venerdì 10 gennaio 2020

pc 10 gennaio - LIBIA: PRIMA DI TUTTO CONTRO L'IMPERIALISMO ITALIANO

L'Italia sta cercando di difendere in Libia la sua postazione. Ma viene snobbata e perde terreno.
L'azione dell'Italia viene affidata ai sorrisi ebeti e inconcludenti di Di Maio e alla tranquillità di Conte che si muovono come delle mosche in un bicchiere, celebrano tregue inesistenti e vengono esautorati sia dai capi del regime libico sia in Europa, dove Di Maio si schiera di fatto con la Turchia.
L'Italia affonda nel pantano libico e per tornare a galla non potrà che rafforzare l'aiuto militare. E non sarà un caso che qualche giorno fa il TG2 - smascheratamente schierato a destra, con vari giornalisti di area leghista - riprendeva i "fasti" delle campagne militari italiane in Libia degli anni 20 che anticipò la spietata guerra del fascismo.

Noi comunisti in un paese imperialista gioiamo quando il nostro imperialismo perde terreno

La "tregua" che cercano di proporre ha chiaramente solo un basso interesse economico e politico, non certo mettere fine ad una guerra che sta martoriando la popolazione libica.
Da un lato c'è la difesa dell'interesse delle multinazionali italiani nella zona, in primis i grandi profitti l'ENI, dall'altro c'è la preoccupazione di una ripresa massiccia delle migrazioni verso l'Italia, questa volta degli stessi libici.

Questa azione del governo italiano mentre per il momento è inconcludente all'estero, all'interno viene utilizzata da Salvini, per la sua propaganda elettorale fascio-populista, antimmigrati.
Ma è la borghesia vuole comunque maggior serietà e difesa dell'interesse generale e non del particolare

Per i proletari, per gli antimperialisti, antifascisti/antirazzisti, per i comunisti rivoluzionari il primo nemico è sempre il nostro imperialismo italiano.
Lo è stato nella battaglia contro l'azione dell'Italia in Libia, con gli accordi fatti con i regimi libici dai governi precedenti da Berlusconi a Gentiloni/Minniti, con il sostegno alla criminale guardia costiera, che ha portato a mantenere e rafforzare i lager, le torture, le morti nei campi e in mare di centinaia di uomini, donne, bambini migranti - intervento che ha accompagnato l'escalation della guerra in corso. Lo è a maggior ragione oggi in cui la popolazione libica non ha certo bisogno di chi penosamente tenta una "soluzione diplomatica" che metta insieme due banditi: Sarraj e Haftar, uno con alle spalle il sostegno della Turchia, e dell'Europa, l'altro dell'Egitto, Russia, Arabia Saudita, ma ha bisogno di liberarsi di ogni regime e di ogni imperialismo.

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