Il governo Letta appare sotto molti aspetti ancora più pericoloso del Governo
Monti: mentre Profumo ha condotto un attacco diretto nei confrontidella
scuola e dei lavoratori creando, per reazione, un fronte compatto fra i
docenti precari e di ruolo che hanno percepito immediatamente la possibilità
di veder diminuire i propri diritti o di perdere il posto di lavoro, Letta
agisce in maniera non diretta - sbandierando misure propagandistiche che
trovano il consenso dell'opinione pubblica (come l'apertura delle scuole al
pomeriggio), ma che il governo vorrebbe attuare a costo zero - e, quindi,
più subdola, non suscitando la spontanea aggregazione dei lavoratori della
scuola e degli studenti. Appare infatti evidente a tutti come il ministero
Carrozza si ponga in perfetta continuità con quello del suo predecessore dato
che, malgrado gli illusori proclami sul rifinanziamento della scuola
pubblica, si accinge invece a riprendere la politica dei tagli (e le
assunzioni sono uguali a quelle fatte dal Ministro Gelmini ). Un esempio
lampante di tale continuità si nota ad esempio dalla volontà espressa dal
ministro durante l'audizione in VII Commissione Cultura, di ridurre i posti
sul sostegno di 11mila unità attraverso la normativa sui Bisogni Educativi
Speciali e l'attuazione dell'organico funzionale.
La situazione appare
inoltre ancora più grave a causa delle conseguenze deleterie della riforma
Fornero che ha ridotto in modo considerevole i pensionamenti e di conseguenza
le possibilità di aumento degli organici, e
per la perdita, per i lavoratori
precari, di un diritto basilare come quello della monetizzazione delle ferie
non godute, che apre la strada ad ulteriori disparità di trattamento fra
lavoratori dello stesso settore e quindi
attacca frontalmente il contratto
nazionale e lo stesso Statuto dei Lavoratori.
In una simile prospettiva in
cui le assunzioni in ruolo di tutti i lavoratori precari della scuola
appaiono sempre più lontane e gli attacchi alla scuola sempre più forti e
incisivi, anche a causa della mancanza di una
reale opposizione da parte dei
sindacati confederali che si tramsforma quasi sempre in connivenza, si rende
ancora più importante l'autorganizzazione dal basso dei lavoratori e la
necessità di coordinarsi a livello nazionale e locale, al fine di dare vita a
iniziative di lotta concrete e radicali e a piattaforme comuni e realmente
autonome.
Coordinamento Lavoratori della scuola "3 ottobre" -
Milano
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