La Lombardia della borghesia imperialista quella della pandemia trasformata in strage, della crisi dove aumentano i profitti e le persone sotto la soglia di povertà, che ora si aggrava con l’economia di guerra scaricata sui proletari con lavoro precario, morti sul lavoro, sanità privata, aumento dello sfruttamento e del caporalato, inquinamento e devastazione del territorio.
Con Fontana/Salvini che annunciano pure la possibilità di una centrale nucleare per dare energia e difendere l’economia dei padroni.
Mentre il PD da un lato difende l’invio di armi del governo Meloni come “dolorosa necessità” e dall’altro parla di aprire una via diplomatica usata come propaganda elettorale per la ricostruzione.
Nonostante quanto affermano le belle anime ex Cgil come Mario Agostinelli (porto Alegre-social forum), non è con il voto a Majorino che si mette un granello nell’ingranaggio della guerra e secondo noi neanche Unione popolare con la sua candidata alle regionali Ghidorzi che si professa "Radicale, ma non ideologica”, quando il problema è proprio ideologico: anche perchè non ci può essere pace e giustizia sociale senza “distruggere le classi ed edificare il socialismo” e quindi senza la guerra degli oppressi contro gli oppressori, per cui il problema non è solo no alla Nato.Il problema non è la difesa o il miglioramento del sistema "democratico" Europeo ma la mobilitazione operaia e popolare contro il governo della guerra che difende gli interessi dei padroni imperialisti italiani, Leonardo, Eni, etc.
Per questo serve rafforzare la strada per un fronte unico di classe contro guerra e carovita, alternativo alle illusioni riformiste, pacifiste e elettorali. Ne parliamo sabato all’assemblea proletaria Anticapitalista del 18 febbraio a Roma.
Dalla stampa:
L'Ucraina, l'Europa e la lobby degli armamenti di Pierfrancesco Majorino
Credo si debba insistere sulla strada politica e diplomatica come quel tentativo esplicitamente “disperato” per guadagnare una tregua, avviare un processo di pace e procedere, un giorno, verso la ricostruzione
La guerra di Putin sta producendo morte e distruzione. L’invasione a cui si assiste è molto di più un
conflitto “insensato”: è una strada senza ritorno destinata a modificare la storia. Le azioni messe in atto sin qui da parte della comunità internazionale, a partire da un potente sistema di sanzioni, magari ancora da inasprire, hanno rappresentato una risposta corale significativa e altrettanto si può affermare per quella dolorosa necessità costituita da alcuni rifornimenti, di armi e strumenti di difesa, al popolo ucraino. Proprio quel popolo sta dimostrando una capacità di resistere straordinaria e certamente inizialmente sottostimata.----------------
Al voto una Lombardia fabbrica di armi e testa di lancia della destra
Mario Agostinelli sul manifesto
La guerra, perché la società e la struttura economica della Lombardia, sede dell’arsenale Nato militare e soprattutto nucleare, oltre che del più nutrito settore di produzione militare aerospaziale e delle armi leggere, non ne sono affatto estranee. Qui Leonardo conta su sette unità produttive di elicotteri, velivoli, droni per le guerre. In termini di fatturato è la prima impresa militare nella Ue. Vende caccia all’Arabia Saudita, per far stragi di civili in Yemen, mentre gli elicotteri Agusta sono usati dalla Turchia contro i Curdi. C’è da chiedersi: cosa stiamo inviando da qui in Ucraina, visto che gli elenchi sono secretati?
I cacciabombardieri F35 A vengono dispiegati a Ghedi (Brescia) per il trasporto di 40 bombe termonucleari B61-12 in sostituzione delle B61-3 e 4. Le nuove bombe sono la prima arma nucleare adattabile a rese diverse, da 0,3 a 50 chilotoni e possono avere sia un uso tattico, sia arrivare ad esplodere sotto la superficie terrestre con una resa equivalente ad 83 bombe di Hiroshima.
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L’esempio della Leonardo, studio Prometeia 2022:
in Lombardia la filiera ha creato valore per 2,7 miliardi e 30mila occupati
L’ecosistema di Leonardo è composto da oltre 4mila aziende, delle quali l’87% sono Pmi, con più di 125mila occupati complessivi, e genera lo 0,6% del Pil italiano, grazie a 10 miliardi di euro di valore aggiunto. È il ricco contributo sul territorio dell’azienda attiva nei business degli elicotteri, dei velivoli, dell’elettronica e della cybersecurity secondo lo Studio Prometeia 2022 (relativi all’anno 2021). A livello nazionale, l’azienda sviluppa ricavi per 9,5 miliardi di euro, impiegando oltre 31mila addetti, ed esporta il 75% della produzione che, nel 2021, vale l’1,4% di tutte le esportazioni di beni in Italia.
