Il 25 novembre 2013 per la prima volta in Italia si realizzò lo "sciopero delle donne"; era una novità anche a livello internazionale, lo sciopero poi si è ripetuto nell'8 marzo dell'anno scorso promosso sempre dal Movimento femminista proletario rivoluzionario, che già negli anni precedenti portava avanti questa "parola d'ordine" e lavorava per la sua realizzazione.
Quest'anno, quelle "scintille", speriamo che nell'8 marzo diventano dei veri fuochi in Italia e in tanti paesi del mondo.
Uno sciopero, contro la guerra di bassa intensità contro le donne, in quanto donne, che parte dalla sua manifestazione più evidente, fatta di femminicidi e stupri, di uomini che odiano le donne, perpetrati soprattutto nella "sacra famiglia", fatta di violenze, molestie sul lavoro, di maltrattamenti delle donne, come "ordinaria" oppressione verso le donne, frutto più barbaro di questo putrefatto sistema sociale capitalista. .
Ma è uno sciopero delle donne che si estende all'insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione, peggioramento delle condizioni di vita sul lavoro e in casa, di discriminazioni, smantellamento di diritti conquistati con le lotte, come l'aborto, da parte di padroni, governo, Stato; che contribuiscono a creare l'humus, sociale, ideologico, da moderno medioevo, in un clima di marcia a tappe forzate verso un moderno fascismo, dagli Usa, alla Francia, all'Italia, ecc.
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E' giusto parlare di "sciopero globale delle donne", perchè riguarda e chiama non solo le lavoratrici allo sciopero, ma anche le studentesse, le disoccupate, le donne casalinghe dei quartieri, le braccianti, le compagne in lotta nei movimenti, le immigrate, le donne incarcerate, le lavoratrici del sesso, tutte..., ecc.
Ma lo "sciopero delle donne" è l'arma soprattutto delle donne proletarie, delle lavoratrici, delle migliaia di donne precarie, delle disoccupate, ecc. che sono la maggioranza nel nostro paese come a livello mondiale, che hanno non una ma mille catene da spezzare, e non vogliono solo migliorare questo sistema di oppressione; donne per cui lo "sciopero delle donne" è l'arma attuale perchè esse siano protagoniste della strada per una effettiva liberazione, frutto di una rivoluzione proletaria, in cui le donne siano la marcia in più per rovesciare questo sistema borghese, dalla terra al cielo.
Per questo lo "sciopero delle donne" deve partire e avere al centro i posti di lavoro, le operaie, le lavoratrici, tutti i settori precari e ipersfruttati delle donne.
Per questo lo "sciopero delle donne" è diverso e molto di più di altri scioperi. Esso intreccia la condizione di donne con la condizione di classe; perchè tra le donne vi sono le proletarie, ma ci sono anche le borghesi che vogliono solo spazi per sè e migliorare questo sistema di sfruttamento e oppressione per la maggioranza.
Lo sciopero delle donne può e deve dare un segnale forte, dirompente, di rottura; vogliamo che lo sciopero pesi, incida concretamente, crei "danni" ai padroni, allo Stato, alla "sacra famiglia", agli "uomini che odiano le donne". Non vogliamo solo manifestazioni, che non "disturbano i manovratori delle nostre vite", lo "sciopero delle donne" è di più anche di una grande manifestazione, rompe il giocattolo "su cui padroni, Stato, governo, uomini possono contare".
Lo "sciopero delle donne" è un avvenimento di impatto, di rottura anche a livello culturale, ideologico. Perchè lo sciopero delle donne, ponendo una denuncia che riguarda l'insieme delle condizioni della maggioranza delle donne, mette in discussione tutto! Ed è questo che pone e
per questo fa paura lo "sciopero delle donne".
Esso nella sua piattaforma non deve porre solo delle rivendicazioni di miglioramento, ma una piattaforma che raccoglie tutte le istanze della maggioranza delle donne. Questo è il senso piattaforma del MFPR, che il 25 novembre ha portato come sfida in Parlamento e ai Ministeri, dicendo: non vogliamo sentire le vostre frasi, promesse false, parliamo noi! E vi diamo degli "ultimatum".
Lo sciopero delle donne è per le donne. Serve prima di tutto alle donne, perchè trovino la forza per ribellarsi, e continuare a farlo, per non accettare come inevitabile una condizione di doppio sfruttamento e oppressione, subordinazione, il loro ruolo nella famiglia; per essere una realtà di lotta che preoccupi e faccia paura ai padroni, ai governi, allo Stato, agli uomini che odiano le donne.
Ma lo sciopero delle donne, delle lavoratrici serve anche all'interno della intera classe proletaria; esso vuole essere una battaglia richiede una trasformazione anche all'interno dei lavoratori, dei propri compagni di lavoro, del movimento sindacale, degli uomini delle organizzazioni rivoluzionarie, comuniste, degli organismi e movimenti di lotta.
In questo senso lo sciopero delle donne pone nei fatti la necessità della rivoluzione, in cui le donne siano la forza più determinata, la carica/marcia in più, perchè portano la necessità di una battaglia complessiva e radicale.
MFPR
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