Fiom: "La situazione è drammatica: l'ultimo stipendio intero ad agosto"
I sessanta lavoratori della Oms Ratto hanno deciso di occupare ad oltranza la fabbrica per protestare contro la messa in liquidazione dell'azienda.
"Dopo settimane di mobilitazione la situazione - prosegue la nota - continua ad essere drammatica: l'ultimo stipendio saldato per intero è stato quello di agosto e soprattutto non si intravede per il futuro nessuna prospettiva produttiva. Per questi motivi i 60 dipendenti - conclude la nota dei metalmeccanici della Cgil - hanno deciso di occupare la fabbrica, giorno e notte, in attesa che la proprietà si assuma le proprie responsabilità e chiedendo alle istituzioni di non essere abbandonati"...
Oms Ratto, notte d’occupazione: «Dobbiamo scegliere: o il mutuo o i regali di Natale ai nostri figli»
Circa venti dipendenti hanno scelto di dormire nella sede di Sestri
Genova - «C'è la torta pasqualina e ci sono i dolci. Anche il vino. Potrebbe anche sembrare la cena di Capodanno. Ma qui non c'è assolutamente nulla da festeggiare». I venti dipendenti di Oms Ratto che scelgono di passare la notte lontano da mogli e figli hanno la stessa speranza e la stessa convinzione.
Confidano nell'incontro del pomeriggio con la Regione e il liquidatore della ditta produttrice di magneti e di strumenti per la risonanza magnetica di precisione, dai macchinari per gli arti inferiori a quelli per uno screening completo, per una situazione bloccata da mesi. Gli stipendi dei circa sessanta dipendenti sono infatti ancora bloccati a settembre e ora la scelta dei vertici di Oms Ratto di mettere l'azienda in liquidazione, in cerca di un compratore, non fa che accrescere il timore per il futuro dei dipendenti.
«Siamo stati costretti ad arrivare a una forma di protesta estrema come l'occupazione dell'azienda, anche notturna, per cercare di far capire quanto sia grande la disperazione di questi lavoratori –
Dietro il tavolo improvvisato per la cena gli scaffali dei materiali di lavoro sono mezzi vuoti. Alcuni sono riempiti da cartoni marroni, tutti con la stessa scritta “cassa vuota”.
«Mio figlio ha sei anni, a lui non ho potuto dire tutto, non lo capirebbe – spiega con gli occhi lucidi Andrea Sodini accanto ai macchinari per l'asciugatura della colla, per una notte usati come “piastre” per riscaldare le lasagne al pesto - Anche quest'anno ha fatto la sua letterina a Babbo Natale, di certo non posso dirgli che per quest'anno papà non potrà comprargli quello che desidera. I responsabili di questo disastro faranno il solito Natale in famiglia, sorridenti, mentre noi cerchiamo di andare a vanti e di trovare qualcosa per uscire da questa situazione.
Se tre anni fa mi avessero detto di questa situazione non ci avrei creduto, qui dentro pensavo di arrivare alla pensione. Invece a 35 anni mi ritrovo a dover trovare altri lavori per riuscire a mandare avanti una famiglia. Ora come ora, con 800 euro di mutuo sulle spalle, se mi si rompe il frigo non posso comprarne un altro. E' una situazione drammatica».
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