mercoledì 20 dicembre 2023

pc 20 dicembre - Contro l'attacco alla condizione delle donne - brodo di coltura delle violenze sessuali - non c'è "cambiamento" che tenga... Intervento del Mfpr

Ieri l'ultimo femminicidio: Vanessa Ballan, commessa al supermercato Eurospin di Riese Pio X, in provincia di Treviso, uccisa a coltellate, ancora una morte dopo la denuncia per stalking,

Dall'intervento del Mfpr nell'assemblea a Bari allo spazio transfemminista "Zamp3 mostruos3"

"...L'attacco alla condizione delle donne è a 360°. E allora quando noi parliamo di cambiare un aspetto è come se volessimo svuotare il mare con un cucchiaio, e intanto il mare continua e, guardate, che è sempre peggio. In questa fase, da più di un anno, c'è il governo Meloni; sempre tutti i governi sono stati contro le donne, però questo legittima, rivendica questo attacco, ne fa la sua base: "Dio, Patria e Famiglia". Questo governo ha cominciato col decreto "anti rave", ma poi ne fa uno ogni quindici giorni, ha fatto il decreto "Cutro" per i migranti, per i bambini che sono morti lì sulla spiaggia; sta facendo tutta la campagna sulla natalità, ha organizzato addirittura gli 'Stati generali sulla natalità' in cui tutte le varie facce del sistema erano rappresentate, dal capitale, alla Finanza, al governo, alla Chiesa, ecc., per dire che le donne adesso devono fare figli, e devono fare figli perchè i padroni hanno bisogno di braccia fresche, e perchè c'è la guerra e anche lo Stato italiano comincerà a pretendere giovani da mandare in guerra, come lo fa Israele, l'Ucraina.

Poi c'è stato il 'Decreto Caivano', in cui la risposta è solo più polizia, poi c'è quest'ultimo decreto, che ancora devono approvare, ma in cui tutto è reato, se tu fai una lotta, un blocco per problemi seri, di lavoro, di discriminazione, di salario, per le case, ecc., ora puoi essere arrestata; così come le donne incinta o che hanno bambini fino a tre anni oggi andranno in carcere mentre prima non ci andavano. Quindi è tutto interno ad una logica securitaria, per cui il problema non è affatto di un governo che non applicale eventuali leggi, normative a difesa delle donne, ma un governo che fa ulteriori leggi che effettivamente fanno diventare impossibile pensare ad un cambiamento che non sia frutto di una lotta effettiva, di una lotta che punti a rovesciare, questo governo in primis, ma rovesciare il sistema, tutta la situazione, perchè altrimenti non c'è altro modo.

L'altro discorso sull'educazione. Mezzo milione in piazza il 25 novembre - numeri che nessuno,

neanche i sindacati hanno mai portato in piazza negli ultimi anni -, 500mila donne, persone in lotta; questo è stato un momento effettivo di presa di coscienza collettiva, un inizio importante. Certo, comunque ancora non significa che abbiamo cambiato chissà cosa della situazione. Però c'è voluta quella manifestazione, ci sono volute quelle centinaia di migliaia di donne in piazza, e noi speriamo che continui assolutamente. Ci vuole la lotta. Io stavo negli anni '70; in quegli anni gli stupri, i femminicidi erano molto, ma molto di meno, perchè c'erano le donne in piazza; e non solo c'erano in piazza, ma, per esempio, sulla questione dell'aborto facevano i blitz - come il 25 a Roma vi è stato alla sede di 'Pro vita' - negli anni '70 andavano negli studi dei medici, dei cosiddetti "cucchiai d'oro" che in ospedale erano 'obiettori di coscienza', non facevano gli aborti, e invece nei loro studi li facevano e se li facevano pagare a peso d'oro. Quelle donne erano "pericolose". 

Finchè noi non siamo pericolose non cambiamo la situazione!

