Da La Stampa
È di otto punti il decreto legge all'esame del Consiglio dei ministri a Cutro.
E’ prevista quota preferenziale per Paesi che promuovono campagne mediatiche sui “rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari”. L’idea è quella di far preparare alla RAI un video con immagini pesanti ad effetto da proporre ai Paesi che vorranno collaborare.
2. Semplificazioni nel rilascio al nulla osta al lavoro. Si prevede che, se la Questura non ha segnalato elementi ostativi entro 60 giorni dal click day, il nulla osta può essere rilasciato. I controlli di solvibilità
del datore del lavoro sono demandati a consulenti del lavoro o ad associazioni di categoria. Sono semplificazioni già applicate ai decreti flussi 2021 (Governo Draghi) e 2022 (Governo Meloni), che sono ora messe a regime. L’unica differenza è l’allungamento da 30 a 60 giorni del termine a disposizione della Questura (dà maggiore garanzia sul piano della sicurezza).3. Esenzione dalle quote per formati all’estero e per la conversione di permessi di studio in permessi di lavoro. E’ un’apertura a un canale importante di ingresso regolare in Italia che va incentivato (personale selezionato e formato all’estero per uno specifico lavoro in Italia; studenti che hanno completato un percorso di studi in Italia).
4. Prolungamento da 2 a 3 anni della validità del primo rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro autonomo, subordinato e ricongiungimento familiare. La misura è motivata da ragioni pratiche: sgravare le questure da pratiche routinarie e semplificare gli oneri per gli stranieri residenti in Italia.
5. Ingresso di lavoratori agricoli e contrasto alle agromafie. Si prevede uno “scorrimento” delle graduatorie del decreto flussi 2022, nel senso che le domande di lavoratori stranieri eccedenti le quote di quel decreto in ambito agricolo sono soddisfatte con priorità attingendo alle quote del decreto successivo. In altri termini, nel settore agricolo, i datori di lavoro non dovranno rifare domanda nel nuovo “click day”.
6. Possibilità di commissariare i centri per migranti in caso di mala gestione
7. Sanzioni penali contro i trafficanti. Si prevede
- innalzamento di un anno delle pene minime e massime per i reati connessi all’immigrazione clandestina già esistenti (ipotesi base del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina avrà una pena compresa tra un minimo di 2 e un massimo di 6 anni; l’ipotesi aggravata, per fini di guadagno o in caso di ingresso di più persone, avrà una pena da 6 a 16 anni);
- introduzione di un nuovo reato (Morte o lesione come conseguenza dei reati di immigrazione clandestina), punito con reclusione da 20 a 30 anni in caso di morte di più persone o di morte di una persona e lesioni di una o più persone come conseguenza di trasporti di persone organizzati in violazione delle disposizioni sull’immigrazione; la pena da 15 a 24 anni in caso di morte di 1 persona; la pena da 10 a 20 anni in caso di lesioni gravi o gravissime a una o più persone. Lo schema è modellato sul sequestro di persona (che prevede pene di gravità comparabile quando da esso consegua la morte).
8. Disposizioni in materia di ricorsi sulla protezione internazionale. Sono norme di dettaglio ispirate da esigenze pratiche (si precisa che l’allungamento dei termini per chi sta in Paesi extra UE si applica non solo a chi risiede in un Paese extra UE, ma anche a chi semplicemente vi si trovi; si elimina l’obbligo della convalida dell’espulsione da parte del giudice di pace, quando l’espulsione è stata pronunciata da un giudice per esempio a seguito di una condanna penale; si elimina ,in caso di espulsione, l’obbligo di dare avviso che, se l’interessato non si allontana volontariamente nei 15 giorni successivi, potrà essere allontanato coattivamente).
9. Accelerazione degli appalti per la realizzazione di centri di permanenza per i rimpatri
10. Potenziamento della sorveglianza marittima. La Difesa ha proposto una norma, che prevede la condivisione delle informazioni sulla situazione marittima (definite e aggiornate dalla Marina militare) e l’estensione dei compiti della Marina militare al controllo della pesca in acque territoriali e nella zona contigua. Infrastrutture e Agricoltura hanno espresso contrarietà (le norme attribuiscono alla Marina militare compiti ora attribuiti alla Guardia costiera). Il Ministero dell’interno ha formulato una generale riserva politica.
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