lunedì 27 luglio 2015

pc 27 luglio - Lucca in piazza: nessuno spazio a razzisti e fascisti

Centinaia di persone sono scese in piazza ieri a Lucca per rispondere all'ennesima provocazione fascista nella città toscana: la notte del 15 luglio alcuni fascisti si sono introdotti in una sede storica di realtà di movimento devastandola, sottraendo del materiale e tentando di incendiarla.
Immediata è stata la risposta del movimento lucchese che ha subito lanciato la mobilitazione di ieri pomeriggio. Lucca non è nuova a questi gesti vigliacchi fatti di intimidazioni e provocazioni, ma la piazza di ieri, numerosa e determinata, ha saputo dare la giusta risposta a chi agisce con metodi pseudo mafiosi con l'obiettivo di fermare chi pratica autorganizzazione sul territorio.
Alla vigilia del corteo la questura ha provato a negare la piazza del concentramento, ma le diverse realtà organizzatrici sono riuscite a imporre la propria volontà. Così la manifestazione, partita da piazza San Michele, ha attraversato le vie della città ribadendo le ragioni del corteo con cori e interventi; in una Lucca militarizzata i manifestanti sono riusciti a imporre il passaggio dalla centrale e affollata via Fillungo, anche questa vietata dalla questura, per poi tornare nella piazza iniziale e invitare tutti e tutte a trascorrere la serata nello spazio oggetto delle provocazioni fasciste di una settimana fa.
Oltre alle realtà di movimento lucchesi, il corteo ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti dalle vicine città che hanno voluto portare la loro solidarietà a chi ogni giorno deve rispondere colpo su colpo agli ignobili atti compiuti dagli squadristi di Casa Pound.
Chi, come il sindaco di Lucca, attribuisce quanto accaduto circa una settimana fa a semplici vandali annoiati dall'estate, non fa che lasciare maggiore spazio a Casa Pound che a Lucca da anni trova manforte nell'ambiente della curva, nella Lega Nord e nell'appoggio di Fratelli d'Italia e Forza Italia. Ma la piazza lucchese dice con chiarezza che l'antifascismo e l'antirazzismo non si delegano alle istituzioni, si praticano ogni giorno nelle strade e nei quartieri, con la conquista di sempre maggiori spazi di agibilità in cui praticare autorganizzazione.

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