Alcuni punti sulla situazione attuale.
Berlusconi e il suo governo sono entrati in una nuova spirale di difficoltà causata dalla fin troppo squallida vicenda “Ruby”. Questa vicenda viene da lontano e affonda nella natura stessa di questo governo e del regime moderno fascista in formazione.
Sulla questione personale Berlusconi ha già detto tutto a suo tempo Veronica Lario, così come abbiamo già detto tutto noi all'epoca - e a quegli articoli rimandiamo.
Qui in aggiunta vi è il ruolo della Questura e del questore di Milano che non hanno esitato a farsi solerti servitori di Berlusconi, in spregio alle leggi; con immediato beneficio per il questore con la sua nomina a Prefetto. Ma in un certo senso anche questo ruolo non è che l'evidenza di come in regime di moderno fascismo in formazione le strutture dello Stato vengono asservite e utilizzate come strumenti privati, delegittimando anche quello che dicono di essere. Tutto questo fa parte delle caratteristiche più o meno hard o più o meno soft di ogni dittatura personale.
Proprio per questa ragione noi consideriamo questi fatti che mostrano la crisi di legittimità del governo e dello Stato anche nella loro etica pubblica, perfino più importanti della naturale contesa sociale che si sviluppa nella società.
Ai tempi della vicenda “Veronica” siamo stati gli unici a ritenere che quella vicenda e ciò che metteva in luce bastava ed avanzava per chiedere le dimissioni del governo, per imporle con un braccio di ferro al Parlamento, per uno sciopero generale che richiedesse anche l'uso della forza per raggiungere l'obiettivo. Questo non è avvenuto, né temiamo avverrà adesso.
Perchè l'opposizione parlamentare è complice, scandalizza il caso personale ma non il sistema al cui interno esso si muove; l'opposizione fuori dal parlamento non è né coerente con ciò che dice di essere, né democratico-radicale.
Lasciamo perdere poi l'invocazione per sé di una rappresentanza sociale degli interessi operai e proletari, dato che proprio in nome di questi interessi dovrebbe fare doppiamente scandalo che mentre per operai, proletari, cittadini, immigrati vi sono cancellazioni di diritti, cariche poliziesche, divieti e leggi capestro, per qualsiasi “puttanella” di Berlusconi – ma non solo di Berlusconi, tutti i ministri e ministre passano o sono legati al 'letto di Putin', come tutti in parlamento o nella stampa sanno benissimo perchè vedono con i propri occhi e hanno in mano carte e foto di tutto questo, di un sistema in cui sono tutti allo stesso tempo corrotti e corruttori, ricattatori e ricattati – vi è protezione in attesa di incarico nelle istituzioni o in televisione.
Così come dovrebbe fare enorme scandalo che mentre ad operai, lavoratori vengono negati i salari, anche miseri aumenti, ai disoccupati di Napoli vengono tolti perfino i sussidi, vengono ostentatamente dispersi quotidianamente ovunque e in ogni modo soldi ricavati dalla rapina sistemica del salario: 7mila euro e un Audi costosa “a botta”. E potremmo continuare a lungo su questa strada.
Ribadiamo il punto. Questo governo, questo regime va bloccato, rovesciato e cancellato se se ne comprende la natura e se si accetta e si conduce la sfida della lotta politica fino in fondo e alle sue estreme conseguenze.
La sinistra opportunista parlamentare ed extra parlamentare, operaista o movimentista che essa sia, converge con la sottovalutazione della questione per la sua natura economicista e non rivoluzionaria. Ma il regime e la sua compagine governativa, il suo dittatore da avanspettacolo nella loro azione convinceranno anche il più duro di comprendonio che se non si vuole l'eternità e il degrado senza fine, questo regime deve essere rovesciato con la forza, e questo deve essere messo all'ordine del giorno non tanto e non solo sui giornali e nelle aule del parlamento ma nelle piazze e negli assedi dei luoghi del potere borghese.
Questa condizione oggi ha una ragione in più per il combinarsi, certo non casuale ma in qualche misura obbligato, del fascismo berlusconiano con il fascismo padronale, dell'altro governo parallelo della lotta di classe che da Marchionne in poi è in azione. Il rapporto tra i due fascismi in azione è più forte delle contraddizioni tra l'uomo nero “virtuoso” che lavora 24 ore in Fiat e l'uomo nero puttaniere.
Il Corriere della Sera di sabato 30 ottobre, non in prima pagina insieme alla vicenda “Ruby” come sarebbe stato giusto ma a pag. 43, tratta della questione: “Il presidente Silvio Berlusconi prende le difese dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, dopo la trasmissione “Che tempo fa” e dichiara: “Marchionne ha detto la verità dell'oggi e del domani”. E ha proseguito rispondendo a tutti quelli, politici ed esponenti dell'economia che hanno accusato Marchionne di aver ricevuto aiuti di Stato, sottolineando che il problema non è questo ma il costo del lavoro “il Lingotto si trova a gestire stabilimenti che hanno alti costi e dove sono presenti dei sindacati che ne limitano le scelte”.
Il fascismo padronale, lo abbiamo già detto e scritto e anche urlato alla grande manifestazione di Roma del 16 ottobre, non si ferma con la lotta sindacale, per quanto essa sia indispensabile e debba arrivare fino allo sciopero generale, ma domanda l'attacco e il contrasto del sistema, del suo Stato, del suo governo. Per questo la questione ”Ruby” e il fascismo padronale sono due facce della stessa medaglia. E solo una visione congiunta delle due questioni offre un quadro della realtà in cui si sviluppa la lotta di classe, che pone all'ordine del giorno l'urgenza del rovesciamento rivoluzionario di entrambe.
proletari comunisti 1 novembre 2010
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