L’assemblea internazionale contro
il G7 organizzata a Palermo il 25 e 26 febbraio dal “Coordinamento Sicilia contro
il G7” è stata molto partecipata e si è data i tempi scadenzati per proseguire
verso la costruzione della manifestazione a Taormina il 26 maggio prossimo.
L’iniziativa è stata divisa in
due giorni. Il primo giorno, il 25, si è tenuta l’assemblea generale che ha
visto la partecipazione di circa 200 persone provenienti dalla Sicilia e da
altre parti d’Italia e dalla Germania, Catalogna, Paesi Baschi. Mentre il
secondo giorno, il 26, è stato dedicato a 4 tavoli tematici nella mattinata e
ad una assemblea conclusiva nel pomeriggio.
L’assemblea della prima giornata
è cominciata con qualche ora di ritardo a causa di un tentativo repressivo che
ha rallentato l’arrivo di qualche delegazione, e questo tentativo si è ripetuto
anche il mattino dopo.
La partecipazione alla prima
assemblea è stata costante e motivata, e ha dato la spinta, dopo i momenti alti
della lotta contro il Muos, il Ponte, la militarizzazione ecc., per impegnarsi
in una nuova lotta; erano presenti molti giovani, per la maggior parte aderenti
a centri sociali di Palermo, Catania, Napoli, Roma, Torino, Padova… presenti
altri militanti della NOTav, di Messina, Agrigento, Cosenza, Catanzaro…
Gli interventi sono stati tanti e
si sono susseguiti durante tutta la giornata e con lo spirito giusto, nell’insieme,
per lanciare la mobilitazione; nell’intervento introduttivo è stata posta la
necessità dell’analisi della situazione attuale, della denuncia della politica
dell’imperialismo e delle proposte da fare.
Tra i temi ufficiali del G7 ci
saranno quelli di una maggiore militarizzazione e repressione, vedi, tra l‘altro,
le “smart city” e la “cyber security”. Argomenti che insieme ad altri hanno
fatto parte della discussione dei 4 tavoli tematici: 1 - sui territori come
spazio per il capitale o per la comunità. 2 - su Sicilia Frontiera e Fortezza
dell’Europa dell’esclusione. 3 - Per uno sciopero generale contro il G7. 4 -
Studenti e G7.
È stato ribadito da tutti il
ruolo strategico che la Sicilia assume come avamposto di guerra e “nuova
frontiera”. Sempre nell’introduzione è stato detto che il crollo delle
illusioni nella globalizzazione permette una nuova mobilitazione che non deve
essere una replica del passato, che deve vedere mobilitazioni sociali reali,
opposizioni di piazza, e che serve una nuova critica al sistema capitalista. E
che questi due giorni servono, trovando i fili conduttori della sfida, ad
organizzare i tre mesi che ci separano dal G7 a Taormina.
È stato fatto un elenco di
appuntamenti di mobilitazioni sociali già previste che possono essere
considerate all’interno delle attività generali contro il G7 e nelle quali
portare l’appello. Le date sono molte: tra queste, è stato ricordato lo
sciopero delle donne dell’8 marzo, lo sciopero del 17 marzo contro la scuola,
le iniziative a Napoli contro Salvini e a Roma per il 60° dei Trattati Europei,
il G20 ad Amburgo…
Le decisioni finali prevedono innanzi
tutto un grande lavoro per la mobilitazione massiccia per la manifestazione a
Taormina e poi un corteo da tenere a Palermo (o in un’altra città) contro i CIE
gli Hotspot.
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