Dallo sciopero della logistica del 18 alla manifestazione di ieri a Novara… una importante settimana di lotta nazionale
Comunicato del Sicobas
Una settimana di mobilitazione
straordinaria – SI Cobas
Postato il giugno 26, 2021 di prosso15
UNA SETTIMANA DI MOBILITAZIONE STRAORDINARIA.
LA RABBIA PER LA MORTE DI ADIL PUÒ E DEVE
ESSERE LA SCINTILLA DI UN MOVIMENTO DI MASSA CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL MOTORE
DELLA RISCOSSA OPERAIA!
In questi giorni abbiamo assistito a una
vera e propria valanga di iniziative di lotta nel ricordo di Adil.
Dopo il grande corteo di sabato a Roma,
le iniziative di lotta si sono moltiplicate ovunque.
L’elenco delle aziende e dei posti di
lavoro che hanno scioperato contro l’assassinio del nostro compagno è
sterminato.
Hanno iniziato da lunedì e martedì le
aziende metalmeccaniche: Stellantis, Ferrari, Maserati, CNH, Bosch, Titan, GKN,
Italtractor, Elettrolux, Piaggio, Dalmine, Pasotti, Rodel, Manitou Italia e
tante, tante altre.
Un segnale importantissimo è arrivato dagli operai Whirlpool, i quali durante il presidio di protesta al Mise contro la chiusura dello stabilimento di Napoli, hanno intonato cori di solidarietà per Adil. Uno
scenario analogo a quello visto al corteo dei cassintegrati ex-Ilva di Cornigliano, che dopo aver applaudito lo striscione in ricordo del nostro compagno, hanno protestato duramente fuori alle sedi di Regione e Prefettura contro la proroga ad oltranza della Cigs nell’acciaieria genovese.E poi, ovviamente, la logistica, con una
settimana di mobilitazione praticamente senza sosta: dalla Lidl di Biandrate,
luogo dell’assassinio di Adil, in cui il picchetto è proseguito fino a
mercoledì ed è terminato solo dopo la firma alla Prefettura di Novara di un
accordo che pone le basi per il superamento delle condizioni di semischiavitù e
di supersfruttamento dei lavoratori in appalto, agli scioperi spontanei di
martedì e mercoledì su tutta la filiera, alla manifestazione di Bologna fuori
alla sede di D’Amora, l’azienda di trasporto alle cui dipendenze lavorava
l’omicida Alessio Spaziano, alle iniziative di protesta presso i punti-vendita
Lidl di Genova, Torino e diverse altre città.
Infine, lo sciopero di 4 ore di giovedì, che ha registrato quasi ovunque un’adesione altissima, sebbene si tenesse a soli 6 giorni dallo sciopero del 18 giugno.
D’altra parte, le iniziative sui
magazzini in ricordo di Adil si sono spesso fuse e intrecciate con le lotte e
con le vertenze già in corso. Ciò in primo luogo alla TNT- FedEx, nella quale
la straordinaria mobilitazione dei lavoratori in corso da 3 mesi contro la
chiusura dell’hub di Piacenza è ripresa a tambur battente già nella notte di
lunedì con il blocco di entrambi i siti Zampieri di Tavazzano e San Giuliano
Milanese che erano stati teatro delle infami aggressioni squadriste delle
scorse settimane, ed è stata replicata nella notte di mercoledì con l’aggiunta
di un presidio anche fuori ai cancelli di Peschiera Borromeo.
Alla vigilia del tavolo col Ministero
del lavoro e col MISE di martedì prossimo a Roma, strappato con le unghie e coi
denti dal corteo nazionale di sabato scorso, il messaggio dei lavoratori FedEx
non poteva essere più chiaro: non consentiremo in alcun modo che il governo
continui a fare melina sulla pelle dei 280 licenziati di Piacenza; o martedì si
pone chiaramente sul tavolo la riapertura immediata del sito, oppure la
battaglia con la multinazionale americana, con i suoi sgherri di Zampieri e con
lo stesso governo Draghi andrà avanti ad oltranza.
Ma FedEx è solo la punta dell’iceberg:
in tutta la logistica ci troviamo di fronte a una chiara tendenza
all’inasprimento dei ritmi e dei carichi di lavoro, che va di pari passo con
l’aumento esponenziale della precarietà attraverso l’utilizzo indiscriminato e
sistematico dei contratti di somministrazione: l’esempio di SDA, a Passo
Cortese ma non solo, è in tal senso indicativo.
