lunedì 21 settembre 2015

pc 21 settembre - Un processo da santa inquisizione

Processo No Tav, lo scrittore Erri De Luca: "Oggi saprò quanta prigione mi spetta"

Processo No Tav, lo scrittore Erri De Luca:  "Oggi saprò quanta prigione mi spetta"

Ultima udienza per lo scrittore accusato di istigazione a delinquere nell'ambito della battaglia No Tav: le richieste dei pm
"Il 21 settembre, entra l’autunno e io rientro nell’aula del processo. Ascolterò le richieste penali dei miei accusatori pubblici e di quello privato, della ditta. Saprò quanta prigione per me desiderano ottenere dalla sentenza". Apre così la pagina internet della fondazione Erri De Luca alla vigilia della riapertura del processo che lo vede imputato per istigazione a delinquere per le sue dichiarazioni pubbliche a sostegno del sabotaggio della Tav.
"L'accusa sarà la parte più interessante, per i toni di voce e gli argomenti - aggiunge lo scrittore napoletano -. Poi la parola toccherà ai miei difensori. Spero che tutti siano brevi e che il giudice possa emettere la sentenza il giorno stesso. Altrimenti toccherà ritornare in aula. Grazie assai a chi mi ha dimostrato e mi dimostra sostegno". Firmato: Erri.

Questa mattina il suo caso, che ha destato tanto clamore e suscitato polemiche da parte degli intellettuali italiani e francesi, torna in aula per l'ultima udienza, quella in cui parlerà il pubblico ministero, Antonio Rinaudo, che chiederà la condanna, poi la parte civile che ha dato il via a questo processo, Ltf, rappresentata dall'avvocato, Alberto Mittone, e infine la difesa, con gli avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale.

Il Tribunale che si aspetta una folta partecipazione di sostenitori dello scrittore e di giornalisti con i fotografi e i cameraman di testate non solo italiane, ha traslocato il processo in un'aula più grande per consentire al pubblico di assistere all'udienza. Ma, a differenza di ciò che si augura Erri De Luca, la sentenza potrebbe richiedere ancora qualche giorno di attesa, perché dalle indiscrezioni che arrivano da Palazzo il giudice Immacolata Iadeluca avrebbe già deciso di rinviare per repliche e riservarsi la decisione a una nuova data ancora da fissare. A differenza di quanto è accaduto in primavera, quando è iniziato il processo e scrittori e intellettuali si sono mobilitati per chiedere prima a Ltf di ritirare la querela poi manifestando il proprio sdegno verso la magistratura che "processa le opinioni", questa vigilia di sentenza sembra passare sotto silenzio. Nessuna petizione, nessuna mobilitazione. Neppure grande attenzione dai No Tav che annunciano solo sui siti la ripresa del processo.


LA STAMPA TORINO

De Luca accusato di istigazione al sabotaggio: “Spero che la sentenza sia oggi”

Lo scrittore ascolterà le richieste dei pm: Entra l’autunno e io rientro in aula”
Erri De Luca, rispondendo ai pm, aveva confermato di aver sostenuto che la costruzione della linea «vada impedita, ostacolata e intralciata. Con cesoie e molotov? Evidentemente no»

21/09/2015
torino

«Ventuno settembre, entra l’autunno e io rientro nell’aula del processo». E spera che la sentenza
arrivi oggi, Erri De Luca. È lui stesso a scriverlo sul blog iostoconerri.net, canale di comunicazione su tutto quello che riguarda il processo in cui è imputato a Torino per il reato di istigazione al sabotaggio della linea ad Alta Velocità Torino-Lione.
Palazzo di Giustizia, maxiaula 3. La fase finale del processo di primo grado inizia oggi alle 9. Parlerà la pubblica accusa, parlerà la parte civile Ltf (rappresentata dall’avvocato Alberto Mittone), parleranno gli avvocati della difesa dello scrittore, che si trova alla sbarra per le parole pronunciate nel 2013 in una della fasi più intense della lotta No Tav contro la realizzazione dell’opera. Ma se sarà o meno il giorno decisivo lo deciderà il giudice Immacolata Iadeluca, che invece potrebbe decidere di concedere un ulteriore rinvio per eventuali repliche e per la sentenza.
«Quanta prigione»
«Ascolterò le richieste penali dei miei accusatori pubblici e di quello privato, della ditta - scrive De Luca -. Saprò quanta prigione per me desiderano ottenere dalla sentenza. Sarà la parte più interessante, per i toni di voce e gli argomenti. Poi - aggiunge - la parola toccherà ai miei difensori Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale. Spero che tutti siano brevi e che il giudice possa emettere la sentenza il giorno stesso. Altrimenti toccherà ritornare in aula in altra data».
L’accusa
La vicenda giudiziaria di De Luca ha fatto e fa molto discutere per via di un’accusa che da più parti - alcune anche distanti dalle posizioni No Tav - ha fatto pensare a un processo alla libertà di parola. A inquadrare il senso dell’azione penale nei confronti dello scrittore era stato, all’inizio del processo, il procuratore aggiunto Andrea Beconi: «É un reato discutibile e si presta a strumentalizzazioni, ma nell’ordinamento esiste e dobbiamo farci i conti», aveva detto il magistrato, negando ogni intenzione di reprimere la libertà d’espressione. «Ma esistono alcuni limiti», aveva detto, spiegando che per la sua notorietà, il suo carisma, le parole delle scrittore potevano essere idonee a convincere l’ala più moderata del movimento No Tav ad aderire alle pratiche di lotta dell’ala più intransigente. Ipotesi che i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno cercato di dimostrare convocando testimoni, come l’ex dirigente della Digos, Giuseppe Petronzi, per il quale gli assalti al cantiere avrebbero avuto un sussulto proprio dopo la pubblicazione delle dichiarazioni sul sabotaggio.
«La mia intenzione»
«La mia intenzione era spiegare che quella vallata non ha nulla a che vedere con il terrorismo». Alla fine in aula ha parlato lui, De Luca, circondato da sostenitori e solidali del movimento No Tav e da amici come il cantautore Gian Maria Testa. Rispondendo alle poche e precise domande dell’accusa, lo scrittore - che sulla sua vicenda ha scritto anche un libello, «La parola contraria», distribuito gratuitamente fuori dal tribunale dai suoi sostenitori - è partito da una precisazione linguistica: «Sabotare non è solo danneggiamento materiale. Significa intralciare, ostacolare, impedire. Ritengo di aver detto che questa linea di modesta accelerazione vada impedita, ostacolata e intralciata. Con cesoie e molotov? Evidentemente no. L’intralcio che dura da più di venti anni è stata attuato da una comunità unanime, che finora è riuscita a sabotare l’opera. Se il sabotaggio avvenisse con le cesoie l’opera sarebbe già conclusa da un pezzo». E sulle reti che sarebbero state da tagliare: «Se si tratta di reti posizionate illegalmente, allora le cesoie ripristinano la legalità».

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