Il nuovo governo delle larghe intese porta avanti la politica dei padroni che scaricano la loro crisi di sistema sui proletari, sui lavoratori e le
masse e rimane nella via tracciata dai precedenti governi in direzione del
moderno fascismo, dove l'alleanza neocorporativa padroni-sindacati confederali con il ruolo attivo dei
confederali è il salto di qualità al servizio del fascismo padronale.
Se non
basta la repressione ordinaria della polizia ai cancelli delle fabbriche si fanno accordi come quello del 31 maggio che negano di fatto la possibilità di presenza autonoma riconosciuta dei rappresentanti dei sindacati di base e di classe sui posti di avoro.
Oltre all'accordo fascista sulle RSU, si cerca d'impedire
l'esercizio del diritto di sciopero, come hanno cercato di fare con i
lavoratori della logistica, facendo intervenire le “menti fini” della
commissione
antisciopero sollecitata da prefetto e questura.
A questi
attacchi i lavoratori organizzati con i sindacati di base e di classe hanno
riposto intensificando la lotta, scioperando e bloccando i cancelli,
diventando anche riferimento, come a Bologna, di un movimento
d'opposizione
sociale più vasto.
Quello di cui c'è sempre più bisogno è l'unità dei settori
combattivi di classe nella costruzione di un nuovo sindacato di
classe. Questa possibilità è avversata da tutto il sistema dei padroni e per
questo
che il nostro lavoro "per il sindacato di classe” è
decisivo in generale e in particolare nella zona di Ravenna. Dobbiamo organizzare il lavoro tra gli operai della logistica, con proposte/appelli e partecipazione alle lotte già in corso: Una prima
inchiesta è partita a Ravenna per conoscere la realtà della logistica. Al
momento quello che conosciamo è la realtà della precarietà dei corrieri
fatta di sfruttamento ed evasione fiscale, di false cooperative, appalti al
massimo ribasso, in particolare Sda, Gls e Bartolini, e multinazionali
straniere come Dhl, Tnt e Ups.
Dobbiamo lavorare per rendere inservibile
l'accordo fascista sulle Rsu per una vera rappresentanza dei lavoratori e
lavorare assieme a chi vuole fare questo lavoro tra gli operai.
Anche
alla Marcegaglia di Ravenna le cooperative storiche addette al facchinaggio
e manutenzione hanno proprio in questi giorni perso appalti, aggiudicati al
ribasso da un' altra cooperativa di Milano e con 150 operai a rischio del
posto di lavoro.
Nelle cooperative sociali, dove la precarietà è strutturale
da sempre, i lavoratori non osano ancora organizzarsi fuori e contro i
confederali .
Dobbiamo sviluppare tra i lavoratori l'internazionalismo proletario, fondamentale per la coscienza di classe
dei lavoratori, così com'è importante la solidarietà e la conoscenza delle
condizioni della classe operaia e di chi la organizza, dal Brasile alla
Turchia, dai paesi arabi al Bangladesh, all?india
Siamo impegnati a tenere in piedi e a far agire il polo ravennate della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio. Il
processo contro la Rete a Ravenna per l’occupazione dell’agenzia
interinale a cui apparteneva un giovane operaio morto al porto, che si
aprirà a Ravenna a metà novembre, sarà l'occasione per fare noi il processo
ai padroni assassini, ai confederali e alle istituzioni complici del meccanismi operanti al Porto. Non è solo una lotta locale perchè riguarda il nesso precarietà/morti sul
lavoro e pensiamo che, lavorandoci assieme come coordinamento Nord, possiamo
renderla nazionale attraverso una campagna. Un convegno nazionale in autunno
per raccogliere le forze e la presenza al
processo del 14 novembre è una proposta che facciamo ai compagni.
slai cobas per il sindacato di
classe
ravenna
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