Profughi, Salvini a Filago
invoca le ruspe
Spintoni e insulti tra Lega e antagonisti
Spintoni e insulti tra Lega e antagonisti
Come aveva
promesso, Matteo Salvini, leader della Lega Nord, è tornato nella Bergamasca
per protestare contro il continuo arrivo di profughi che ultimamente sono stati
sistemati in diverse palestre della nostra provincia, come Filago, Romano di
Lombardia e Presezzo. La prima tappa di Salvini, lunedì 6 luglio, è stata a
Filago dove ci sono stati momenti di grande tensione, insulti e spintoni tra i
leghisti e gli antagonisti dei centri sociali, tanto che c’è voluto
l’intervento delle forze dell’ordine per dividere i contendenti e ristabilire
la calma. Salvini, che era accompagnato da Daniele Belotti e dal leghista
nigeriano Toni Iwobi, proprio sfruttando la presenza di quest’ultimo è entrato
nella palestra di Filago che è diventata la casa provvisoria di 31 profughi, la
maggior parte proprio nigeriani, e ha scambiato qualche parola con loro. Presente
anche Bruno Goisis, presidente della Cooperativa Ruah, che ha annunciato lo
spostamento di 56 profughi dalla palestra di Presezzo a un hotel di Rovetta. Salvini
ha preso la palla al balzo per dire: «Abbiamo sgombrato Presezzo e faremo così
anche a Filago e a Romano di Lombardia. Quando torneremo al governo, con le
buone maniere, useremo le ruspe». L’atmosfera
si è riscaldata - in totale c’erano circa 150 manifestanti, con le due fazioni
più o meno divise equamente - e sono nati tafferugli che hanno coinvolto anche
Belotti. I giovani dei sociali hanno intonato «Benvenuti rifugiati, mantenuti
deputati» e ci sono stati cori anche contro le forze dell’ordine: carabinieri,
polizia e polizia locale hanno avuto il loro bel daffare per far si che la
situazione non degenerasse in modo grave. La seconda tappa del raid di Salvini
è stata a Romano di Lombardia, dove peraltro non si è registrato nessun
disordine e dove accanto alle bandiere della Lega Nord c’erano anche molte
bandiere di Forza Italia (presente pure l’assessore regionale Alessandro
Sorte).
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