazione spezzata in due dalle onde, si sono accumulati i cadaveri, coperti da teli bianchi. Fra loro molti bambini, forse una ventina, compresi due gemellini e un neonato. A bordo c'era un numero presunto di 150-180 persone, in gran parte di origine pakistana, afghana, turca e somala. "Quando siamo arrivati sul punto del naufragio abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque, E abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto. Aveva 7 anni", racconta Laura De Paoli, medico che opera per la Fondazione Cisom Cavalieri di Malta a supporto della Guardia costiera per gli interventi di soccorso in mare. "Sono caduti in acqua a 150 metri dalla riva" quando, "probabilmente, l'imbarcazione ha colpito uno scoglio" sommerso, dicono i volontari di Medici Senza Frontiere che per primi hanno raccolto le testimonianze dei sopravvissuti. I corpi erano coperti da lenzuola bianche, ho potuto vedere il corpo senza vita di un ragazzino che avrà avuto circa 10 anni".
"Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate", fa sapere il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che in serata è giunto in Calabria per partecipare a un vertice nella prefettura di Crotone. "E' una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell'immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive - considera ancora il ministro -. Resta fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi". Giorgia Meloni, in una nota esterna "il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini", ritenendo "criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse" e "disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del 'biglietto' da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro". Il governo è impegnato "a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli stati di partenza e di provenienza - conclude la nota.
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