Non
bisogna mai farsi ingannare dalle parole degli imperialisti e da tutti i loro
lacchè. Sulla deportazione dei palestinesi gli Usa e i nazisionisti fanno sul
serio. La sparata del fascioimperilista Trump con annesso video su Gaza, di
trasformare la striscia in un resort turistico, era stata attenuata da Trump
stesso e dalla propaganda americana, ma come si vede dalla notizia che dall’altro
ieri gira sui media come l’Ansa, che riprende un’esclusiva che della Associated
Press, gli USA e l’entità nazisionista, stanno facendo tentativi con paesi africani
come il Sudan, la Somalia e il Somaliland per spostarvi i palestinesi che
vorrebbero deportare dalla Palestina.
La
notizia viene riportata anche da un articolo del manifesto di ieri che ha per titolo
“Usa e Israele vogliono deportare in Africa i palestinesi di Gaza".
“I colloqui, tenuti in gran segreto, riflettono la volontà dell’amministrazione di Donald Trump e del governo di Benyamin Netanyahu a portare avanti un progetto che è stato respinto dai palestinesi – «non
abbandoneremo mai Gaza, no a una seconda Nakba», ripetono a ogni occasione – e aspramente criticato da organizzazioni per i diritti umani e da governi arabi e occidentali.”“L’Egitto
ha anche presentato un suo piano per la ricostruzione di Gaza in cinque anni,
con l’investimento di decine di miliardi di dollari, garantendo che la
popolazione resterà nella Striscia.”
Questo
piano però è stato rifiutato nettamente sia da Trump che da Nethanyahu a cui,
invece, “il piano di Donald Trump piace molto. Il premier israeliano ne parla
come di una «visione audace», mentre il ministro delle Finanze Bezalel
Smotrich, da sempre fautore della cosiddetta emigrazione «volontaria» dei
palestinesi, ha annunciato la creazione di un «dipartimento per l’emigrazione»
all’interno del ministero della Difesa con l’obiettivo di identificare paesi
disposti ad accogliere palestinesi e facilitare il loro «trasferimento» (5.000
al giorno, sogna Smotrich).
Dai
paesi africani coinvolti, fino a questo momento per quanto si conosce Sudan,
Somalia e Somaliland (autoproclamatosi indipendente dalla Somalia oltre
trent’anni fa, ma privo di riconoscimento internazionale), arrivano smentite,
ma, dice il manifesto, contano fino a un certo punto, perché si tratta di paesi
poverissimi “in condizioni economiche difficili e, in alcuni casi, sono
lacerati da gravi conflitti interni; quindi, sono deboli e potenzialmente
disposti a qualche tipo di intesa in cambio di finanziamenti e aiuti. Secondo
l’Ap, due alti funzionari sudanesi hanno confermato che il governo ha ricevuto
proposte da Washington, comprendenti aiuti militari e finanziari. «Abbiamo
immediatamente respinto l’idea», ha detto uno di loro».”
Per
quanto riguarda il Somaliland, per esempio, “Secondo fonti americane sarebbero
in corso discussioni riservate che potrebbero portare al riconoscimento da
parte degli Stati uniti in cambio della disponibilità ad accogliere
palestinesi.”
Ma
questi sogni degli imperialisti genocidi e frustrati da una crisi infinita del
loro sistema, sono destinati a svanire perché il popolo palestinese ha
dimostrato e dimostra ogni giorno di sapere e volere resistere.
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