lunedì 24 settembre 2018

pc 24 settembre - Anche nel nord-est sfruttamento schiavistico nelle campagne e negli allevamenti. E' necessario organizzare le lotte per colpire i caporali ma, soprattutto, i padroni bastardi

L'unica cosa che ha saputo dire Salvini dopo la strage di braccianti a Foggia è che la legge sul caporalato “complica” la vita ai padroni. Siccome nessun provvedimento è stato preso contro padroni e caporali, tutto può continuare come prima

da la Stampa
Caporalato anche in Romagna, al lavoro negli allevamenti di polli per 3 euro all’ora.
Africani sub-sahariani impegnati dalla mattina al tramonto e poi costretti a pagare tra i 50 e i 150 euro a testa per dormire in tuguri senza bagno


FRANCO GIUBILEI
CESENA
Lavoravano in nero per cifre ridicole (3-6 euro all’ora), fino a 14 ore al giorno, in condizioni terribili. La notte, poi, la passavano ammassati in appartamenti-tuguri privi di servizi igienici. I soldi dell’affitto, fra i 50 e i 150 euro a persona, finivano nelle mani dei caporali che ogni mattina all’alba andavano a prenderli coi furgoni per portarli sul luogo di lavoro. Sembra un quadro classico di sfruttamento nelle campagne del sud del Paese e invece ci troviamo in Romagna, fra Forlì e Cesena, dove la guardia di finanza, dopo un anno e mezzo di indagini, ha arrestato tre cittadini marocchini del Veronese con le accuse di caporalato e di utilizzo di manodopera clandestina. Si tratta di soggetti in regola col permesso di soggiorno e con tanto di partita Iva che, grazie a cooperative gestite in prima persona o attraverso dei prestanome, schiavizzavano almeno una quarantina di persone.
Le vittime degli abusi provengono dall’Africa sub-sahariana e, spiegano le Fiamme gialle, sono «persone particolarmente fragili e prive di alternative esistenziali: richiedenti protezione internazionale in attesa di risposta, stranieri irregolari, soggetti con temporanei permessi di soggiorno». Venivano impiegate in tre allevamenti di polli i cui titolari, due imprenditori del Cesenate, sono indagati per occupazione di manodopera irregolare. Esposti a un caldo insopportabile d’estate e al freddo d’inverno, i lavoratori a volte non potevano mangiare né bere, per non parlare dei problemi di salute cui andavano incontro e della scarsa sicurezza in cui operavano. Minacce e un clima intimidatorio completavano la loro situazione. Il gip, oltre all’arresto dei tre marocchini, ha disposto il sequestro dei mezzi usati per trasportare gli operai.

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