venerdì 10 gennaio 2020

pc 10 gennaio - L’anno finisce e inizia con i morti sul lavoro: in Sicilia un ragazzo di 21 anni muore cadendo da una scala… “cicli produttivi come nel 1800”


Così dice il presidente del Comitato consultivo provinciale Inail di Palermo nel suo rapporto annuale che ha concluso il suo mandato.
“Da studioso vedo il ritorno in forme diverse di quanto di peggio ha rappresentato l‘Ottocento nel campo dei diritti sociali: “sfruttamento con orari dall’alba al tramonto; minori tutele… dice tra l’altro.
Per combattere seriamente i più di mille morti all’anno per il profitto dei padroni bisogna rilanciare la lotta nei posti di lavoro e sul territorio.
Commentiamo in grassetto e in parentesi alcuni punti dell’articolo pubblicato dal Gds del 28 dicembre scorso.
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Concluso il mandato del presidente del Comitato consultivo provinciale Inail
Ingrassia: troppi infortuni? Va cambiata l’idea di lavoro
Pochi controlli e nuovi cicli produttivi che fanno ammalare, “come nel 1800”
Crescono gli infortuni, crescono i morti sul lavoro, che da 13 del 2017 in provincia sono diventati 15 nel 2018 e 18 nell’anno che si sta per chiudere. È non bastano le campagne informative se nel nostro Paese ormai non si effettuano più controlli nei luoghi di lavoro. “Sulle ispezioni i dati sono scandalosi, non c’è alcun deterrente per chi non applica le normative”, dice Michelangelo Ingrassia, presidente uscente che potrebbe essere riconfermato alla guida del Comitato consultivo provinciale Inail. 
Il commiato nei giorni scorsi, con una lunga relazione su questi quattro anni di attività: “abbiamo siglato un importante protocollo con il comune, creato osservatori specifici e votato numerosi atti di indirizzo”, [ma come si vede non cambia niente avrebbe dovuto aggiungere!] dice tra l’altro Ingrassia, che in questo organismo collegiale e consultivo nato per studiare l’andamento del fenomeno infortunistico ma anche per fare proposte e individuare misure che possano migliorare le condizioni dei lavoratori, crede molto. “E’ un tavolo in cui si può davvero discutere in maniera efficace, essendo composto da rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle istituzioni”, [per i capitalisti e i sindacalisti loro alleati si può discutere quanto si vuole, anzi partecipano volentieri alla discussione, ma non bisogna toccare il profitto!] spiega. Lui non si è risparmiato nel creare occasioni di confronto, e dal suo osservatorio privilegiato non ha dubbi: “In questi ultimi anni abbiamo preso atto di un cambiamento della forma, della stessa idea di lavoro”, dice. In peggio.


“Dall’Inghilterra arriva la notizia di un postino ucciso dalla fatica alla duecentesima lettera consegnata, ma qui non siamo messi meglio – assicura – I nuovi cicli produttivi imposti dalla quarta rivoluzione industriale stanno peggiorando la vita dei lavoratori, con aumento dei carichi sia nel pubblico che nel privato e, con la legge Fornero anche l’aumento dell’età dei lavoratori attivi. Ma di fronte alla tragedia di Piacenza, con la morte di un’operaia sotto una pressa, dobbiamo chiederci: che ci faceva una donna di 66 anni ancora in fabbrica?”.
Ecco, “l’Inail deve cambiare e di fronte all’evoluzione dei rischi deve evolvere anche la prevenzione”. Sono tante le proposte in campo, “intanto si dovrebbe finanziare un monte ore di assemblee sindacali nei luoghi di lavoro per parlare di sicurezza”, spiega il presidente del Comitato, che ricorda come l’istituto, con vari bandi, stia comunque sostenendo gli imprenditori che vogliano ammodernare sia i luoghi che le strumentazioni di lavoro, per accrescere la sicurezza. [Ogni occasione è buona per dare soldi ai padroni! che sono gli stessi che in questo rapporto vengono “denunciati”!]
“Ma bisognerebbe pensare anche a bonus e incentivi per i lavoratori virtuosi”, [e qua si reintroduce l’idea che quasi quasi la colpa è dei lavoratori che non sarebbero abbastanza formati!] dice Ingrassia.
E studiare in quali forme questo nuovo lavoro sempre più precario intacchi la salute studiando “l’impatto dei cicli lavorativi e produttivi sulla numerosità degli infortuni”. Ingrassia, che insegna Storia contemporanea all’Università, è drastico: “Da studioso vedo il ritorno in forme diverse di quanto di peggio ha rappresentato l‘Ottocento nel campo dei diritti sociali: “sfruttamento con orari dall’alba al tramonto; minori tutele… E non possiamo pensare che l’allungamento delle aspettative di vita debba essere sacrificato ancora al lavoro; quello è un tempo di cui i lavoratori deve riappropriarsi per se stessi”.
Intanto, però, l’istituto continua a perdere terreno fisicamente: meno sedi “in una metropoli come Palermo solo due con quella di via Titone che serve ben 60 Comuni”, mentre restano bloccati nella Tesoreria di Stato quasi trenta miliardi che l’Inail potrebbe investire in nuove azioni a favore del “buon lavoro”. [L'unico "buon lavoro" è quello di farla finita con questo sistema capitalistico di morte per il profitto!]

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