Stringendo invece lo sguardo all’ecosistema produttivo della Lombardia, l’azienda è descritta come “il fulcro di una filiera che complessivamente contribuisce al Pil regionale con circa 2,7 miliardi di euro, pari allo 0,8% del totale (+28% rispetto al 2018)”. Il valore, si legge nel dossier, porta la Lombardia in cima alla classifica in Italia per incidenza sul Pil prodotto a livello regionale da Leonardo e ogni euro di valore aggiunto creato dall’azienda genera, in media, due euro addizionali sul territorio.
Profumo (ad Leonardo): “Impegnati a valorizzare l’ecosistema produttivo”
“Siamo costantemente impegnati nel migliorare gli strumenti per valorizzare l’ecosistema produttivo dei territori dove operiamo, concentrandoci, in primis, sullo sviluppo di una filiera sostenibile sul lungo periodo in grado di supportare la crescita occupazionale, delle competenze e dell’innovazione tecnologica dell’intero sistema domestico: le iniziative di Leonardo a sostegno della filiera sono leve competitive a vantaggio della sicurezza e dello sviluppo del Paese”, ha affermato Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo.(Mario Agostinelli l’anima bella dei social forum e portoalegre)
Lo Studio Prometeia 2022 su Leonardo
Dai risultati dello Studio Prometeia 2022 emerge come 10 occupati di Leonardo in Lombardia sostengono, in media, ulteriori 33 occupati addizionali per un totale di 30mila addetti dell’ecosistema locale, valore cresciuto del 30% rispetto al 2018. La Regione è inoltre quella in cui il valore degli investimenti nelle attività di Ricerca & Sviluppo dell’azienda è maggiore, raggiungendo i 382 milioni di euro, pari al 9,6% su base totale regionale.
Nella Regione, il Gruppo è presente con sei sedi principali, tra Varese, Brescia e Nerviano – attive nei business degli elicotteri, dei velivoli, dell’elettronica e della cybersecurity – per oltre 7.000 addetti impiegati; grazie alla presenza di Leonardo, il territorio lombardo è tra i pochi al mondo a poter vantare una capacità velivolistica completa, sia nell’ala fissa che nell’ala rotante, oltre a competenze avanzate in ambito spaziale.
Il valore di Leonardo per l’Italia
Su base nazionale, il moltiplicatore del valore aggiunto di Leonardo è pari a 2.9: significa che per ogni singolo euro generato dal Gruppo se ne creano ulteriori 1.9 addizionali per l’intera economia italiana. Venendo al moltiplicatore dell’occupazione, questo si attesta a 3.9: dieci occupati nel Gruppo sostengono, in media, ulteriori 28 occupati addizionali nell’economia, con lo 0,4% dell’occupazione nazionale sostenuta da Leonardo e dalla sua filiera.
Rispetto al 2018, lo studio sottolinea come l’impatto totale delle attività del Grupp sull’economia italiana sia cresciuto del 18%, in termini di valore aggiunto prodotto, e del 16%, in termini di occupati: il risultato è frutto di una espansione delle attività dirette del Gruppo e degli acquisti presso la propria supply chain italiana.
Spada: “Aerospazio settore strategico per tutto il territorio”
“L’aerospazio gioca un ruolo importante nel nostro territorio, grazie a un ecosistema industriale fatto di filiere, relazioni con imprese e università, tecnologie all’avanguardia, investimenti in ricerca e sviluppo, attenzione alla sostenibilità”. Lo ha detto Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, a margine dell’evento “La filiera dell’aerospazio, difesa e sicurezza in Lombardia”, organizzato da Assolombarda, Confindustria Lombardia e Leonardo, in collaborazione con Lombardia Aerospace Cluster.
“Basti pensare che il Gruppo Leonardo, in Lombardia, contribuisce allo 0,8 % del Pil, con oltre 30mila occupati se consideriamo le filiere – ha proseguito Spada -. Questi dati testimoniano il peso dell’aerospazio e sono il motivo per cui va considerato come settore strategico per il Paese. Inoltre, stiamo parlando di un’industria che, insieme alle sue filiere, rappresenta un acceleratore per tutto l’ecosistema produttivo in termini di innovazione, elemento imprescindibile della competitività e salute di un Paese”.
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