I sei operai, tutti fra i 30 e i 35 anni, sono stati tra il 2002 e il 2007 lavoratori interinali, ovvero manodopera presa in affitto dall’azienda con contratti a scadenza periodica. Dopo decine di rinnovi, i lavoratori non sono stati più richiamati al lavoro, a differenza di altri colleghi. Per questo gli operai si sono rivolti a Pino Marziale, avvocato del lavoro.
Il problema però è che, anche se hanno vinto la causa, basandosi peraltro sulle stesse norme che il padronato s'è scritto, questi operai non sono mai rientrati al lavoro. L’azienda li ha sempre tenuti a casa, ben lontani dai capannoni. Per questo nel comunicato della FIOM si parla di “una cervellotica e infame decisione che si pone addirittura al di là di quanto Marchionne sta realizzando nel mondo Fiat”. Lo stesso è infatti accaduto anche agli operai FIOM reintegrati alla FIAT per ordine della magistratura, o a un operaio della CNH Modena, sempre gruppo Fiat, Francesco Ficiarà.
E' il solito trucchetto dei padroni che cercano in ogni modo di sgonfiare ogni reazione operaia, e di bypassare ogni diritto sul mondo del lavoro.
Questa volta però i lavoratori non sono stati nemmeno pagati, e hanno infine ricevuto le lettere di licenziamento. “Non siete ricollocabili per motivi tecnici”, la giustificazione addotta dall’impresa aeronautica. Di fronte a quest'arroganza padronale, l'unica risposta che abbiamo è fare fronte comune!
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