mercoledì 17 dicembre 2014

pc 17 dicembre - I prigionieri politici palestinesi iniziano un nuovo sciopero della fame - la solidarietà di SRP

In decine iniziano lo sciopero della fame già annunciato nelle scorse settimane. In tutta la Palestina storica intanto continuano le incursioni e i coprifuochi; a Gerusalemme si registrano quotidianamente scontri e sassaiole; in tutti i territori occupati continuano gli arresti mentre ancora una volta i detenuti palestinesi portano avanti la loro lotta nelle prigioni sioniste. Uno sciopero della fame contro le torture e la pratica dell'isolamento, una lotta che in tutta la Palestina trova un forte sostegno, una lotta per l'autodeterminazione che, dalle prigioni, si iscrive a pieno titolo nella lotta nazionale per il diritto al ritorno in tutta la Palestina
Riportiamo di seguito la traduzione di un recente report apparso sul sito Samidoun, organizzazione di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, sullo sciopero della fame appena intrapreso nelle prigioni israeliane:

Settanta detenuti politici palestinesi nelle prigioni israeliane hanno lanciato, lo scorso mercoledì 10 dicembre, uno sciopero della fame in protesta contro il continuo utilizzo dell'isolamento e della reclusione solitaria.
Secondo quanto dichiarato dalla Palestinian Prisoners’ Society (società dei prigionieri palestinesi), questo sciopero è stato inizialmente lanciato in solidarietà con Nahar al-Saadi che, in sciopero della fame fin dallo scorso 20 novembre, sta lottando contro l'isolamento (in cui si trova fin dal maggio 2013) e il diniego delle visite familiari a cui è sottoposto.
I prigionieri stanno lottando per porre fine all'utilizzo di quel sistema di isolamento che attualmente viene utilizzato contro decine di prigionieri. L'utilizzo a lungo termine di queste pratiche rappresenta una forma di tortura.
I detenuti hanno già portato avanti uno sciopero della fame lo scorso maggio-aprile 2012 il quale, grazie alla determinazione e alla partecipazione di migliaia di prigionieri, è terminato con un accordo che prevedeva il ritiro di tale pratica da parte delle amministrazioni carcerarie. Più di due anni dopo, le autorità israeliane hanno invece intensificato la pratica dell'isolamento, e 30 prigionieri politici palestinesi si trovano al momento in isolamento nelle prigioni di Nafha, Megiddo, Eshel, Ashkelon e Ayalon.
Secondo il Palestinian Detainees Committee (comitato dei detenuti palestinesi), Saadi si trova in completo isolamento dal resto del mondo, in un cella piccola e fredda, non adatta ad esigenze umane. Sta scontando quattro condanne a vita, e 20 anni addizionali di prigione.
Inoltre, anche i prigionieri palestinesi Fahd Sawalha e Mahmoud Kleibi, entrambi rinchiusi nella prigione di Nafha, hanno lanciato, lo scorso 6 dicembre, uno sciopero della fame in protesta contro l'isolamento a cui sono stati sottoposti. Si trovano in isolamento dallo scorso giugno con altre nove detenuti, quando il gruppo è stato accusato di aver scavato dei tunnel all'interno della prigione di Gilboa.

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