L'8 marzo esce un nuovo opuscolo del Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario
su donne e lavoro.
Vi sarà una sezione di analisi/inchiesta
Una sezione di battaglia politica/ideologica
Una sezione di bilancio di esperienze di lotta
Vi sarà una sezione di analisi/inchiesta
Una sezione di battaglia politica/ideologica
Una sezione di bilancio di esperienze di lotta
Gli articoli principali
saranno:
* la realtà nuda e cruda del lavoro e "non lavoro" delle donne
* analisi critica dell'inchiesta Fiom tra le operaie
* dibattito sullo sciopero delle donne
* Bilancio della lotta delle lavoratrici di Taranto delle pulizie
* Bilancio della lotta delle lav. precarie di Palermo
RICHIEDETELO A: mfprpa@libero.it
Riportiamo due stralci dell'articolo: La realtà nuda e cruda del lavoro e "non lavoro" delle donne"
"...Il calo maggiore dell'occupazione si ha proprio nelle attività lavorative part time, a dimostrazione che questo rapporto sbandierato come favorevole all'occupazione femminile e a conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita (vale a dire, più brutalmente, i tempi del doppio lavoro, nelle aziende e in casa), non significa salvaguardia o aumento dell'occupazione delle donne. D'altra parte il part time per la maggior parte delle donne non è affatto una scelta, ma l'unico lavoro trovato o un ripiego rispetto al carico familiare; nel sud più della metà delle donne con figli conviventi dichiara che avrebbe voluto un lavoro a tempo pieno ma non lo ha trovato (il 50,2%)..."
"...le donne al sud dimostrano una maggiore volontà di indipendenza, una maggiore spregiudicatezza e una minore ideologizzazione della famiglia. Questo ha implicazioni su una critica vecchia, prevalente tuttora nel campo del femminismo, verso l'ideologia patriarcale come accettata anche tra le donne, e soprattutto nel sud; e pone la necessità di fare invece una critica aggiornata della famiglia e del valore ad essa assegnato dalle donne.
Questa differenza, in un certo senso di controtendenza rispetto a decenni fa, tra nord e sud emerge anche dal fatto che più donne al sud rispetto al nord continuerebbero a lavorare o a cercare lavoro pur se avessero una
grossa vincita, vedendo il lavoro anche come condizione di indipendenza delle donne (continuerebbero a lavorare a fronte del 27,9% del nord, il 39,9% delle donne al sud e isole); così come, in generale più donne al sud che hanno dovuto abbandonare il lavoro, avrebbero voluto continuare a lavorare...".
* la realtà nuda e cruda del lavoro e "non lavoro" delle donne
* analisi critica dell'inchiesta Fiom tra le operaie
* dibattito sullo sciopero delle donne
* Bilancio della lotta delle lavoratrici di Taranto delle pulizie
* Bilancio della lotta delle lav. precarie di Palermo
RICHIEDETELO A: mfprpa@libero.it
Riportiamo due stralci dell'articolo: La realtà nuda e cruda del lavoro e "non lavoro" delle donne"
"...Il calo maggiore dell'occupazione si ha proprio nelle attività lavorative part time, a dimostrazione che questo rapporto sbandierato come favorevole all'occupazione femminile e a conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita (vale a dire, più brutalmente, i tempi del doppio lavoro, nelle aziende e in casa), non significa salvaguardia o aumento dell'occupazione delle donne. D'altra parte il part time per la maggior parte delle donne non è affatto una scelta, ma l'unico lavoro trovato o un ripiego rispetto al carico familiare; nel sud più della metà delle donne con figli conviventi dichiara che avrebbe voluto un lavoro a tempo pieno ma non lo ha trovato (il 50,2%)..."
"...le donne al sud dimostrano una maggiore volontà di indipendenza, una maggiore spregiudicatezza e una minore ideologizzazione della famiglia. Questo ha implicazioni su una critica vecchia, prevalente tuttora nel campo del femminismo, verso l'ideologia patriarcale come accettata anche tra le donne, e soprattutto nel sud; e pone la necessità di fare invece una critica aggiornata della famiglia e del valore ad essa assegnato dalle donne.
Questa differenza, in un certo senso di controtendenza rispetto a decenni fa, tra nord e sud emerge anche dal fatto che più donne al sud rispetto al nord continuerebbero a lavorare o a cercare lavoro pur se avessero una
grossa vincita, vedendo il lavoro anche come condizione di indipendenza delle donne (continuerebbero a lavorare a fronte del 27,9% del nord, il 39,9% delle donne al sud e isole); così come, in generale più donne al sud che hanno dovuto abbandonare il lavoro, avrebbero voluto continuare a lavorare...".
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