mercoledì 30 giugno 2021

pc 30 giugno - Genova. 30 giugno 1960 – 30 giugno 2021: la Resistenza continua! Mantenere alta la memoria storica al servizio del presente

 Tambroni è ormai un nome sconosciuto ai più. Al politico democristiano, salito agli onori delle cronache l’estate di più di sessanta anni fa e caduto ben presto in disgrazia, è legata direttamente una delle pagine più belle del riscatto popolare della nostra città. L’esponente marchigiano dello “Scudocrociato” era al capo di un futile governo monocolore della DC, con l’appoggio dell’allora Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, formazione che più di ogni altra raccolse l’eredità politica mussoliniana e “repubblichina”. Quel tentativo di restaurazione clerico-fascista, benedetto dal “Partito Americano” e dalle gerarchie vaticane, non andò in porto perché prima Genova e poi tutta l’Italia insorsero. Fu il Luglio ’60 in cui vecchi partigiani, giovani con le magliette a strisce, ed i migliori figli e figlie della classe operaia che avevano fatto la Resistenza fecero cadere quel progetto di torsione autoritaria e vendetta padronale. Iniziò tutto a Genova dove era previsto un Congresso, che alla fine non si tenne grazie alla mobilitazione popolare, proprio del Movimento Sociale Italiano, dove avrebbero preso la parola personaggi del calibro di Basile, un gerarca fascista responsabile – tra l’altro – della deportazione, per rappresaglia, di migliaia di operai genovesi nelle fabbriche in Germania dell’Occupante nazista. La loro colpa? Avere scioperato.

La storia, ieri come oggi non è mai stata scritta “in anticipo” dai macchinosi piani dei potenti, quando un popolo alza la testa ed usa ogni mezzo necessario per contrastarne il corso che alcuni vorrebbero

darle. A distanza di sessant’anni le cose non sono cambiate più di tanto. Oggi abbiamo un ex banchiere della BCE a capo del governo, messo su dalle oligarchie europee e dal “Partito Americano”, retto grazie ad una formazione come la Lega che è uno dei referenti politici della galassia neo-fascista, e la “finta opposizione” di Fratelli d’Italia. Ne sappiamo qualcosa a Genova ed in Liguria dove ormai i neo-fascisti sono l’ago della bilancia per alcune scelte prese dalla giunta di Bucci ed il Governo della Regione in mano a Toti: forti coi deboli, e deboli con i forti, e smaccatamente reazionari. Il combinato disposto di politiche neo-liberiste e oscurantiste, in questa falsa ripresa della normalità ha già mostrato il suo volto fatto di morti sul lavoro, stragi per il profitto, futura libertà di licenziamenti e mano libera agli interessi mafiosi nella filiera degli appalti. Chi in nuce può contrastare dell’establishment politico ed economico deve essere criminalizzato, gli si deve fare terra bruciata attorno, e messo in condizione di non nuocere al manovratore. Lo testimoniano i processi, le denunce e le inchieste con cui vorrebbero ridurre al silenzio chi a Genova in questi anni non ha mai smesso di essere dalla parte giusta della barricata e non ha accettato la falsa opposizione di PD e M5S a livello locale. Una scure repressiva che colpisce in particolare gli e le antifasciste. Per questo per noi il 30 giugno 1960 non è una ricorrenza, ma una “ascia di guerra” che dissotterriamo volentieri contro i poteri forti che portano avanti una politica di “lacrime e sangue” ostile alle classi subalterne, e il loro modello di società razzista, xenofoba, e sessista.

Per questi motivi il 30 giugno di quest’anno scenderemo nuovamente nelle strade!

IERI CONTRO IL GOVERNO TAMBRONI, OGGI CONTRO IL GOVERNO DRAGHI, LA RESISTENZA CONTINUA

 ma anche contro il revisionismo

"L’antifascismo non è una passeggiata": polemiche sui cortei del 30 giugno

La reazione di ‘Genova Antifascista’ all’evento analogo ideato da Anpi e Cgil, domani, lo stesso giorno in cui si svolge la manifestazione ‘La resistenza continua’, anniversario dei ‘Fatti di Genova del 30 giugno 1960’, che il gruppo ha da tempo organizzato.

L’antifascismo non è una passeggiata’. ‘Genova Antifascista’ scende in piazza Alimonda, domani, 30 giugno, alle 18, per manifestare nell’anniversario dei ‘Fatti di Genova del 30 giugno 1960’ e gli scontri seguiti al corteo indetto dalla Camera del Lavoro appoggiato dall’opposizione di sinistra per protestare contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano. Il corteo de ‘La resistenza continua!’ si riunisce e parte dal Municipio VIII Medio Levante poi si snoda, per congiungersi alle 19 in pieno centro, in piazza De Ferrari, per l’assemblea pubblica: “Ieri contro il governo Tambroni, oggi contro Draghi. La resistenza continua”.

Poi, la notizia di un evento correlato, a cura di Anpi e Cgil, e la reazione immediata: “L’antifascismo non è una passeggiata. Apprendiamo dai social che l’Anpi e la Cgil ricorderanno il 30 giugno del 1960 con un corteo. Il fatto in sé non ci stupisce, anzi ci fa sorridere, ma di un riso amaro. In un mondo ideale se un’associazione nazionale fondata dai partigiani che hanno combattuto con armi in mano il nazifascismo e l’organizzazione sindacale più antica d’Italia, nata in nome dell’unione di tutti i lavoratori e della lotta antifascista, lanciassero un’iniziativa per commemorare i fatti accaduti a Genova nel 1960, quando gli antifascisti scesero in strada in modo determinato - qualche celerino finì nella fontana e qualche camionetta venne incendiata, parecchie pietre furono lanciate, insomma non fu certo una sfilata di gala - e diedero inizio ad un’ondata di proteste che portò alla caduta del governo Tambroni, non ci sarebbe nulla di strano, nulla per cui sorridere. Noi, però, purtroppo, non viviamo in un mondo ideale, ma in questa bizzarra contemporaneità, nella quale a una destra istituzionale sempre più estrema che non ha paura di appoggiare le organizzazioni radicali, si contrappone una sinistra istituzionale sempre più centrista e ambigua, che fa affari con i grandi capitali e soprattutto non perde occasione per condannare le dichiarazioni e gli atti dei e delle militanti che combattono il fascismo nelle strade costringendo troppo spesso i movimenti e le lotte alla criminalizzazione e alla marginalità. Se solo ci limitiamo a ciò che accade a livello cittadino le due associazioni non perdono occasione per condividere strade e palchi con le istituzioni, le quali non fanno mistero delle reciproche simpatie con l’estrema destra nostrana e lo dimostrano con ordinanze sempre più securitarie e liberticide”. E ancora: “Dov’erano quelle stesse associazioni quando in piazza Corvetto, gli e le antifasciste cercarono con ogni mezzo necessario di impedire il comizio di Casapound? Dov’erano quando 56 di quegli e quelle stesse militanti venivano denunciate? Dov’erano quando gli e le antifasciste manifestavano in via Serra contro i fascisti di Lealtà Azione, ottenendo peraltro la chiusura della sede? Dov’erano quando lo scorso maggio centinaia di fascisti accorsi dal nord Italia riempirono piazza Palermo per commemorare il picchiatore Venturini? Le strade sono di chi le vive nelle lotte”.

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