Così dice il presidente del
Comitato consultivo provinciale Inail di Palermo nel suo rapporto annuale che
ha concluso il suo mandato.
“Da studioso vedo il ritorno
in forme diverse di quanto di peggio ha rappresentato l‘Ottocento nel campo dei
diritti sociali: “sfruttamento con orari dall’alba al tramonto; minori tutele… dice
tra l’altro.
Per combattere seriamente i più
di mille morti all’anno per il profitto dei padroni bisogna rilanciare la lotta
nei posti di lavoro e sul territorio.
Commentiamo in grassetto e
in parentesi alcuni punti dell’articolo pubblicato dal Gds del 28 dicembre
scorso.
***
Concluso il mandato del
presidente del Comitato consultivo provinciale Inail
Ingrassia: troppi infortuni? Va
cambiata l’idea di lavoro
Pochi controlli e nuovi cicli
produttivi che fanno ammalare, “come nel 1800”
Crescono gli infortuni, crescono
i morti sul lavoro, che da 13 del 2017 in provincia sono diventati 15 nel 2018
e 18 nell’anno che si sta per chiudere. È non bastano le campagne informative
se nel nostro Paese ormai non si effettuano più controlli nei luoghi di lavoro.
“Sulle ispezioni i dati sono scandalosi, non c’è alcun deterrente per chi
non applica le normative”, dice Michelangelo Ingrassia, presidente uscente
che potrebbe essere riconfermato alla guida del Comitato consultivo provinciale
Inail.
Il commiato nei giorni scorsi, con una lunga relazione su questi quattro
anni di attività: “abbiamo siglato un importante protocollo con il comune,
creato osservatori specifici e votato numerosi atti di indirizzo”, [ma come
si vede non cambia niente avrebbe dovuto aggiungere!] dice tra l’altro
Ingrassia, che in questo organismo collegiale e consultivo nato per studiare
l’andamento del fenomeno infortunistico ma anche per fare proposte e
individuare misure che possano migliorare le condizioni dei lavoratori, crede
molto. “E’ un tavolo in cui si può davvero discutere in maniera efficace,
essendo composto da rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle
istituzioni”, [per i capitalisti e i sindacalisti loro alleati si può
discutere quanto si vuole, anzi partecipano volentieri alla discussione, ma non
bisogna toccare il profitto!] spiega. Lui non si è risparmiato nel creare
occasioni di confronto, e dal suo osservatorio privilegiato non ha dubbi: “In
questi ultimi anni abbiamo preso atto di un cambiamento della forma, della
stessa idea di lavoro”, dice. In peggio.
“Dall’Inghilterra arriva la
notizia di un postino ucciso dalla fatica alla duecentesima lettera consegnata,
ma qui non siamo messi meglio – assicura – I nuovi cicli produttivi imposti
dalla quarta rivoluzione industriale stanno peggiorando la vita dei lavoratori,
con aumento dei carichi sia nel pubblico che nel privato e, con la legge
Fornero anche l’aumento dell’età dei lavoratori attivi. Ma di fronte alla
tragedia di Piacenza, con la morte di un’operaia sotto una pressa, dobbiamo
chiederci: che ci faceva una donna di 66 anni ancora in fabbrica?”.
Ecco, “l’Inail deve cambiare e di
fronte all’evoluzione dei rischi deve evolvere anche la prevenzione”. Sono
tante le proposte in campo, “intanto si dovrebbe finanziare un monte ore di
assemblee sindacali nei luoghi di lavoro per parlare di sicurezza”, spiega il
presidente del Comitato, che ricorda come l’istituto, con vari bandi, stia
comunque sostenendo gli imprenditori che vogliano ammodernare sia i luoghi che le
strumentazioni di lavoro, per accrescere la sicurezza. [Ogni occasione è buona
per dare soldi ai padroni! che sono gli stessi che in questo rapporto vengono “denunciati”!]
“Ma bisognerebbe pensare anche
a bonus e incentivi per i lavoratori virtuosi”, [e qua si reintroduce l’idea
che quasi quasi la colpa è dei lavoratori che non sarebbero abbastanza formati!]
dice Ingrassia.
E studiare in quali forme questo
nuovo lavoro sempre più precario intacchi la salute studiando “l’impatto dei
cicli lavorativi e produttivi sulla numerosità degli infortuni”. Ingrassia,
che insegna Storia contemporanea all’Università, è drastico: “Da studioso
vedo il ritorno in forme diverse di quanto di peggio ha rappresentato l‘Ottocento
nel campo dei diritti sociali: “sfruttamento con orari dall’alba al tramonto;
minori tutele… E non possiamo pensare che l’allungamento delle aspettative
di vita debba essere sacrificato ancora al lavoro; quello è un tempo di cui i
lavoratori deve riappropriarsi per se stessi”.
Intanto, però, l’istituto
continua a perdere terreno fisicamente: meno sedi “in una metropoli come
Palermo solo due con quella di via Titone che serve ben 60 Comuni”, mentre restano
bloccati nella Tesoreria di Stato quasi trenta miliardi che l’Inail potrebbe
investire in nuove azioni a favore del “buon lavoro”. [L'unico "buon lavoro" è quello di farla finita con questo sistema capitalistico di morte per il profitto!]
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