L’attacco del governo moderno fascista della Meloni è a
tutto campo, dal lavoro, alle donne, ai diritti fondamentali… per finire all’istruzione
(come sta facendo il suo amico Trump).
Da diversi mesi sono in atto in tante università iniziative
per denunciare questo attacco, dal nord al sud e ieri a Torino, Treno, Padova,
Siena, Bari, Catania, per citarne alcune, come cita il manifesto di oggi.
Contro questo governo e la ministra Bernini: no al piano di
riarmo europeo, alla riconversione dell’industria al settore bellico e al ddl
sicurezza. NO ai servizi segreti dentro le università e alle schedature di
massa.
Le manifestazioni servono a “svelare cosa c’è dietro agli
atenei italiani: il lavoro precario di migliaia di ricercatori, dottorandi e
assegnisti di ricerca che hanno contratti breve, senza garanzie, costretti a
cambiare sede in cerca di un contratto». Dietro gli atenei ci sono anche le
ricerche nel settore bellico. Alla preoccupazione che i tagli di 1,2 miliardi
previsti dalla legge di bilancio compromettano la sopravvivenza della ricerca
pubblica, agevolando i portatori di interessi privati, si è aggiunto il timore
per l’impatto che il RearmEu e il ddl Sicurezza potranno avere in questo
contesto. E la saldatura con la questione palestinese è stata naturale.”
La tendenza ai tagli è in corso da anni, ma questo governo
ci mette il carico da novanta: “È una tendenza in atto da anni – dicono i
precari dell’università di Pisa – ma oggi siamo di fronte a un punto di non
ritorno che mina ciò che è rimasto dell’università pubblica».
Contro l’attacco a tutto campo, ci vuole una lotta a tutto campo per cacciare questo governo moderno fascista.
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