Ieri, una marea di studentesse,
studenti hanno dato vita ad una grande manifestazione a Brindisi, ad
una settimana dall'orribile attentato che ha ucciso Melissa e messo
in pericolo la vita di Veronica e colpire altre 4 studentesse. Un
attentato che ha colpito al cuore e alla mente la scuola
'Morvillo-Falcone' e tutte le scuole di Brindisi e del nostro paese.
Il movimento degli studenti non si è
fermato un solo momento. Ha reagito prima con paura, preoccupazione,
stringendosi intorno alle studentesse colpite, poi via via
organizzando il proprio movimento e la propria valutazione,
costringendo tutta la città, le istituzioni, il paese ad esprimersi,
dare risposte, confrontarsi.
Ma questo sabato è stato qualcosa in
più. Gli studenti come movimento, scuole, associazioni studentesche
hanno chiamato ad una manifestazione nazionale, assumendo un ruolo di
prima fila nella reazione all'attentato, di matrice ancora oscura.
'IO NON HO PAURA' è suonata come
dichiarazione forte, individuale e collettiva, ma anche come sfida
agli autori assassini, ai loro eventuali mandati e ispiratori.
Hanno voluto una manifestazione
autonoma, nelle loro mani, non di dolore e timori ma di forza,
autodeterminazione, volontà di riprendersi la scuola, la scena
politico-sociale dell'attentato e di liberarla di ipocrisie, di falsi
amici e di strumentalizzazioni della stampa.
E in questo, la manifestazione è stato
un punto di arrivo di questa settimana ma anche un vero punto di
partenza del movimento a Brindisi e nell'insieme del paese. Gli
studenti stanno trovando le loro parole e il loro percorso, e puntano
ad occupare la scena tragica creata dall'attentato per farne un
motivo di cambiamento della scuola, della cultura – cosa molto
sentita – del loro futuro anche come giovani del sud.
L'immagine di un nuovo Sud ribelle,
ispirato dalla reazione dei giovani che diventi continuità e
concretezza, sarebbe davvero il modo migliore per rendere il
sacrificio di Melissa non solo non vano ma anche motivo di nuova vita
e nuove speranze.
Noi come compagni e soprattutto
compagne di Taranto, presenti sin dal primo giorno, poi al funerale e
quindi a questa manifestazione, ne abbiamo sentito tutto il cammino e
anche la responsabilità di dire cose giuste al momento giusto.
E' in questo spirito che abbiamo
portato un volantino e uno striscione, bene accolti, e abbiamo
cercato in questa manifestazione soprattutto di ascoltare gli slogan,
le parole, gli argomenti, per cogliere il senso esplicito ed
implicito, per entrarvi dentro e assumere l'impegno espresso dallo
striscione: “IL NOSTRO IMPEGNO: LOTTARE CONTRO GLI ODIOSI ASSASSINI
E QUESTO SISTEMA CHE LI PRODUCE”.
Essere uniti e dalla parte degli
studenti in piazza, averne il massimo rispetto di idee e percorsi,
significa dire chiara la nostra su tutto, contro il paternalismo
strumentale presente anche nella manifestazione di Brindisi ad opera
di associazioni che hanno contribuito a realizzarla ma che vogliono
dire anche agli studenti come marciare, farli stare in un copione
già scritto che finora, loro per primi dovrebbero riconoscere, non
ha impedito che mafia e terrore sanguino le strade del nostro paese e
che abbiano scritto questa altra pagina orribile.
Alla partecipazione così ampia degli
studenti non ha corrisposto una adeguata partecipazione popolare.
Tanta gente a Brindisi è stata a guardare, si è sottratta. E anche
quelle organizzazioni sindacale che hanno i numeri, si sono ben
guardati di mobilitare i lavoratori. Hanno dimostrato ancora una
volta di fare più parte del Palazzo che della realtà viva.
Lo stesso movimento degli studenti su
scala nazionale, le loro associazioni più numerose e rappresentative
che pure hanno sentito come nazionale questa manifestazione, hanno
fatto ben poco per venire realmente a Brindisi in questa occasione.
Per questo la manifestazione non va
considerata come punto di arrivo. La partecipazione nazionale non può
far leva solo sui sentimenti ma ha bisogno di tempi di costruzione e
di organizzazione che gli studenti di Brindisi chiedono e meritano di
ricevere.
La vicenda dell'attentato è solo agli
inizi, la partita si è appena aperta. Gli studenti devono tornare a
Brindisi a livello nazionale davvero in massa in tutte le loro
componenti più significative.
Le responsabilità dell'attentato i
suoi fini restano purtroppo ancora oscuri, nonostante che mai come in
questo attentato ci siano tanti elementi: il filmato dell'autore,
l'esplosivo, la scuola. E' giusto pretendere in nome di una legalità
enunciata che si faccia luce subito su tutto questo. E' giusto non
delegare agli organi inquirenti della magistratura, delle forze
dell'ordine – peraltro divisi e con smanie di apparizione e di
protagonismo – la “caccia” ai responsabili. Anche perchè
chiunque essi siano, mafia o terrore reazionario, chiama subito in
causa gli apparati dello Stato, dell'economia che possano aver avuto
interesse a questo crimine, e anche se fosse da “gesto isolato”,
isolato ne sarebbe l'autore ma non certo la cultura e il sistema che
lo ha prodotto – gli esempi vicino di Norvegia, Finlandia non
possono mancare di far riflettere.
E' necessario arrivare subito alla
matrice, perchè serve al movimento degli studenti e a tutti coloro
che sono sulla stessa sponda per individuare il nemico da combattere,
trovare le forme per combatterlo fino in fondo, e anche per riempire
di contenuto le parole d'ordini che gli studenti hanno urlato,
rivendicando la difesa della scuola, la cultura, la partecipazione,
l'altra legalità, il loro futuro come nuova generazione.
NOI ODIAMO I FEROCI ASSASSINI CHE HANNO
CAUSATO LA MORTE DI MELISSA E IL FERIMENTO DELLE RAGAZZE. NOI ODIAMO
CHI HA ATTACCATO AL CUORE GLI STUDENTI
NOI ODIAMO I RESPONSABILI, MANDANTI,
POLITICI, ISTITUZIONI, CHE PER QUANTO SI DICHIARANO ASSOLTI, SONO
COMUNQUE PER SEMPRE COINVOLTI.
NOI ODIAMO UNA SOCIETA' E UN SISTEMA
DIVISO IN CLASSI CHE PRODUCE L'ORRORE QUOTIDIANO DELLA
DISOCCUPAZIONE, DELLA POVERTA', DELLA VIOLENZA REAZIONARIA,
DELL'OPPRESSIONE, DELLA MANCANZA DI VALORI, DEL CRIMINE ORGANIZZATO E
SPESSO LEGALIZZATO.
E forti di questo odio pensiamo di
essere parte di quell'amore per Melissa che gli studenti hanno
espresso in forme così emozionanti e toccanti anche nella
manifestazione di ieri.
Lo slogan di ieri: “La nostra
risposta alla paura è la rivoluzione nella cultura” vogliamo che
venga coniugato più chiaramente, anche se con meno rima, con un
altro slogan: “LA MIGLIORE RISPOSTA ALLA PAURA È LA CULTURA DELLA
RIVOLUZIONE”.
PER MELISSA, “IL FUTURO E' NOSTRO
COME IL VOSTRO, MA IN ULTIMA ANALISI E' IL VOSTRO!” - Mao Tse Tung
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