martedì 2 novembre 2010

pc quotidiano 2 novembre - anche alla Ducati di Bologna aumento dello sfruttamento e mimacce di licenziamenti

La crisi si fa sentire anche a Bologna. Non soltanto per le migliaia di casse integrazioni e la difficoltà di trovare lavoro per chi non ce l'ha. E' la logica del ricatto, secondo cui nella crisi bisogna ridurre i diritti, esplosa questa estate a Pomigliano, che si fa sentire anche in Emilia Romagna. Quello che sta accadendo alla Ducati, marchio noto in tutto il mondo, è esemplare. Pochi giorni fa, gli operai della Ducati Motor hanno scioperato contro l'aumento dell'orario lavorativo di dieci minuti, che l'azienda ha imposto attraverso la cancellazione di due pause di 5 minuti. Ieri, un presidio ha visto insieme operai e delegati di Ducati Motor e Ducati Energia, per protestare contro la minaccia di licenziamento di due operai e due impiegati alla Ducati Energia (foto).



Questi lavoratori sono sotto minaccia di licenziamento e l'azienda vorrebbe rivalerso contro di loro per un supposto danno subito. Sono segnali di come il modello Pomigliano, ben lontano dall'essere uno scandaloso "caso isolato", stia cambiando le relazioni di lavoro nelle aziende del nostro paese. Pubblichiamo su questo un'intervista con Luca, operaio della Ducati Motor e delegato FIOM-CGIL


Ciao Luca, iniziamo dalla vostra situazione alla Ducati Motor, che cosa sta succedendo?
Succede che ci hanno tolto i dieci minuti di pausa, 5 al mattino 5 al pomerigio, che ci servivano come pausa fisiologica e “saponetta”, per lavarci le mani eccetera. Quello che i giornali non hanno detto è che sono stati guadagnati: i lavoratori di linea mantenevano la produzione di 8 ore, così che togliendoci 10 minuti aumentano la produzione in nome della competizione. Secondo loro aumenterebbe del 2%, ma tutto questo succede in un periodo di cassa integrazione per la Ducati, loro recuperano le moto con la cassa integrazione. Le tre organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero che in questo momento è stato sospeso perché avremo un altro incontro al ritorno dalla cassa integrazione per definire competitività ed efficienza a livello aziendale. Se loro a livello unilaterale continuano a dire che vogliono quei 10 minuti per la produzione, continueremo a fare 15 minuti di sciopero al giorno.



E alla Ducati Energia?
E' il modello Pomigliano, che Guidi ha dichiarato che deve essere esteso a livello nazionale. Quello che sta facendo con i 4 licenziati vorrebbe che diventasse un modello per Bologna. I delegati stanno rispondendo forte, tre giorni di sciopero, ieri blocco del traffico in Via Emilia, noi della Ducati motor domani appoggeremo lo sciopero, ma il fatto è che nel momento di crisi quello che vogliono fare è toglierci i diritti che abbiamo conquistato. Dovremmo chiamarlo Modello Marchionne/Pomigliano/Guidi.

Questo dei ricatti è diventato un tema ricorrente, dalla reazione degli operai di Pomigliano alla manifestazione del 16 ottobre. A Bologna è in preparazione una manifestazione regionale per il 13 novembre, che in parte richiama questi temi. La Fiom di Bologna ha aderito alla manifestazione del 13 novembre, voi come RSU-FIOM della Ducati Motor avete partecipato allo sciopero del lavoro migrante 1 marzo. Credi che se questa del 13 possa essere un’occasione per dire no al ricatto dei padroni a partire dai migranti?

Il 13 è una grande occasione per farci vedere tutti uniti contro i ricatti e certe situazioni che si stanno creando, una certa ignoranza culturale che si dà in Italia oggi. Il discorso è che l’affiancamento di Fiom, migranti e tutti quelli che parteciperanno a questa manifestazione dovrà essere forte come è forte il problema di quello che sta accadendo a livello nazionale. La Fiom è accanto ai problemi dei migranti e parlerà ad alta voce di tutti quei problemi che si stanno dando a livello culturale. Come RSU Ducati saremo in piazza e porteremo lo striscione come abbiamo fatto il primo marzo.

A proposito del 16, qual'è il tuo giudizio sulla manifestazione: c’erano migranti in piazza, ci può essere un legame col 13?
Sì, c’erano tanti migranti in piazza. La manifestazione del 16 con tutte le dichiarazioni di Maroni che annunciava problemi e tafferugli si è dimostrata una grandissima manifestazione, di sabato, quando tutti i lavoratori hanno aderito per dire che in Italia ci sono dei grandissimi problemi e che bisogna provare a cambiare la mentalità che c’è in questo momento in questo paese. A partire dalla manifestazione del 16 si deve allargare la lotta a quelle problematiche che emergono dagli ambiti lavorativi. Il legame con il 13 c'è, perché quello dei migranti è un punto fondamentale del nostro lavoro a livello nazionale e bisogna tutelarli.

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