Aviano e l’obiettivo Iran
di Antonio Mazzeo
Protocollo Opsec per tutti i militari USA della base aerea di Aviano (Pordenone). Con un messaggio postato sul profilo ufficiale facebook del Comando di US Air Force è stato ordinato a tutto il personale che opera nello scalo friulano di mantenere il massimo stato d’allerta,
“distruggere documenti, criptare le email e non discutere di operazioni
fuori dal lavoro” e contattare immediatamente la postazione di pronto
allarme Eagle eyes in caso si notino “comportamenti sospetti” da parte
di chiunque.
Nonostante le assicurazioni da parte
dell’esecutivo Conte che nessuna installazione
italiana partecipa alle
operazioni di guerra in Medio Oriente, l’allarme rosso ad Aviano è l’ennesima prova del coinvolgimento diretto delle basi USA e NATO del nostro paese nell’escalation militare anti-Iran. Come per Sigonella
centro strategico planetario per le operazioni dei droni killer Usa, i
cacciabombardieri di Aviano hanno giocato un ruolo chiave nella
preparazione del raid a Baghdad del 3 gennaio scorso ed è certo che lo
avranno anche nelle prossime ore se Trump decidesse di rispondere
all’attacco missilistico iraniano del 7 gennaio. Da metà novembre 2019 i
cacciabombardieri F-16 a capacità nucleare del 555th Fighter Squadron
di stanza ad Aviano sono stati trasferiti presso la grande base aera di
Al Udeid in Qatar,
la stessa da dove – secondo fonti britanniche e arabe – sarebbero
decollati i due droni Reaper che hanno assassinato Sulejmani.
Il trasferimento ad Al Udeid degli
F-16 dall’Italia era stato spiegato in una nota dell’Air Forces Central
Command per “assicurare la deterrenza e la potenza aerea necessaria a
vincere la guerra”. US Air Force aggiungeva che “è la prima volta che il
555th Fighter Squadron – che è parte del 31° Stormo di Aviano noto con
il nome di Triple Nickel – ad essere chiamato ad operare nell’area
compresa tra Iraq, Arabia Saudita e Qatar.
“Triple Nickel si muove con rapidità e noi siamo letali e pronti a eseguire funzioni multiruolo aria-terra e aria-aria e lanciare munizioni ovunque”,
aveva detto il colonnello Beau Diers, comandante del 555th, al momento
di lasciare Aviano per il Qatar. “Lo stesso spirito di corpo e la
mentalità da guerrieri esistono nello squadrone sin dalla Seconda Guerra
mondiale e dal conflitto in Vietnam e proseguono oggi con lo
schieramento nell’area mediorientale”.
A fine maggio erano stati trasferiti
nella grande base qatarina due bombardieri strategici B-52 e a giugno
anche un gruppo di cacciabombardieri F-22 “Raptor”, poi utilizzato per
numerosi strike Usa in Siria.
Secondo la CNN che ha citato fonti top secret del Pentagono, il 7
gennaio altri sei bombardieri a capacità nucleare B-52 sono stati
trasferiti nella base militare di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano,
pronti a essere utilizzati per eventuali attacchi in Iran. La scelta di
Diego Garcia, a più di 3.000 miglia di distanza dalle coste meridionali
dell’Iran, assicurerebbe al micidiale dispositivo di morte di tenersi a
debita distanza dalla portata dei missili balistici a medio raggio in
dotazione alle forze armate di Teheran.
Pubblicato anche sul quotidiano “il manifesto”
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