“Il panico non c’è, non
scatta la corsa ai beni rifugio”. Titola il Sole 24 Ore di ieri. Quindi nel
mondo della finanza internazionale, il terrorismo scatenato in questi mesi sui
pericoli legati al pagamento dei debiti della Grecia non ha funzionato, e a
riprova il giornalista riporta i dati della “corsa ai beni rifugio” come
vengono definite le monete o le merci che in caso di “crisi” servono a
garantirsi da possibili perdite, in questo caso vengono elencati euro, yen, oro, franco svizzero e Bund, e
che “(solitamente vengono acquistati
a mani basse nei casi di panico finanziario)” hanno avuto un andamento “ieri
incredibilmente piatto”.
“L’euro (la moneta che ovviamente più risentirebbe in caso di Grexit
[uscita della Grecia dall’euro] e di annessa perdita di credibilità della Banca
centrale europea) ha ceduto appena lo 0,33% sul dollaro e appena lo 0,5% sullo
yen che, al pari del biglietto verde costituisce uno dei rifugi valutari per
eccellenza.”;
“il franco svizzero che ha chiuso la
giornata addirittura invariato nei confronti della divisa comunitaria”;
“E l’oro? Il metallo giallo - che nella classifica dei beni rifugio
batte anche le valute - ha avuto un’escursione al rialzo nei primi scambi per
poi chiudere però a 1.166 dollari l’oncia, in lieve calo.”
“il Bund tedesco, il titolo [di Stato] considerato più sicuro, ha chiuso
allo 0,76%, tre punti in meno della chiusura di venerdì”
“Come
mai?” si chiede il giornalista, e dice che nella sostanza
i “mercati”, cioè chi investe miliardi nella finanza, non prevedono esiti
negativi nella “trattativa” con la l’Ue, insomma alla fine un accordo si
troverà.
Quindi se nonostante
tutto il terrorismo da parte di istituzioni e personaggi a livello
internazionale nei confronti delle masse popolari greche, innanzi tutto, il pericolo
non è rappresentato dall’economia e dalla finanza (i 300 miliardi di debiti
complessivi della Grecia non sono un problema per l’economia), allora deve
essere rappresentato dalla politica,
e infatti, il “pericolo” del “contagio” consiste piuttosto nel fatto che se uno
Stato, come la Grecia in questo caso, non rispetta le scadenze per il pagamento
del debito questo possa essere seguito anche da altri Stati.
E la “malattia”
potrebbe toccare anche altri tasti più dolorosi per i padroni e i loro lacchè
politici, come il rifiuto di tagliare ulteriormente le pensioni, licenziare i
dipendenti pubblici, introdurre nuove tasse… e cioè se ci si rifiuta di
peggiorare ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari.
Così la questione, la “trattativa” si concentra certo sui soldi, e in questo
sistema basato sul profitto, industriale e finanziario, non poteva essere
altrimenti, ma diventa anche una questione prettamente
ideologica di vera e profonda lotta
di classe!
Questo pericolo di “contagio”
è insostenibile per gli “investitori istituzionali e internazionali”, cioè
tutti quelli che hanno “prestato” soldi alla Grecia a tassi di interesse da
fare impallidire i peggiori usurai mai esistiti sulla terra.
Quindi non solo soldi,
ma anche politica, e non solo politica ma anche geopolitica dato che gli americani
di Obama hanno fatto più di una telefonata ai loro referenti europei per
ricordare loro che la Grecia fa parte della Nato e potrebbe essere spinta verso
la Russia o addirittura verso la Cina…
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