domenica 17 dicembre 2023

pc 17 dicembre - La guerra dei padroni contro i lavoratori sui posti di lavoro ha prodotto finora oltre 850 morti sul lavoro da inizio anno

info - il Piemonte conta 56 vittime

Peggio hanno fatto solo Lombardia, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna: il settore delle costruzioni maglia nera
Nei primi dieci mesi del 2023 sono state 868 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 672 in occasione di lavoro (+2% rispetto a ottobre 2022) e 196 in itinere (-21,6% rispetto a ottobre 2022). Sono i dati forniti dallOsservatorio di Sicurezza e Ambiente.

Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (108). Seguono: Campania (66), Veneto (62), Emilia Romagna (58), Piemonte (56), Puglia (51), Lazio (50), Sicilia (42), Toscana (27), Abruzzo (26), Umbria (20), Marche (18), Calabria e Friuli Venezia Giulia (17), Liguria (15), Trentino Alto Adige e Sardegna (13), Basilicata (7), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

Il settore delle costruzioni maglia nera

Da gennaio ad ottobre è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in

occasione di lavoro: sono 117. È seguito dal settore dei trasporti e magazzinaggio (91), dalle attività manifatturiere (81) e dal commercio (56).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (244 su un totale di 672). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a ottobre 2023 sono 38, mentre 21 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 128, mentre sono 33 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il mercoledì il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (19,9%).

Infortuni in diminuzione

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 17,8% rispetto a fine ottobre 2022. Erano, infatti, 595.569 a fine ottobre 2022, nel 2023 sono scese a 489.526. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine ottobre le denunce erano 75.034 mentre a fine ottobre 2023 sono diventate 33.773. D’obbligo sottolineare anche questa volta come il decremento sia dovuto alla “quasi totale estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi dieci mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle attività manifatturiere (62.719); seguono: sanità (33.773), costruzioni (30.371), trasporto e magazzinaggio (28.265) e commercio (26.525).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a ottobre 2023 sono state 171.992, quelle dei colleghi uomini 317.534. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 412.001 da gennaio ad ottobre 2023: sono 277.313 gli uomini e 134.688 le donne. Le denunce di infortunio degli italiani sono 327.802, mentre degli stranieri sono 84.199.

La maggior parte dei casi nella fascia 45-54 anni

La fascia più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 114.350 denunce (il 23,4% del totale).

Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 39.740 denunce (circa l’8,1% del totale).

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