lunedì 28 giugno 2021

pc 28 giugno - Colombia: la sollevazione popolare non si arresta!

Nonostante decine di morti, arresti arbitrari, ferimenti, sparizioni, stupri, continuano in Colombia le proteste contro le politiche antipopolari del governo neoliberista, la corruzione e gli abusi di forze dell’ordine e paramilitari, per condizioni di vita più eque, in un Paese in cui la crisi economica amplificata dalla pandemia e scaricata sulle masse povere ha moltiplicato la disuguaglianze.

Nonostante tutto, da due mesi le masse continuano a sollevarsi e riempire piazze e strade di tutto il paese, percorso ovunque da imponenti manifestazioni, che il governo di Bogotà continua a reprimere nel sangue, provocando perfino note ufficiali di protesta di Onu, UE e ONG.
La Jep (la Giurisdizione speciale per la pace), ha accertato 6402 “falsi positivi”, civili ammazzati dai

militari tra il 2002 e il 2008. Attirati spesso con promesse di lavoro, i “falsi positivi” sono stato trucidati e fatti passare per combattenti. Una vergogna di cui l’ex presidente Manuel Santos (ministro della Difesa dal 2006 al 2009, nel governo di Uribe, oltre che premio Nobel per la pace nel 2016) ha chiesto “perdono” pochi giorni fa. Ma la mattanza non si è mai fermata: in Colombia viene ucciso un attivista sociale ogni 41 ore.

Oggi a due mesi esatti dall'inizio del movimento, una nuova giornata di mobilitazione è stata convocata in tutto il paese.
Di seguito il volantino appello dell'organizzazione rivoluzionaria MLM Revolucion Obrera

Por i nostri morti e desaparecidos!
Tutti in piazza combattivamente il 28 giugno!

Il 21 giugno affiorava in torrente a Tuluá la testa del giovane Santiago Ochoa. Secondo le versioni ufficiali, "non aveva partecipato alle proteste", il caudillo ministro della Difesa Molano, in risposta alle denunce circolate in rete aggiunge  "è in'infamia che si accusi la polizia di questo crimine" Lo stesso 21 giugno, durante le proteste a Usme, Bogotá, è stato assassinato Jaime Fandiño , colpito al petto da un oggetto contundente scagliato da breve distanza da membri di Esmad e il giorno dopo un altro giovane operaio è stato abbattuto in circostanze simili in Suba quando in seguito a un colpo alla testa.

Eppure il governo si ostina a negare gli assassinii commessi dalle sue squadracce, e impegna tutti i suoi mezzi di propaganda per affermare che "non succede nulla", "molti di questi casi non sono responsabilità delle forze dell'ordine". Nel caso del giovane decapitato, perché smembrare qualcuno che non aveva niente a che fare con la rivolta? Perché i corpi di tanti giovani sono stati trovati nei fiumi della Valle? La risposta è una sola: è il metodo atroce del regime di Uribe che da anni dissemina i corpi smembrati di persone del cui assassinio "la giustizia non saprà mai" chi sia responsabile. Conferma che in Colombia il terrore dello stato borghese è oggi perpetrato direttamente dalla cricca al potere e che lo Stato è il principale artefice di omicidi e sparizioni, Che altro concludere quando si contano 6.402 "falsi positivi"?

Gli ultimi tre casi si aggiungono all'ondata di terrore contro il popolo scatenata dal 28 aprile, da quando è iniziato lo sciopero nazionale e che, secondo un rapporto della ONG Temblores del 16 giugno, ha provocato 4.285 casi di violenza da parte delle forze dell'ordine, 43 assassinati dalla polizia, 215 vittime di armi da fuoco, 28 vittime di violenza sessuale, 1.832 arresti arbitrari, 30 casi di uso di arma Venon, 41 casi di malattie respiratorie dovute a intossicazione da gas e 93 scomparsi. Quest'ultimo è il dato ufficiale, ma tutti sanno sa che sono molti di più, alcuni dicono 400.

Per completare il quadro della repressione e della dittatura aperta, il fantoccio Iván Duque, in nome della "regolazione della protesta sociale", per decreto ha dichiarato illegali i blocchi, criminalizzando così non solo i blocchi, se si sono diffusi ovunque di pari passo con lo sciopero, ma qualsiasi mobilitazione, impossibile senza occupare ("bloccare") suolo pubblico.

Di fronte all'assalto del regime e delle sue squadracce militari e paramilitari, la risposta del popolo non può che essere la denuncia e la protesta, esercitare il diritto a mobilitarsi, a bloccare, fermare, perché le classi dirigenti e il loro Stato non possono né vogliono risolvere i problemi delle masse lavoratrici. I diritti si rivendicano esercitandoli.

ECCO PERCHÉ QUESTO 28 GIUGNO, A DUE MESI DALL'INIZIO DELLA GRANDE SOLLEVAZIONE DI MASSA, SPECIE DEI GIOVANI, CHIAMIAMO A SCENDERE IN PIAZZA IN MASSA E COMBATTIVAMENTE, IN TUTTE LE CITTÀ DEL PAESE, PER CONDANNARE IL TERRORISMO DI STATO ED ESERCITARE IL DIRITTO A PROTESTARE CONTRO IL REGIME URI-DUQUE INCOMPETENTE, ASSASSINO, NARCO-PARAMILITAR .

Facciamo appello a tutte le organizzazioni politiche e di massa che si oppongono alla dittatura di Uribe a unirsi in questa grande giornata, a mobilitarsi in forma militante e, dove ci sono le condizioni, a fermare la produzione.

Il 28 giugno dobbiamo scendere in piazza per i nostri morti, per i desaparecidos, per i prigionieri, per i feriti, per le donne struprate, per le lacrime di madri e padri che hanno perso i figli, per il sangue versato oggi e ieri. In piazza contro i criminali, contro lo Stato omicida, contro gli sfruttatori.

Che questo 28 giugno sia un altro passo per avanzare nello sciopero generale a oltranza, che deve essere rafforzato e perciò è necessario spingerlo fino all'arresto completo della produzione, per cementare una direzione nazionale rivoluzionaria, rafforzando le prime linee e gruppi di scontro, le guardie e le milizie popolari e consolidando le assemblee popolari, perché per conquistare le rivendicazioni del popolo è necessario rovesciare il regime e instaurare un governo di operai e contadini in grado di realizzarle

Comité de Dirección – Unión Obrera Comunista (mlm)
Junio 23 del 2021

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