(junge
welt 6 gennaio 2020)
…
il ritiro delle truppe
straniere dal paese, in specifico dei circa 5.000 soldati USA
allineati per combattere contro l'IS. La risoluzione votata invita il
governo a compiere il ritiro. Questo il risultato dell'ordine
disposto da Trump di uccidere Kassem Soleimani, comandante delle
truppe-Kuds (*).
Centinaia
di migliaia, forse persino milioni di persone. hanno preso parte ai
funerali di Soleimani e dei soldati uccisi con lui. Le manifestazioni
funerarie sono iniziate sabato a Bagdad e proseguite nei due giorni
successivi a Teheran e in altre città iraniane. In seguito
all'attentato mortale compiuto dagli USA, la disputa sulla cacciata degli occupanti si è rafforzata. Il primo ministro, Adil Abd Al-Mahdi, ha definito il lancio del drone (o anche droni) USA: “atto di aperta aggressione contro l'Irak, il suo stato, il suo governo e il suo popolo”. Gli USA avrebbero così infrante le condizioni che consentivano di tenere loro truppe in Irak.. Al-Mahdi ha richiamato l'attenzione sul fatto che Soleimani si trovava a Bagdad come ospite per svolgere funzioni ufficiali, per le quali invece è stato ucciso.
all'attentato mortale compiuto dagli USA, la disputa sulla cacciata degli occupanti si è rafforzata. Il primo ministro, Adil Abd Al-Mahdi, ha definito il lancio del drone (o anche droni) USA: “atto di aperta aggressione contro l'Irak, il suo stato, il suo governo e il suo popolo”. Gli USA avrebbero così infrante le condizioni che consentivano di tenere loro truppe in Irak.. Al-Mahdi ha richiamato l'attenzione sul fatto che Soleimani si trovava a Bagdad come ospite per svolgere funzioni ufficiali, per le quali invece è stato ucciso.
Trump
stesso, dopo l'attentato ha fatto appello financo alla
“de-eskalation”.
Sempre
lui,
domenica
(5
gennaio) attraverso
Twitter (**) ha lanciato minacce a 65 luoghi-posti dell'Iran da
attaccare “con
alcune delle nostre belle, fiammanti armi”. Gli
obiettivi da
colpire sarebbero stati scelti “posto
il loro alto rango e importanza per l'Iran e per la cultura
iraniana”.
In
Iran la situazione politica e emotiva è segnata dal dolore generale
impresso dagli annunci delle dure rappresaglie-ritorsioni USA.
Emozione che non viene espressa soltanto da Khamenei, capo di stato
religioso e dal capo del governo Rohani, ma anche dal ministro degli
esteri Dschawad Sarif e individualmente da numerosi ufficiali delle
forze armate e da chi conduce tv-radio. Simili eloquenti annunci,
comunicazioni, in Iran sono ormai parte della quotidianità, ma non
vengono ufficialmente impiegate. Comunque non appare inverosimile che
il futuro iraniano vi faccia ricorso.
In
questi giorni è scaduto e divulgato (per la quinta volta) il ritiro
iraniano dall'accordo di Vienna. Per premere sul trio EU: Germania,
Francia e Gran Bretagna, l'Iran mette avanti per due mesi altri tagli
nell'attuazione dei suoi obblighi definiti negli accordi fissati del
2015 (***). I particolari non sono ancora conosciuti. Potrebbero
consistere nel fatto che l'Iran accetti di nuovo o limiti
l'estrazione,
di uranio mediamente arricchito, di eliminare poi del 98% la propria
produzione di uranio a basso arricchimento e di ridurre infine di due
terzi il numero delle sue centrifughe a gas per la selezione degli
isotopi
(****), per la durata di 13 anni ...
(*)
La Forza Quds, è un'unità di forze speciali e di intelligence del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica dell'Iran, responsabile delle operazioni al di fuori del paese. Al-Quds (in arabo: القدس) è il nome arabo della città di Gerusalemme. Significa "la (città) santa". Per tale ragione spesso la stampa occidentale si riferisce a questa formazione e alle omonime formazioni palestinesi con il nome di "Brigate Gerusalemme".
(**)
Twitter è un servizio di notizie e microblogging fornito dalla società Twitter, Inc. su cui gli utenti postano e interagiscono con messaggi chiamati tweet.
(***)
Secondo il Trattato del 2015, l’Iran aveva accettato di distruggere il proprio arsenale di uranio mediamente arricchito, di eliminare poi del 98% la propria produzione di uranio a basso arricchimento e di ridurre infine di due terzi il numero delle sue centrifughe a gas per la selezione degli isotopi, per la durata di 13 anni a partire dalla firma dell’accordo con il P5+1, il JCPOA appunto.
(****)
Un
isotopo
è un atomo di uno
stesso elemento
chimico, avente perciò lo stesso numero
atomico Z,
e differente numero
di massa A[1],
e quindi differente massa
atomica M[2][3].
La differenza dei numeri di massa è dovuta ad un diverso numero di
neutroni
presenti nel nucleo dell'atomo, a parità di numero atomico.
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