Questa la parola d'ordine per la
convocazione dell'importante e significativa iniziativa contro la repressione
sessista a Bologna, promossa dalle compagne del Fronte di liberazione femminista
e lesbico, a seguito del fermo di tre compagne oggetto, poi, di insulti
sessisti, umiliazioni in caserma.
Al concentramento numerose donne e
femministe, compagni a portare solidarietà, lungamente si è denunciata l'odiosa
violenza maschilista subita dalle compagne in questura, la necessità di non
farla passare sotto silenzio, il dilagare di violenze contro le donne sino alle
uccisioni che avvengono in questo paese, di come, in particolare le migranti, ma
diverse donne hanno subito nei Cie, questure, galere, stupri, ricatti,
vessazioni che mostrano come in questi ambienti le concezioni maschiliste,
fasciste siano ben radicate, come ben mostra anche un altro caso emblematico, lo
stupro di “Rosa” a L'Aquila, le violenze sulle donne considerate normali e come,
spesso, invece di reprimere i responsabili ad essere criminalizzate siano le
donne, per questo bisogna continuare a lottare, a non tacere. Poi si è
proseguito in corteo e davanti la questura sono stati denunciati lungamente e
diffusamente le violenze sulle donne pepetrate dai “difensori”
Infine, si è proseguito in un presidio
itinerante che si è snodato per via del Pratello fermandosi davanti al carcere
minorile e diversi punti di ritrovo della via.
A lungo sono stati, insieme alla
denuncia e comunicazione, scanditi slogan: la signora Fletcher ce l'ha insegnato
lo sbirro è scemo e va umiliato! - guai, guai, guai a chi ci tocca, ci
difenderemo con la lotta- contro lo stupro la guerra e la galera ogni donna
diventa una guerriera-lo stupratore non è un malato ma il figlio sano del
patriarcato-contro la vostra oppressione scateniamo la nostra
ribellione-sessismo, fascismo, razzismo è questa la storia del capitalismo-le
donne di oggi hanno memoria fuori il fascismo dalla storia-, la lotta delle
donne non si reprime/andremo avanti sino alla fine- Dall' India all' Italia al
mondo intero la lotta delle donne avanza sempre più, con base Addio Lugano
bella: Francesco Tuccia squallido militare evviva Rosa e noi te la facciam
pagare è questa la vendetta che le donne san fare!... infine ci si è mossi in
corteo che a lungo si è fermato davanti la questura di via Pratello con la forte
denuncia e ricordata la lunga sequela di violenze che ha visto poliziotti,
"difensori", protagonisti, non certo singole mele marce!!
Non poteva certo mancare la provocazione
sessista al corteo: evidentemente la ribellione delle donne a ogni forma di
violenza scatena la “reazione”.
Come compagne dell' Mfpr abbiamo portato
la solidarietà e il sostegno delle compagne da Taranto a L'Aquila, da Palermo a
Milano e la proposta di costruire insieme per l'8 marzo un ponte contro gli
stupri in India e al fianco delle compagne indiane in prima fila contro il
regime indiano e l'imperialismo, lo striscione che abbiamo portato
recita:”Dall'India all' Italia contro repressione sessista--moderno medioevo
scateniamo la ribellione delle donne “.
Nel dopo manifestazione, anche
confrontandoci con alcune compagne,si è valutato come si sia trattato di una
importante manifestazione, per niente scontata, che mette a nudo come, per le
donne, ogni aspetto della vita, compresa la repressione, comporti una doppia
oppressione. Non scontata nella partecipazione, anche di compagni solidali di
cui si è apprezzata la disciplina nel rispettare delle compagne
nell'autodeterminare la manifestazione e le decisioni sulla stessa, e
determinazione. Non scontata perchè non sempre si riconosce la doppia
oppressione che le donne subiscono. Non scontata perchè si è fortemente
intrecciata con episodi di sessismo che si sono verificati nelle settimane
precedenti. E, questo, naturalmente ci riporta alla necessità di una lotta
implacabile contro le violenze sulle donne, perchè l'humus maschilista permea
tutti gli ambiti, se non lo si combatte quotidianamente.
Comunque è emerso in modo prepotente il
bisogno di organizzarsi delle donne e di una lotta più complessiva
report a cura
della compagna del movimento femminista proletario rivoluzionario che ha
partecipato
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