Le due strutture di San Severo, senza acqua calda fino a poche ore fa, e quella di Casa Sankara, sulla statale 16 nei pressi di San severo, non hanno assolutamente la capienza necessaria ad ospitare le persone sgomberate dalle proprie case. Nella notte tra il 28 Febbraio e il 1 Marzo le persone hanno dormito in strada: la polizia ha impedito loro di rientrare nelle baracche. Chi vive nel ghetto, oggi come tre anni fa –quando la precedente giunta regionale si lanciò nello stesso tentativo di “svuotamento” – dichiara a gran voce di non voler essere deportata da nessun’altra parte, a fronte di nessuna garanzia sulla possibilità di lavorare e di raggiungere i luoghi di lavoro.
La regione Puglia dice che tutto procede secondo i piani. Il dirigente della regione Stefano Fumarulo, nonostante incontri istituzionali avvenuti, lo scorso anno, tra membri della Rete, del Comitato dei lavoratori e la stessa regione , non ha aperto alcun canale di interlocuzione con i lavoratori. Anche singoli avventori, attivisti e solidali, che hanno raggiunto il Ghetto nella giornata di Mercoledì, per poter guardare da vicino com’era la situazione, non sono riusciti a superare i cordoni delle Forze dell’Ordine.
Come se non bastasse, la Questura di Foggia nel frattempo ha posto sotto fermo decine di persone, portate via perché senza documenti, nonostante da anni gli abitanti e i lavoratori del Ghetto stanno portando avanti un percorso di regolarizzazione riconosciuto dalle istituzioni locali, in primis la Questura stessa.
Da anni le mobilitazioni di centinaia di lavoratori delle campagne rivendicano alle istituzioni locali una casa,documenti, e contratti di lavoro.
Siamo arrivati fino al Ministero dell’Interno a Roma con la nostra lotta.
Oggi nella “Europa dei diritti” vengono trascinate via dalle loro abitazioni centinaia di persone, che, non sanno, tuttora, dove verranno spostati; trattati come un pacco, un prodotto, da poter riutilizzare al momento giusto, durante la raccolta del pomodoro questa estate, pronto ad essere sfruttato a dovere per i maxiprofitti delle aziende locali e delle multinazionali che investono sul territorio della provincia di Foggia.
Oggi, 2 Marzo, gli abitanti e le abitanti del Gran ghetto sono scesi in corteo dal cimitero alla Prefettura per protestare contro la deportazione e l’impedimento a continuare a vivere nelle loro case, senza alcuna alternativa valida. Ancora una volta queste persone non si arrendono, e urlano con forza il loro diritto ad avere case, contratti regolari e trasporti, contro i piani criminali di governo e regione.
CI CACCIATE DALLE CASE, CI TROVERETE NELLE STRADE!
BASTA REPRESSIONE, BUGIE E DEPORTAZIONI, VOGLIAMO CASE, TRASPORTO, CONTRATTI!
WE NEED YES!
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