giovedì 21 dicembre 2023

pc 21 dicembre - 3° Formazione Operaia - Lenin 'Che fare?' - commento su "Spontaneità e coscienza"

Il testo su "spontaneità e coscienza" era stato riportato il 30 novembre:

https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/11/pc-30-novembre-2-formazione-operaia.html

Il punto chiave segnalato da Lenin - che resta tutt'oggi assai difficile da comprende non solo dalle avanguardie operaie e proletarie ma soprattutto dai gruppi (partiti, organizzazioni) comunisti rivoluzionari comunque collocati e organizzati, cosa che influenza anche i compagni organizzati nelle fila dei comunisti autentici - e che la storia di tutti i paesi attesta, è il seguente "con le sue sole forze la classe operaia è in grado di elaborare soltanto una coscienza tradunionista, cioè la convinzione della necessità di unirsi in sindacati, di condurre la lotta contro i padroni, di cercare di ottenere dal governo determinate leggi necessarie agli operai, ecc.".

A rafforzare il concetto, vale anche la nota apposta da Lenin "Il tradunionismo non esclude affatto ogni politica, come talvolta si crede, ha sempre svolto una certa (ma non socialdemocratica) (oggi comunista - ndr) agitazione e lotta politica".

Questo è ancora più vero oggi di ieri in cui la stessa coscienza tradunionista è contaminata, i sindacati stessi sono nettamente peggiorati e sempre più subordinati a padroni, governo, Stato, ideologia dominante, e gli operai sono individualizzati, frammentati. Quindi ogni discorso che punta sul sindacato, fosse anche "di classe", come strumento della lotta politica rivoluzionaria è un'illusione, una perdita di tempo e un danno all'elevamento della coscienza di classe dei lavoratori, all'organizzazione politica della classe, cioè il partito comunista, strumento indispensabile della rivoluzione proletaria.

Per questo Lenin parla di "coscienza portata dall'esterno", e intende innanzitutto della dinamica

ordinaria della lotta sindacale. E Lenin aggiunge che fondamentalmente essa può essere apportata dall'intellettuale. Qui, ieri e soprattutto oggi, "intellettuali" vuol dire compagni, militanti organizzati in possesso degli strumenti teorici elaborati storicamente dal movimento operaio, vale a dire militanti marxisti-leninisti-maoisti. 

Ogni altra strada è fallita storicamente. 

Lenin successivamente storicizza questo processo che porta alla sua affermazione teorico-programmatica. Parla di quello che accade nel risveglio spontaneo degli operai, sempre necessario e indispensabile, per portare nella classe e nella lotta di classe il pensiero teorico comunista rivoluzionario che produce l'elevamento effettivo della coscienza degli operai in lotta; segnala il fatto che normalmente è la gioventù rivoluzionaria il vettore dentro questo risveglio o in connessione con esso, che contribuisce a formare i nuclei comunisti agenti nella lotta di classe e nella classe. 
E' naturale che questi compagni e la gioventù rivoluzionaria si occupino con zelo dell'agitazione economica e del sostegno alle lotte economiche di proletari. Ma, nello stesso tempo, e gli anni '70 lo hanno ampiamente confermato, questi militanti e la gioventù rivoluzionaria fin dall'inizio si assumevano o tendevano ad assumere i compiti politici - Lenin scrive: "fin dal principio avanzavano anche i più vasti compiti storici della socialdemocrazia russa in generale e in particolare il compito dell'abbattimento dell'autocrazia". "Fin dal principio" è questa la parola chiave. 

Gli economisti, gruppi che si definiscono comunisti rivoluzionari dicono invece "dopo": dopo che gli operai fanno la lotta economica, dopo che ci siamo radicati e dirigiamo la lotta economica, dopo che si è elevata la coscienza, ecc. ecc. Il punto è invece "fin dal principio"

I militanti comunisti, siano essi intellettuali o operai, proletari con una prima infarinatura teorico politica, comunista, oggi marxista-leninista-maoista, hanno come primo compito, quindi, quello di portare la coscienza dell'obiettivo politico di abbattere i governi e Stato del capitale, dall'esterno, organizzandosi per questo.

E' in questo che Lenin poi mette al centro lo strumento del giornale - chiaramente adeguato a quello che oggi va considerato "giornale", non solo la forma stampata, ma on line, ecc. "Giornale - dice Lenin - non strettamente locale e ancor meno economista, ma un giornale che cercava di unire la lotta degli scioperi al movimento rivoluzionario contro l'autocrazia e di attirare tutte le persone oppresse dalla politica di oscurantismo reazionario a sostenere la socialdemocrazia" (oggi i comunisti - ndr).

Il punto, che poi Lenin riprende, non è tanto che avanguardie operaie, militanti, compagni abbiano comunque cominciato dalla lotta economica, dall'appoggio e sforzo di integrarsi in essa, e che abbiano fatto anche molta esperienza su questo, ma quanto di non comprendere che questa fase è temporanea e che dal momento in cui si intende effettivamente costruire un'organizzazione comunista e realizzare i suoi compiti, perseverare con la stessa attività e soprattutto con la stessa mentalità diventa un difetto e allontana dai compiti rivoluzionari dei comunisti.

Successivamente Lenin segnala che una volta che si impugnano fin dal principio gli effettivi compiti storici e la pratica conseguente, non vuol dire che si riesce al primo tentativo e che in questi primi tentativi non possano pesare difetti ed inesperienze, impreparazione. Scrive Lenin: "poichè l'impostazione dei compiti era giusta, poichè c'era l'energia necessaria per fare reiterati tentativi di attuare questi compiti, i momentanei insuccessi non erano che un mezzo male. L'esperienza rivoluzionaria e l'abilità organizzativa sono cose che si acquistano basta che si abbia la voglia di elaborare in sè le qualità necessarie! Basta che si abbia la coscienza dei difetti, che nella causa rivoluzionaria equivale già ad una mezza correzione". Quindi, non è questo il problema. nelle circostanze storiche attuali, nello stadio attuale del movimento operaio e della lotta di classe. Assolvere ai compiti storici fin dal principio è difficile, richiede numerosi tentativi, passa da numerosi insuccessi, senza per questo cessare di essere l'unica strada possibile. 

Il problema vero è un altro. E Lenin lo dice con assoluta chiarezza "Ma il mezzo male divenne un male effettivo quando questa coscienza cominciò ad oscurarsi... quando comparvero uomini e persino organi socialdemocratici che furono pronti ad elevare il difetto a virtù e tentarono perfino di fondare teoricamente il proprio culto servile della spontaneità". Ciò vuol dire, organizzazioni, gruppi, compagni, avanguardie che giustificano, esaltano il primato della lotta economica, considerano la lotta politica come dipendente dalla lotta economica, e considerano che gli effettivi compiti politici rivoluzionari, il partito, l'agitazione e propaganda comunista come un dopo che non viene mai.

Ecco, questa Formazione operaia ha esattamente lo scopo di formare combattendo questa tendenza. 

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