lunedì 6 luglio 2015

pc 6 luglio - Roma 6 luglio 1960: a una settimana dalla violenta repressione degli antifascisti a Genova, con circa 80 feriti e alla vigilia dell'assassinio di Stato degli operai di Reggio Emilia, i carabinieri caricano pesantemente la manifestazione antifascista. Oggi, contro il moderno fascismo che avanza, serve il Partito di Nuova resistenza!


(da Osservatorio Repressione) - 6 luglio 1960 – Roma -

Comizio antifascista contro il governo Tambroni e contro il MSI. Il ritrovo a Porta San Paolo, dove una lapide ricorda i difensori di Roma caduti il 10 settembre del ’43. Porta San Paolo si presenta accerchiata da celerini e carabinieri e presidiata da migliaia di giovani di Testaccio.
Non appena i deputati del Pci si avvicinano alla lapide per deporvi due corone di fiori, lo schieramento di polizia si apre per fare spazio alla carica di uno squadrone di carabinieri a cavallo.
I CC colpiscono con sciabole e moschetti e lanciano bombe lacrimogene. Presto vengono aiutati da squadre di missini con spranghe e bastoni.

(dall' autobiografia  "pagine di vita rivoluzionaria" di Luigi Leris)
 
...il capitalismo con il suo sviluppo non ha fatto altro che portare alle estreme conseguenze la sua contraddizione principale: il lavoro sempre più sociale in contrasto con l'appropriazione sempre più individuale.
La contraddizione va superata se non si vuol vedere andare in rovina tutta la società; perchè, da questo contrasto scaturiscono le guerre imperialiste, la miseria, la distruzione e tutte le lotte di classe nella società.
La lotta della classe operaia, con tutti gli sfruttati, rappresenta la rivolta del lavoro sociale contro l'appropriazione individuale in modo che anche l'appropriazione diventi sociale, a beneficio di tutti.

Quando in l'italia, nel dopoguerra, esplosero tutte le contraddizioni e si crearono tutte le condizioni per portare la classe operaia al potere, i socialisti non capirono nulla, i dirigenti, pur parlando di socialismo, di rivoluzione, non furono mai convinti che la classe operaia potesse costruire una nuova società; per loro vivere fuori dal sistema capitalistico era inconcepibile.

Di qui mentre vi erano le condizioni per il passaggio, mancava il partito che sapesse guidare la classe operaia al potere. Quella situazione non poteva durare in eterno: o si prende il potere, oppure, si avrà una grande reazione.
Il fascismo con le sue trasformazioni, diviene lo strumento del grande capitale e scatena la reazione più nera, violentà e brutale che la storia recente italiana ricordi...»

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