Il governo Meloni si allarga al Golfo nella ricerca di un "posto al sole" di fascista memoria nella contesa interimperialista nell'area strategica del Mediterraneo allargato. Ma di "strategia" nella sua politica estera c'è il nulla, ci sono solo gli affari per i padroni, dall'ENI a Leonardo a Fincantieri, ai produttori di armi, che supportano il ruolo da comprimario della borghesia imperialista italiana all'ombra dell'imperialismo USA, in un'area di possibili sviluppi bellici nella contesa contro Russia, Cina ed Iran. Un ruolo, quello portato avanti da questo governo, che, senza alcuna opposizione parlamentare (anzi, il PD è in piena sintonia sulla politica estera e difesa e i 5S sono ancora non pervenuti: si ricorderanno che, quando erano al governo con il governo Conte, avevano revocato le licenze di esportazione delle bombe della RWM Italia usate contro le popolazioni civili nello Yemen?), rafforza legami con regimi sanguinari, reazionari, puntelli dell'imperialismo, e con lo stato terrorista israeliano, per comprimere il potenziale di rivolta delle masse arabe, sempre più schiacciate da crisi economica (peggiorata con le conseguenze della guerra in Ucraina) e repressione.
In questo quadro si inserisce la visita del ministro Crosetto negli Emirati Arabi Uniti.
da Agenzia nova: Crosetto può “fare leva sui suoi buoni rapporti con interlocutori semi-istituzionali
nell’industria della difesa – come ad esempio Leonardo – e beneficiare dei contatti formali e informali” instaurati dall’azienda con le “monarchie del Golfo ed in particolare con gli Eau dopo la crisi diplomatica scatenata sotto il ministero di Luigi di Maio” (che, nel giugno 2021, aveva revocato l'export di missili e bombe d'aereo utilizzati nella sanguinosa guerra dello Yemen da parte degli Emirati e dall'Arabia Saudita)."L’italiana Leonardo ha infatti una sede ad Abu Dhabi. “La collaborazione con il Paese del Golfo riguarda elicotteri, sistemi di difesa avanzati, partnership tecnologiche e corsi di alta formazione, con l’obiettivo di “affrontare le sfide del futuro”, si legge sul sito dell’azienda italiana. Circa il 90 per cento della flotta aerospaziale Vvip degli Emirati Arabi Uniti è costituita da elicotteri fabbricati da Leonardo e le forze armate del Paese sono state equipaggiate con tecnologie di Leonardo sin dagli anni 70.
Anche Fincantieri vanta una presenza decennale nel Paese del Golfo, che dura dal 2008. La Marina emiratina dispone di una corvetta classe Abu Dhabi di 90 metri di lunghezza e due pattugliatori classe Falaj 2, consegnate nel 2013. Nel dicembre 2021, poi, il Fondo sovrano emiratino Mubadala Investment Company e il gruppo cantieristico italiano hanno firmato un memorandum di intesa volto ad “avviare potenziali collaborazioni nel campo delle tecnologie avanzate e dei servizi nei settori navale, marittimo e industriale”.
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