Esplosione nel Milanese, 7 feriti
04 novembre, 19:28 ANSA
La superstrada Milano-Meda chiusa al traffico dopo l'esplosione dell'azienda chimica Eureco Holding Esplosione nel Milanese, 7 feriti 04 novembre, 19:28
MILANO - Ha gravi ustioni su tutto il corpo di secondo e terzo grado uno dei sette operai coinvolti nell'esplosione di una ditta chimica a Paderno Dugnano, nel milanese. L'uomo, ricoverato al Fatebenefratelli in codice rosso, ha circa 30 anni e, riferisce l'ospedale all'ANSA, e' straniero.
Secondo i residenti a luglio si era gia' verificata un'esplosione nello stabilimento che pero' non aveva provocato vittime.
questa è l'ultima strage annunciata di lavoratori di una guerra che si svolge quotidianamente e che nonostante le campagne mediatiche sfalsate da parte di inail e governo che annunciano la diminuzione degli infortuni, la realtà è un'altra ed è quella che nonostante la crisi e la diminuizione delle ore lavorate, : si intesifica lo sfruttamento e quindi aumentano le morti per mantenere alti i profitti, oltre al, fatto che aumento il ricatto del lavoro in ogni condizione e quindi la sicurezza diventa oltre che secondaria.
in questo link sono segnate tutte le morti dall'inizio dell'anno (http://lombardia.indymedia.org/node/24821) e si dice "aiutateci a tenere alta l'attenzione sulle morti sul lavoro", ma questo non basta assolutamente perchè se si evince da questi dati che è una guerra occorre mettere in campo le armi che servono per combatterla, un movimento permanente contro l'incivilta di un sistema che vede come normale morire sul lavoro e che si occupa della condizione operaia solo quando ci sono stragi eclatanti, cercando addirittura di usare questi eventi per poi spegnere subito i riflettori sulle cause che li producono e li fanno ripetere.
così come servirebbe uno sciopero generale per la sicurezza, ma in questi anni solo la rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro ha cercato di costruire le condizioni per questa battaglia continua contro l'ineluttablità delle morti sul lavoro e di chi le considera incidenti o ancor peggio colpa degli stessi lavoratori.
oppure di volta in volta cerca di trovare delle giustificazioni del tipo quello che è successo al microfono aperto da radio popolare per questultimo caso di paderno dove si dice non cera il sindacato, erano in appalto, non conoscevano le pratiche operative, facendo parlare il predidente dell'amnil che dice che la responsabilita è per il50% dell'operaio e del datore di lavoro e che serve informazione e la cultura della sicurezza, dove parla l'ex operaio della thyssen boccuzzi ora deputato pd e non nomina neanche minimamente che la colpa è del profitto (visto che alla thyssen cerano i sindacati, erano operai e non interinali, gli venivano fatti i corsi), della scelta del padrone di lasciare lavorare gli operai su delle linee e macchine lasciate andare al disfacimento e con costanti incendi che si propagavano......
alleghiamo alcune prese di posizione che danno l'idea di come questi notabili dei padroni stiano a seguire la crescita delle morti operaie (gennaio:QUATTRO INCIDENTI MORTALI IN LOMBARDIA IN MENO DI UN MESE, febbraio:Infortuni sul lavoro, già sei vittime nel 2010) senza fare niente di concreto se non lacrime di coccodrillo...
della cgil che in altro caso di infortunio mortale ad un immigrato si stracciava le vesti sulla tragica esistenza di esseri umani nella clandestinità, quando poi non hanno mai fatto una battaglia concreta con leggi razziste e cpt o come quandosi rivoltano come a brescia non appoggiano le loro forme di lotta e non scendono in piazza per rompere i divieti imposti agli immigrati per manifestare contro questo stato di cose....
per non parlare della cisl che dovrebbe stare zitta sulla sicurezza vista la sua partecipazione doppiamente attiva nel peggiorare le condizioni dei lavoratori con gli attacchi al contratto aziendale e che a brescia non trova di meglio che alimetare la guerra tra i lavoratori immigrati sulla gru e quelli che gli viene impedito di lavorare nel cantiere che sono anche in prevalenza immigrati
dal sito cgil lombardia
QUATTRO INCIDENTI MORTALI IN LOMBARDIA IN MENO DI UN MESE. DICHIARAZIONE DI ORIELLA SAVOLDI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA.
