SULLA GRU
Sabato 30 ottobre la Questura, la Prefettura e soprattutto il Comune di Brescia hanno tentato di imporre con la
forza militare la fine della lotta dei migranti che vogliono liberarsi dalla clandestinità. Prima hanno vietato
una pacificamanifestazione dimigranti e antirazzisti, usando come pretesto la concomitanza con l’adunata degli
alpini che in realtà si svolgeva in tutt’altra zona del centro storico. Poi hanno ordinato a polizia e carabinieri di
manganellare in via San Faustino gli oltre mille manifestanti che si erano radunati nonostante numerosi reparti
delle forze dell’ordine da ore stessero ostacolando o impedendo, soprattutto ai migranti, l’accesso al luogo di
ritrovo per il corteo. La violenza di polizia in via San Faustino è costata forti contusioni a numerosi manifestanti,
uno dei quali è stato addirittura arrestato. Contemporaneamente, approfittando delle cariche di polizia in corso
nel centro storico, il vicesindaco Rolfi ha inviato le ruspe a distruggere le strutture del presidio permanente per i
permessi di soggiorno, in quel momento incustodito, nei pressi della Prefettura in via lupi di Toscana. Il presidio
era in corso da più di un mese senza che fosse ancora stata data una risposta.
E’ in conseguenza di tutto questo – della chiusura totale, dell’arroganza, della violenza e dall’incapacità di dare
risposte vere ad un grave problema sociale da parte del Comune e delle altre autorità - che dal pomeriggio dello
stesso sabato 30 ottobre alcuni immigrati resistono in condizioni difficilissime in cima alla gru del cantiere della
metropolitana in via San Faustino – p.zza Cesare Battisti. Un’azione forte, estrema e disperata perché sia
finalmente ascoltata la richiesta di uscire dalla clandestinità fatta da tanti immigrati che da anni vivono e
lavorano a Brescia senza aver commesso alcun reato.
Sono i migranti la cui domanda di regolarizzazione presentata con la sanatoria del 2009 è stata respinta per
colpa delle truffe fatte ai loro danni da datori di lavoro senza scrupoli e anche, di fatto, dal governo, che prima ha
raccolto le domande (che sono costate migliaia di € a ciascun richiedente) e poi ha cambiato le condizioni
necessarie per l’ottenimento del permesso di soggiorno.
E’ questo il problema che Paroli e Rolfi, insieme al prefetto e al questore, hanno tentato di eliminare con la
violenza pur di non affrontarlo. Ora la protesta risulta più grande ed evidente di prima, con i migranti ancora più
numerosi e determinati nel chiedere nient’altro che la regolarizzazione, indispensabile per avere dignità e
giustizia. Ma ancora una volta, nonostante le sollecitazioni della stessa Chiesa bresciana, le autorità politiche
non propongono ne’ accettano soluzioni reali e concrete, che sarebbero a portata di mano e che
permetterebbero finalmente ai ragazzi di scendere da quella gru. Preferiscono spacciare per aperture false
concessioni e prese in giro, in modo da poter poi minacciare e giustificare nuova repressione.
Sta diventando del tutto chiaro cosa intendono Paroli, Rolfi e i loro complici quando parlano della “sicurezza”
che avevano promesso a tutta la città. Intendono il lavoro garantito negli uffici comunali per i loro parenti. Il
poter magnare a più non posso a spese della collettività grazie alle carte di credito da assessore. Il poter
svendere beni pubblici ai loro amici, o il realizzare “grandi opere” e grandi speculazioni ad impatto ambientale
devastante come a San Polo. E intendono anche il continuare a garantire le proprie carriere politiche e i
propri privilegi assicurando clandestinità e sfruttamento agli immigrati; odio verso gli immigrati e nient’altro ai
cittadini e lavoratori italiani. Una ricetta perfetta per creare rabbia e tensioni sociali destinate ad esplodere.
Con i lavoratori, gli studenti e i cittadini di Brescia, in particolare nel quartiere del Carmine, ci scusiamo
per i disagi che può arrecare la protesta sulla gru e nei dintorni. Ma vi invitiamo a pensare anche a questo:
- La colpa di questa situazione molto difficile è degli amministratori politici che non sanno e non vogliono
dare risposta ai gravi problemi che già conoscono ma che continuano ad ignorare.
- Sono quindi questi amministratori e il Ministro degli interni, non certo i cittadini bresciani, che devono
pagare gli eventuali costi aggiuntivi causati dal blocco del cantiere dellametropolitana (costi aggiuntivi
che peraltro sarebbero una frazione assolutamente minima del costo stratosferico di questa grande
opera, lievitato negli anni non certo per colpa degli immigrati!)
- La libertà di espressione attraverso un presidio o una manifestazione oggi è messa a rischio per i
migranti, ma se non la difendiamo tutti insieme domani può essere negata anche a chiunque altro.
- Non solo per i migranti i diritti, le condizioni di vita e lavoro sono sotto attacco. E’ così anche per le
donne e gli uomini italiani, con i licenziamenti, gli sfratti, i tagli a servizi e beni comuni come la scuola e
gli ospedali: la precarietà crescente rende migranti anche il reddito e il lavoro degli italiani.
In realtà appesi ad una gru ci sono anche le vite e i diritti della grande maggioranza degli italiani.
Con queste motivazioni chiamiamo tutti e tutte sabato 6 novembre - ore 15 piazza della loggia - alla
MANIFESTAZIONE
per i permessi di soggiorno, contro la clandestinità e lo sfruttamento. Per i diritti e la libertà di tutte e
tutti, italiani e immigrati. Contro la precarietà e la miseria, perché la crisi devono pagarsela i banchieri,
gli speculatori e gli industriali.
Presidio sopra e sotto la gru di via San Faustino – P.zza Cesare Battisti
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