mercoledì 23 settembre 2015

pc 23 settembre - Ammazzato come un cane per un melone! L'omicidio razzista nelle campagne del foggiano è il frutto avvelenato del razzismo di Stato e dei fascio-leghisti

da Pro/Fuga

GLI SPARI SOPRA...

Nelle campagne del foggiano si continua a morire.
Questa volta la fatica nei campi, il caporalato e lo sfruttamento non c'entrano, almeno apparentemente.
Un bracciante africano originario del Burkina Faso (paese che in questi giorni sta vivendo momenti drammatici seguiti ad un colpo di Stato dell'Esercito) viene assassinato brutalmente a colpi di fucile dopo un inseguimento in auto.
La pena, capitale, perché avrebbe rubato dei meloni nel campo di un agricoltore di Lucera. Lo specchio di una società in crisi economica e sociale per cui la vita di una persona non vale il prezzo di un melone.
Un accanimento che porta ad ammazzare senza fare sconti.
E così agli agricoltori che volevano proteggere il campo di meloni non è bastato imbracciare il fucile per intimidire chi stava violando il campo, ma hanno pensato bene di portare a termine il lavoro. Farne fuori uno, e perché no due o tre.
Che “giustizia è fatta!” Come si legge in queste ore, con disgusto, nei commenti da tastiera dei Salvini nostrani.
Perchè questo è quello che alla fine rimane. Un omicidio a sfondo razziale. Puniti perchè stranieri, non cittadini. Perchè venuti da fuori, senza alcuna minima riflessione sul fatto che se non hai niente da perdere e hai fame una delle vie d'uscita rimane l'illegalità per sfamare una vita troppo amara. E poi c'è un territorio, il nostro, dove, senza generalizzare, la pratica di utilizzare braccianti nei campi e poi non pagarli è una triste realtà. Giustifichiamo chi ruba? E' niente in confronto a chi oggi giustifica chi ha premuto il grilletto. Razzismo e giustizialismo tipico degli "italiani brava gente" e dei fascio-leghisti, utilizzati per difendere strenuamente la sacralità della proprietà privata troveranno sempre la nostra opposizione.
La convinzione che i "ladri di meloni", poiché immigrati, siano dei criminali che meritano di essere sparati alla schiena è frutto dell'odio sociale fortemente voluto da chi vuole distrarci, da chi vuole dividerci.
E allora chi tutela il male quando il bene si prepara ad ammazzare?

A Sare Mamoudou, che la terra ti sia lieve.

da foggiacittaperta

Omicidio Lucera, spunta un'altra versione: "Non è stato un furto, avevano chiesto il permesso e Sare è morto per tre meloni marci"

Il drammatico racconto dei sopravvissuti
Ai microfoni di Foggia Città Aperta parla Issa, bracciante agricolo della Costa d'Avorio e residente nel capoluogo dauno da molti anni, nonché amico e compagno di lavoro di Sare Mamoudou e Adam
Kadago (vittima e ferito nella drammatica sparatoria consumatasi ieri nelle campagne tra Foggia e Lucera per un presunto furto di meloni) e anche dell'altro ragazzo miracolosamente rimasto illeso sotto i colpi di fucile di Raffaele Piacente, proprietario del fondo agricolo sul quale i tre africani si sarebbero recati per prelevare qualche frutto da mangiare.

LA VICENDA. La versione di Issa è ben diversa da quella delle forze dell'ordine: secondo l'ivoriano non si tratterebbe di furto, perché i tre extracomunitari "hanno chiesto il permesso di prendere i meloni a un uomo che lavorava la terra accanto al fondo agricolo in questione". Credendolo il proprietario della coltivazione, i tre africani, dunque, si sono sentiti autorizzati a prelevare tre meloni 'di scarto', sostiene Issa, avanzati dal raccolto destinato alla vendita. "Sono morti per tre meloni che non erano neanche più buoni da mangiare", afferma l'ivoriano, il quale, in giornata, si è recato a fare delle riprese ai "campi del dramma" per testimoniare con le immagini come la coltivazione di meloni sia ormai vuota dei suoi frutti, già ampiamente raccolti e messi sul mercato. E come, quindi, "non possa trattarsi di un furto, perché non c'era più nulla da rubare". Infine Issa racconta una dinamica della sparatoria ben diversa, e più cruenta ancora, rispetto alla versione diffusa questa mattina in sede di conferenza stampa dal comando dei carabinieri. Issa non ha paura, dice solo di volere la verità, per rendere giustizia a Sare. Quanto ci dice, sostiene, è il resoconto reale dei fatti. E' ciò che, in queste ore, gli hanno raccontato gli stessi protagonisti di questa brutta vicenda, e cioè Adam Kadago e l'altro ragazzo rimasto miracolosamente illeso. "Li ho sentiti entrambi - sottolinea Issa -, tutti e due mi hanno raccontato la stessa versione".

LE INCONGRUENZE. Resta però l'incongruenza con la versione riportata dai carabinieri, i quali, stamattina, in conferenza stampa, hanno precisato di essersi avvalsi proprio della testimonianza del terzo africano incolume ai proiettili per ricostruire l'intera dinamica dei fatti. L'unica cosa certa, al momento, annuncia l'ivoriano, è la manifestazione che la comunità di migranti bracciantili di Ghetto Rignano intende organizzare a Foggia nei prossimi giorni, in ricordo di Sare "Moloko, l'americano".
Servizio di Fabrizio Sereno ed Edgardo Tufo

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