Per questo martedì prossimo saremo di
nuovo in piazza a Roma: non ci interessa il contentino di sederci a un tavolo,
pretendiamo il reintegro immediato di tutti i 280 di Piacenza e il ripristino
della democrazia sindacale in tutti i magazzini FedEx; pretendiamo l’apertura
di un vero negoziato sulle condizioni dei lavoratori in appalto e, più in
particolare, sul superamento delle condizioni di precarietà esistenti negli
stessi appalti pubblici, a partire dalla vertenza dei lavoratori della
manutenzione stradale della Campania; pretendiamo misure tempestive e urgenti
per garantire il rispetto della sicurezza e la tutela della salute sui luoghi
di lavoro, perché l’aumento vertiginoso delle morti sul lavoro e degli
infortuni è inaccettabile e grida sin da ora vendetta!
I lavoratori in queste ore non si sono
lasciati terrorizzare dalla furia della violenza padronale, e non si sono fatti
abbindolare dalle frasi di circostanza e dalle lacrime di coccodrillo delle
istituzioni.
A dispetto della strategia della
tensione costruita ad arte dai padroni per terrorizzare i lavoratori e
fiaccarne la resistenza, nelle ultime settimane e ancor più dopo il barbaro
omicidio di Adil, migliaia di lavoratori ci hanno espresso la loro simpatia e
il loro sostegno, e decine di nuovi Cobas si sono costituiti nelle più svariate
categorie e luoghi di lavoro, non solo nella logistica: l’esempio dei 91
lavoratori di Panapesca di Montecatini, che dopo aver aderito al SI Cobas nel
giro di pochi giorni hanno strappato il superamento del contratto Multiservizi,
è solo il caso più eclatante.
Queste giornate, al contempo drammatiche
e cruciali per il futuro non solo del SI Cobas, ma di milioni di lavoratori,
hanno chiarito a padroni e governo le dimensioni reali delle forze in campo: se
qualcuno si illudeva che l’omicidio di un nostro compagno potesse fermare la
mobilitazione operaia, avevano fatto male i conti; chi credeva di poter
cancellare col sangue un decennio di lotte perlopiù vincenti, sta ottenendo
l’esito opposto.
Il sangue versato da Adil sta infatti
alimentando ulteriormente quella spinta verso l’unità delle lotte, verso quel
fronte unico di classe che già in occasione dello sciopero del 18 giugno ha
iniziato a muovere i primi passi con l’adesione convinta della quasi totalità
del sindacalismo di base e il sostegno e la simpatia dei settori più combattivi
della stessa Cgil.
Tra qualche giorno scatterà l’ora
fatidica dello sblocco dei licenziamenti: uno sblocco che Draghi e i
confederali promettono essere parziale e accompagnata da un menù variegato di
scivoli e misure transitorie.
La storia ci insegna che i padroni
puntano da sempre al massimo risultato col minimo sforzo: i loro reggicoda, da
Draghi alle burocrazie di Cgil-Cisl-Uil, sanno bene che spalmare nel tempo le
misure lacrime e sangue è la soluzione migliore per evitare una mobilitazione
unitaria e simultanea della classe lavoratrice.
Ma noi proletari sappiamo altrettanto
bene che quasi un milione di posti di lavoro sono già stati sacrificati in
questi mesi sull’altare dell’utilizzo capitalistico della pandemia, e che la
fame di profitti della classe dominante non sempre è conciliabile con
l’obbiettivo politico di preservare un clima di pace sociale, tanto più in una
fase di crisi quale quella attuale.
È per questo che il nostro lavoro, e
quello di tutte le avanguardie di lotta del nostro paese, deve porsi come
obbiettivo primario la realizzazione in tempi brevi di quello scenario che i
padroni e il governo maggiormente temono: una mobilitazione unitaria e
simultanea di centinaia di migliaia di proletari, siano essi occupati, precari
o disoccupati, che sia capace di produrre una rottura della pace sociale e del
quadro di compatibilità capitalistica, tale da dar vita in tempi brevi a un
vero sciopero generale.
L’assemblea nazionale indetta per il
prossimo 11 luglio a Bologna dal SI Cobas e dall’Assemblea delle lavoratrici e
lavoratori combattivi muove esattamente da queste ragioni e da questi
obbiettivi, su tutti la necessità di superare i tradizionali steccati di sigla
sindacale o di categoria, e restituire centralità alle lotte e al protagonismo
operaio.
In queste ore ci apprestiamo a invadere
Novara per ricordare nella sua città il nostro compagno caduto in battaglia,
nella consapevolezza che ci aspettano settimane ancora più dure e impegnative
di quella appena trascorsa.
Le affronteremo come sempre a testa alta
e forti della determinazione di migliaia di lavoratori in lotta.
Con Adil nel cuore.
SI Cobas nazionale
Novara, 26 giugno
Nessun commento:
Posta un commento