La lotta tra l'altro cambia le coscienze molto più di tante parole, formazione, educazione. Basta una lotta seria, perchè si cambi da un giorno all'altro. Guardate, noi a Taranto le facciamo le lotte. Abbiamo fatto le lotte di lavoratrici, precarie delle pulizie, di quelle che fanno le ausiliarie negli asili... Se tu le vedevi il giorno prima, facevano "chiacchiere da bar" o lamentele inutili, il giorno dopo che hanno fatto la lotta, dura, lunga, con blocchi, scontri con la polizia, erano delle "eroine", avevano trasformato anche il loro linguaggio. E' la lotta l'aspetto principale. 

Anche perchè c'è questa questione dell'"educazione". Certamente è importante. Però, primo, noi dobbiamo oggi contrastare chi del governo, dei ministri parla di "educazione" nelle scuole, anzi, li dobbiamo cacciare dalle scuole. Perchè questi vengono nelle scuole ad addomesticare. Prima hanno mandato nelle scuole a fare lezioni l'Esercito, rappresentanti della Guardia di finanza, la Polizia, poi hanno fatto morire ragazzi con gli stage "scuola-lavoro", e ora, loro, pretenderebbero di educare? Ma per piacere! Chi educa chi? Noi speriamo anche con questa iniziativa di "Lettera ai presidi" - ai Presidi perchè, purtroppo bisogna passare da loro per parlare all'interno delle scuole con le studentesse, gli studenti - ma noi alle studentesse diremo: cacciateli, non si permettessero questi che dicono che i propri figli stupratori sono innocenti, che le ragazze se la sono cercata o non hanno la testa sulle spalle... 

Quindi, la prima questione quando parliamo di "educazione" è di dire NO! Non in nostro nome!. Perchè quando senti "educazione" vuol dire che ti stanno fregando.

L'altra questione, però, è al nostro interno. E' come se noi volessimo affrontare dal lato della sovrastruttura una questione che ha solide e sempre più nere, pesanti base strutturali di questo sistema. E se noi non attacchiamo queste basi, che riguardano la famiglia, il lavoro, le discriminazioni, le morti, la repressione, ecc.; se non affrontiamo, distruggiamo questa struttura come facciamo a cambiare la cultura?  

Anche qui, è come se noi volessimo intervenire su un aspetto, certo importante, ma tutto il resto? Tutto il resto continua e vogliono sempre più peggiorarlo. Su questo la nostra forza è nella nostra unità, nell'essere tante, nel lottare...

E questo cambia anche la cultura. Per esempio, negli anni '70 di libri, di formazione ve n'era a bizzeffe, ma negli anni '70 si pose il problema della rivoluzione, si pose il fatto che bisogna rovesciare questo sistema, tutto non una parte. E allora, chiaramente, cambiarono le idee, la stessa cultura.  Questo è il processo anche oggi. 

Anche quando sento parlare di "patriarcato". E' vero che c'è. Però, momento, non vorrei che parlare di "patriarcato" è come se oggi c'è un residuo di questo patriarcato che viene usato da questo sistema, e quindi bisogna combattere il patriarcato e non il sistema. 

C'era una scrittrice che diceva: "...c'è nel femminicidio contemporaneo e nelle violenze contro le donne qualcosa di interamente nuovo (certo le donne anche nel passato sono state uccise, violentate, ma oggi la motivazione è diversa, è nuova - ndr) perchè nuova è la libertà che le donne rivendicano e a cui gli uomini devono abituarsi, e rallegrarsene se ne sono capaci, o rassegnarsi se non altro - e troppo spesso non si abituano ne si rassegnano e se ne vendicano. Non sono uomini all''antica, sono modernissimi uomini antichi mortificati, frustrati dalla libertà delle donne, che sentono come il furto della loro libertà, proprietà sulle donne...".

Questo vuol dire "moderno medioevo", vuol dire "moderno fascismo" che sta andando avanti, sempre più avanti, sta massacrando, modernamente, con armi moderne migliaia e migliaia di donne palestinesi, bambini palestinesi, Abbiamo parlato di fondi, ma questi fondi li stanno usando per mandare, anche il nostro governo, le armi che Israele usa per massacrare il popolo palestinese..."

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