Ennesimo incendio a Borgo Mezzanone
Dopo la morte di Queen e Ibrahim la notte del 23 gennaio, giorni fa a Borgo Mezzanone è divampato un incendio che ha distrutto una baracca. Nonostante gli abitanti dell'ex pista abbiano chiamato i soccorsi, questi non sono mai arrivati. La persona che ci viveva ha perso la casa e i documenti che lì custodiva ed è attualmente in ospedale perché si è bruciata la mano e ferita una parte del volto. Questa è la quotidianità per chi vive in queste condizioni, soprattutto in inverno dove nell'insediamento di Borgo Mezzanone l'elettricità salta ogni due ore ed è impossibile trovare un modo per scaldarsi. Ma questo è noto a tutti da un po', nonostante le sfilate istituzionali e para-istituzionali arrivino soltanto quando ci scappa il morto.
La soluzione perché nessuno viva e muoia in queste condizioni è permettere che tutt abbiano i documenti e di conseguenza possano anche avere una casa. Non è difficile capirlo, e chi silenzia e reprime le lotte di chi chiede questo da anni è complice di questo sistema di morte e sfruttamento. Adesso basta
Comitato Lavoratori delle Campagne
Borgo Mezzanone: Sappiamo chi è Stato, giù le mani da chi vive nei ghetti.
Come sempre accade in questi casi, le prime reazioni alla notizia dell’ennesima morte in un ghetto sono
l’incredulità e lo sgomento. Chi vive in queste condizioni sa benissimo che la sua vita è appesa a un filo, e che potrebbe capitare a chiunque di morire come questa volta è toccato a Queen e Ibrahim (Soldier per gli amici), intossicati dalle esalazioni di un braciere che usavano per scaldarsi.Ma chi vive o ha vissuto in un ghetto sa altrettanto bene di chi sono le responsabilità: di chi lascia che le persone vivano senza elettricità né riscaldamento, senza documenti né acqua corrente, costretti a costruirsi un alloggio di fortuna e a subire innumerevoli umiliazioni nella speranza di sopravvivere e magari mandare i soldi a casa. Insomma, la colpa è di governo e padroni: si parla di centinaia di milioni di fondi PNRR, come prima si è fatto con altri finanziamenti, per superare i ghetti, ma sappiamo che senza regolarizzare chi non ha i documenti tutto è vano. E sappiamo che “superare i ghetti” nel linguaggio della politica significa semplicemente crearne di più controllati (ma di certo non più sicuri o vivibili), dando soldi agli amici degli amici.
Questo non significa però che chi vive in un ghetto subisca in silenzio, né che si faccia strumentalizzare come spesso associazioni, sindacati e partiti provano a fare, presentandosi solo quando “scappa il morto” e cercando goffamente di attestarsi come portavoce delle rivendicazioni di coloro che, in realtà, le portano avanti autonomamente da anni - ostacolati da quegli stessi che oggi si presentano come amici e solidali.
Ora basta! Non dimentichiamo, non perdoniamo. Case, documenti e contratti per tutt*! Un abbraccio alle famiglie e agli amici di chi oggi non c’è più. Rest in power.
Campagne in lotta
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