Da Contropiano
Roma. Netanyahu non sei il benvenuto
Mentre era in corso la manifestazione ai bordi di Piazza Venezia, il corteo di macchine di Netanyahu ha lambito la piazza per dirigersi alle sedi istituzionali. Le bandiere palestinesi che sventolavano non possono essere sfuggite allo staff e alla scorta del premier israeliano in visita in Italia.
Nel pomeriggio di ieri centinaia di palestinesi e attiviste/i solidali con la Palestina hanno dato così dimostrazione pubblica di come Netanyahu non sia affatto benvenuto nel nostro paese. Nella notte decine di striscioni erano apparsi in diversi punti della città (alcuni scritti anche in ebraico) per ribadire lo stesso concetto.
Oggi pomeriggio anche una parte della comunità ebraica manifesterà contro la visita di Netanyahu in sintonia con le manifestazioni che da settimane animano le strade delle città israeliane e che hanno anche cercato di impedire la partenza di Netanyahu dall’aeroporto di Tel Aviv. La lotta per la democrazia è importante, anche in Israele, ma riesce difficile comprendere come non riesca a sintonizzarsi con quella contro l’oppressione di un altro popolo. Democrazia e oppressione coloniale sono in antagonismo e non certo compatibili tra loro.
Il governo italiano invece oggi riceverà in pompa magna uno dei maggiori responsabili del passato e del presente dell’oppressione e della brutalità del popolo palestinese.
L’Italia dal 2003 ha un accordo di cooperazione militare con Israele che viene rinnovato ogni cinque
anni e lo sarà con tutta certezza anche oggi. In base a quell’accordo, la collaborazione militare e tecnologica con uno Stato che opprime un popolo sulla sua terra va avanti in barba a qualsiasi principio sui diritti umani e sul diritto internazionale imbracciato invece come scudo per inviare armi in Ucraina e portare l’Italia in guerra.Ma la questione palestinese –la “ferita palestinese” – è ancora tutta aperta grazie alla nuova fase della resistenza messa in campo a tutti i livelli dai palestinesi e soprattutto dalle nuove generazioni.
L’Italia, venendo meno alla propria storia e ipotecando la propria politica estera nel Mediterraneo, da troppi anni è complice politica, diplomatica e militare della mattanza e della negazione della causa palestinese. Le persone scese in piazza ieri a Roma lo hanno ribadito chiaro e forte: “Non in nostro nome. Palestina libera!”
Nessun commento:
Posta un commento