Avevamo detto nell'ultima Formazione operaia del 23 febbraio, in cui abbiamo ripreso alcune citazioni di Lenin del testo: Il socialismo e la guerra, che le avremmo commentati nel prossimo appuntamento, ed è questo che cominceremo a fare ora, guardando alla guerra inter imperialista in corso in Ucraina.
Il regime di Zelensky è il regime dei grandi capitalisti ucraini e dell’oligarchia finanziaria che aspira ad essere parte dell’Europa imperialista ed è alleata e in prima linea dei piani di guerra dell’imperialismo Usa/Nato.
In questo senso la “difesa della patria” di cui parla Zelensky è stata, è e sarebbe l’oppressione e lo sfruttamento degli operai e delle masse popolari e il pieno dominio in Ucraina delle multinazionali Usa/Europa.
Per questo tutti coloro che portano avanti argomentazioni di destra, che qui coincidono in particolare anche con il sostegno alla componente nazista delle forze militari ucraine; e argomentazioni di “sinistra”, nascondono e mettono il silenziatore alla lotta di classe in Ucraina e approvano ogni tipo di armamenti che l’esercito ucraino riceve dagli imperialisti e sono il punto di forza della cosiddetta “resistenza”, peraltro sempre più addestrata e guidata anche direttamente dalla forze armate Usa/Nato.
L’andamento della guerra sta dimostrando appunto questo, da qualunque lato esso si veda.
Ma non siamo ai tempi dello zar. Siamo ai tempi della post restaurazione capitalista in Russia che ha portato al potere prima un regime socialimperialista e socialfascista all’interno, poi un regime capitalista dominato dai grandi capitalisti e dall’oligarchia finanziaria con una dittatura all’interno espressione di queste classi dominanti, ora rappresentate in forma maggioritaria da Putin.
In questo senso l’invasione russa è un’azione militare “difensiva”. Ciò ha portato ad uno scenario classico che correttamente è analizzato da Lenin negli scritti sulla guerra che stiamo trattando.
Chi può negare, quindi, che si tratta di una “guerra tra banditi”? Chi lo nega nel campo dei comunisti assume, che lo voglia o no, un carattere simile ai partiti falso socialisti, falso comunisti che al tempo di guerra sono il bersaglio dello scritto di Lenin.
Cosa fa chi sostiene l’Ucraina di Zelensky se non “giustificare e mettere in buona luce i governi e le borghesie di uno dei gruppi di potenze belligeranti” (Lenin). O sono del tipo di quei socialisti di tutte le potenze belligeranti che riconoscono - chi all’Ucraina, chi alla Russia considerata non imperialista - lo stesso diritto di "difendere la patria”.
Quindi i comunisti di oggi sono con Lenin solo se sostenitori della rivoluzione proletaria e della guerra civile in tutti gli attuali paesi belligeranti, sia direttamente sia indirettamente, come è il caso dell’Italia imperialista finora.
Quindi, qual’è il compito che ci indica Lenin? Quello che fa riferimento al “Manifesto di Basilea” (fissare) “proprio per questa guerra la tattica della lotta rivoluzionaria degli operai su scala internazionale contro i propri governi, la tattica della rivoluzione proletaria”. “Sfruttare la crisi economica e politica che ne deriva per affrettare l’eliminazione del dominio di classe capitalista. Sfruttare le difficoltà che la guerra crea ai governi e l’indignazione delle masse (non siamo in realtà ad una vera indignazione delle masse sia nello scenario diretto di Ucraina e Russia sia all’interno di tutti i paesi attualmente belligeranti direttamente o indirettamente, ma sicuramente – e anche i loro stessi sondaggi lo misurano - la maggioranza dei proletari e delle masse popolari è contro la guerra in generale e questa guerra in particolare) ai fini della rivoluzione socialista"
In realta' si tratta - dice Lenin - "di aperto tradimento del socialismo e di opportunismo" a cui Lenin ricorda alla fine del passo dello scritto che la posizione di Marx è una sola: "gli operai non hanno patria" e che "questa è l'epoca della rivoluzione socialista".
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