mercoledì 8 luglio 2015

pc 8 luglio - Grecia: tanto rumore per nulla? Economia o politica...?

“Il panico non c’è, non scatta la corsa ai beni rifugio”. Titola il Sole 24 Ore di ieri. Quindi nel mondo della finanza internazionale, il terrorismo scatenato in questi mesi sui pericoli legati al pagamento dei debiti della Grecia non ha funzionato, e a riprova il giornalista riporta i dati della “corsa ai beni rifugio” come vengono definite le monete o le merci che in caso di “crisi” servono a garantirsi da possibili perdite, in questo caso vengono elencati euro, yen, oro, franco svizzero e Bund, e che(solitamente vengono acquistati a mani basse nei casi di panico finanziario)” hanno avuto un andamento “ieri incredibilmente piatto”.

L’euro (la moneta che ovviamente più risentirebbe in caso di Grexit [uscita della Grecia dall’euro] e di annessa perdita di credibilità della Banca centrale europea) ha ceduto appena lo 0,33% sul dollaro e appena lo 0,5% sullo yen che, al pari del biglietto verde costituisce uno dei rifugi valutari per eccellenza.”;
“il franco svizzero che ha chiuso la giornata addirittura invariato nei confronti della divisa comunitaria”;
“E l’oro? Il metallo giallo - che nella classifica dei beni rifugio batte anche le valute - ha avuto un’escursione al rialzo nei primi scambi per poi chiudere però a 1.166 dollari l’oncia, in lieve calo.”
“il Bund tedesco, il titolo [di Stato] considerato più sicuro, ha chiuso allo 0,76%, tre punti in meno della chiusura di venerdì”

“Come mai?” si chiede il giornalista, e dice che nella sostanza i “mercati”, cioè chi investe miliardi nella finanza, non prevedono esiti negativi nella “trattativa” con la l’Ue, insomma alla fine un accordo si troverà.

Quindi se nonostante tutto il terrorismo da parte di istituzioni e personaggi a livello internazionale nei confronti delle masse popolari greche, innanzi tutto, il pericolo non è rappresentato dall’economia e dalla finanza (i 300 miliardi di debiti complessivi della Grecia non sono un problema per l’economia), allora deve essere rappresentato dalla politica, e infatti, il “pericolo” del “contagio” consiste piuttosto nel fatto che se uno Stato, come la Grecia in questo caso, non rispetta le scadenze per il pagamento del debito questo possa essere seguito anche da altri Stati.

E la “malattia” potrebbe toccare anche altri tasti più dolorosi per i padroni e i loro lacchè politici, come il rifiuto di tagliare ulteriormente le pensioni, licenziare i dipendenti pubblici, introdurre nuove tasse… e cioè se ci si rifiuta di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Così la questione, la “trattativa” si concentra certo sui soldi, e in questo sistema basato sul profitto, industriale e finanziario, non poteva essere altrimenti, ma diventa anche una questione prettamente ideologica di vera e profonda lotta di classe!

Questo pericolo di “contagio” è insostenibile per gli “investitori istituzionali e internazionali”, cioè tutti quelli che hanno “prestato” soldi alla Grecia a tassi di interesse da fare impallidire i peggiori usurai mai esistiti sulla terra.

Quindi non solo soldi, ma anche politica, e non solo politica ma anche geopolitica dato che gli americani di Obama hanno fatto più di una telefonata ai loro referenti europei per ricordare loro che la Grecia fa parte della Nato e potrebbe essere spinta verso la Russia o addirittura verso la Cina…

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