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Un passo che chiama ancor più alla mobilitazione contro il G7 di Taormina 26-27 maggio - primo viaggio importante di Trump all'estero e in Italia
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Almeno su questo Donald Trump non si è rivelato una incognita. Il neopresidente statunitense ha riaffermato infatti che gli Stati Uniti devono rimanere il Paese più potente sul piano degli armamenti nucleari, anche espandendo, se necessario, l'arsenale atomico di cui dispongono al momento. La dichiarazione del presidente americano, destinata a scatenare una nuova corsa agli armamenti, è stata rilasciata all'agenzia Reuters e rilanciata da tutti i media americani. Il capo della Casa Bianca, che in precedenza ha parlato di un possibile "patto" con la Russia per ridurre gli arsenali atomici, ha spiegato che mantenere gli Usa al "top of the pack", nella posizione più forte, è una necessità.
Trump è ricorso al solito gioco retorico del "non vorrei ma" affermando che "Sono il primo che non vorrebbe vedere nessuno, dico nessuno, con la bomba nucleare, ma non rimarremo mai indietro rispetto ad un altro Paese, anche se si tratta di un Paese amico". Perchè "sarebbe fantastico, sarebbe un sogno che nessun Paese avesse le armi nucleari, ma se invece le hanno, allora noi saremo i più forti". In realtà non è la prima volta che Trump argomenta il bisogno per gli Usa di mantenere la supremazia atomica nell'attuale contesto. Lo scorso dicembre, appena eletto, commentando una dichiarazione del collega russo Vladimir Putin sul rafforzamento delle capacità nucleari, Trump disse che gli Usa "devono rafforzare fortemente ed espandere la propria capacità nucleare sino a quando il mondo non rinsavirà riguardo l'arma atomica".
Il trattato Start sulla riduzione degli arsenali strategici, prevede limiti alla quantità di testate possedute da Usa e Russia. Ma secondo Trump si tratta di "un altro cattivo accordo sottoscritto, così come l'accordo con l'Iran. Cominceremo a fare buoni accordi". Il presidente Usa ha anche detto che solleverà con Putin, "se e quando ci incontreremo", la questione dello spiegamento di un nuovo tipo di missile balistico da parte della Russia, in violazione al trattato di non proliferazione delle armi atomiche.
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