Torino, definì i rom «zecche, esche per piranha». Per la Cassazione le invettive della leghista Povolo sono «discriminatorie»
A trascinare in Tribunale l'ex assessore d'Ivrea è stata l'Asgi: «Siamo soddisfatti». In primo grado e in appello i giudici avevano riconosciuto a Povolo la «libertà di espressione»
«Zingari, non rom, ma zingari di m…, zecche e parassiti capaci di spolpare tutto… che andrebbero usati come esche con i piranha… vi auguro calorosamente che cercando di rubare qualcos’altro una tagliola possa mozzarvi le mani…». È uno stralcio del post che la leghista Giorgia Povolo, 34 anni,
pubblicò nel gennaio del 2018 dopo un furto subito dal fidanzato. Cinque mesi dopo, la militante diventa assessore alle Politiche sociali del Comune di Ivrea e su di lei si scatena la bufera politica e giudiziaria. Non solo per quel post, ma anche per un secondo messaggio pubblicato ad aprile per la Giornata internazionale dei Rom, Sinti e Camminanti (in realtà sono i Caminanti, n.d.r.). Il linguaggio è esplicito: «Festeggiamo un popolo che proprio come dice la parola “nomade” dovrebbe muoversi continuamente, il vero risultato è che le zecche stanziano in campi abusivi dalla giovane età alla vecchiaia, vergogna».Invettive che ora rischiano di costare caro alla giovane leghista, che l’anno scorso ha esaurito il proprio mandato nel Comune eporediese. L’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione, patrocinata dagli avvocati Alberto Guariso, Livio Neri e Marta Lavanna) le ha fatto causa, accusandola di molestie a sfondo discriminatorio e razziale nei confronti dell’etnia Rom. I processi si sono celebrati davanti al Tribunale Civile: in primo grado e in appello i giudici avevano «assolto» Povolo. Ma ora un verdetto della Cassazione riscrive l’intera vicenda, mettendo in evidenza che quelle frasi sono «molestie discriminatorie», e rinvia a una nuova sezione della Corte d’appello per rivalutare la questione.
Nessun commento:
Posta un commento