Oriella Savoldi, della Segreteria della Cgil Lombardia sottolinea che “è' già pesante il bilancio degli infortuni sul lavoro del 2010, in tempi di rallentamenti e fermi produttivi e di grave crisi occupazionale. Troppi feriti o intossicati, e con l’operaio morto ieri a Desio salgono a quattro le vittime sul lavoro in Lombardia.
Una morte davvero atroce quella del giovane operaio straniero caduto nella tramoggia di una macchina spargisale; ma oltre a questo colpisce, nella registrazione dell'infortunio, alla voce mansione svolta, la specificazione: non classificata. E alla voce rapporto di lavoro: autonomo senza dipendenti.
Impossibile trattenersi dal pensare - dice Savoldi - ai troppi volti che lavorano nel nostro Paese senza che la loro presenza sia riconosciuta e a come, tragicamente, solo la morte in alcuni casi ne riveli l'esistenza.
Anche per questo infortunio si tratterà di accertare le responsabilità, ma da chi dipenda quella di mantenere esseri umani nella clandestinità, a tutto vantaggio di irregolarità e insicurezza per chi lavora è risaputo, e questo ci impegna nell'opera di contrasto e di iniziativa”.
Sesto San Giovanni 28 gennaio 2010
dal sito cisl lombardia
Infortuni sul lavoro, già sei vittime nel 2010
Ieri un operaio ha perso la vita in provincia di Varese
Milano, 9.2.2010
Ennesima tragedia sul lavoro. Ieri, un operaio della Riganti Spa, fonderia di Solbiate Arno, ha perso la vita mentre stava lavorando al maglio di una "berta", un macchinario per lo stampaggio a caldo dell'acciaio. Gaetano Saraceni, 30 anni, stava operando al reparto forge, il cuore dell'azienda del varesotto che produce principalmente per l'industria navale e per i mezzi di movimento terra, quando per motivi ancora in corso d'accertamento, un pezzo di ferro è uscito dallo stampo, colpendolo in pieno petto. Inutile è stato il tentativo dei colleghi di soccorrerlo e l'arrivo di un medico rianimatore. Un’altra vita spezzata nello svolgimento del proprio lavoro. Sono già sei le morti bianche in Lombardia in questo primo scorcio del 2010. "Le parole non bastano più. In questo calvario infinito di morti sul lavoro, ogni volta che accadono, ci si interroga su come sia possibile il ripetersi di incidenti simili", commenta Roberto Benaglia, segretario regionale Cisl Lombardia. "C’è ancora molto da fare affinché il tema della sicurezza sia davvero posto al top delle priorità tra gli imprenditori ed i lavoratori - aggiunge -. Se le imprese continuano a considerare la sicurezza un costo, la vita di molti lavoratori continuerà ad essere a rischio. Bisogna investire in prevenzione, potenziare l’informazione, la formazione e l’addestramento professionale, promuovere una vera cultura della sicurezza per garantire la vita dei lavoratori".
Stranieri
Infortuni sul lavoro, il record in Lombardia
Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Sono queste le regioni dove i lavoratori stranieri sono più frequentemente vittime di infortuni. E insieme nel 2008, secondo il rapporto Inail, hanno totalizzato il 57,3 per cento delle denunce e il 50 delle morti bianche tra i non italiani. Si conferma così «l' andamento a macchia di leopardo degli incidenti sul lavoro nel nostro Paese, strettamente connesso alla diversa densità occupazionale registrata nelle varie zone d' Italia». I dati sono emersi nel corso della mostra convegno «Progetto sicurezza», al Palazzo delle Stelline, in corso Magenta, organizzato da Inail e Aias, le due organizzazioni più importanti sul tema sicurezza sul lavoro. La Lombardia è la più interessata da questo fenomeno: un infortunio ogni 5 denunciati a danno dei lavoratori stranieri si è verificato nelle province lombarde e ha coinvolto soprattutto giovani operai provenienti da Marocco, Romania e Albania. La tendenza si conferma anche per le malattie professionali: nel 2008 il 13% sono state registrate in Lombardia, preceduta da Emilia Romagna (25%) e seguita dal Veneto (11%). RIPRODUZIONE RISERVATA
(4 luglio 2010) - Corriere della Sera
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