dal sito formiche;
Gli Stati Uniti e l’Italia amplieranno la cooperazione nell’addestramento alle operazioni di mantenimento della pace e di stabilità attraverso la nuova Peace and Stability Training Partnership. I due alleati mirano a raddoppiare la creazione, la condivisione e l’implementazione del know-how per operazioni di peacekeeping efficaci e per la transizione dal conflitto alla stabilità
il direttore del Centro d’eccellenza italiano per le unità di polizia di stabilità (Coespu) generale Giovanni Pietro Barbano, e il colonnello Jay Liddick, direttore dell’Istituto per le operazioni di pace e stabilità dello US Army (Pksoi), presso l'Ambasciata italiana a Washington DC, hanno apposto la loro firma su una dichiarazione congiunta che rafforza la collaborazione tra i due enti.
Dottrina e addestramento
L’accordo stipulato ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente una dottrina e un programma di addestramento tesi ad ampliare ulteriormente la base di conoscenze di entrambe le organizzazioni, e di incrementarne la sinergia e, di conseguenza, la capacità di operare insieme delle unità formate dai due
centri. Queste, infatti, dovranno essere in grado di agire in scenari di instabilità e lavorare per instaurare o potenziare le autorità incaricate della sicurezza e controllo civile, sulla costruzione dello stato di diritto e sulla protezione dei civili.“Pksoi e Coespu sono organizzazioni di nicchia con mandati simili che migliorano le capacità di combattimento e al contempo assicurano che le forze siano in grado di condurre la sicurezza pubblica transitoria quando le operazioni passano dal combattimento o dal conflitto alla governance locale”, ha concluso Liddick.
Perché serve l'"esperienza" dei carabinieri italiani per l'esercito USA?
I carabinieri italiani agiscono nell'ambito dell'occupazione militare NATO sotto l'ONU in Kosovo con l'Unità Multinazionale Specializzata che ha sede a Pristina.
L'unità fornisce alla KFOR la capacità per le operazioni di sicurezza, compresi l'ordine pubblico e il controllo delle sommosse e la raccolta e la valutazione delle informazioni di intelligence criminale. Fornisce inoltre consulenza, formazione e supporto alle forze di polizia locali.
Il nucleo dei Carabinieri è sempre stato schierato nella parte settentrionale del Paese, caratterizzato da una forte presenza di etnia serba, e soprattutto nella città di Mitrovica, dove si sono concentrate le proteste.
Anche KFOR Intelligence, il battaglione di sorveglianza e riconoscimento della missione, di stanza a Pristina, è comandato da un ufficiale dell'Esercito Italiano, il tenente colonnello Fabrizio Naso. E altri novanta militari, provenienti dalle Forze Armate e dai Carabinieri italiani, sono di stanza presso il quartier generale della Nato a Pristina. Un Liaison Monitoring Team a guida italiana fa anche parte del Regional Command East a guida Usa, che opera nella capitale.
Queste "organizzazioni di nicchia", come li chiamano, li abbiamo visti in azione nella sanguinosa repressione a Genova nel G8:
A Genova comandava, direttamente dalla zona Fiera, il generale Leso. Fondatore e capo in Bosnia e Kosovo delle Msu, Multinational Specialized Unit, la polizia internazionale finanziata dalla Nato, era anche a capo della seconda brigata mobile dell’arma, con lo scopo di addestrare e coordinare i reparti in missione di guerra. Tra i suoi uomini, parà Tuscania, teste di cuoio dei Gis e Ros. Con Leso ci sono Cappello, oggi maggiore, e Truglio: nel 1994 sono tutti insieme in Somalia e vengono citati nel memoriale Aloi fra «gli autori o persone informate delle violenze perpetrate contro la popolazione somala».
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