sabato 20 agosto 2022

pc 20 agosto - Contro la guerra imperialista - contro USA/Nato/Europa/Italia e ogni imperialismo - contro gli F35 ovunque

“In Italia in arrivo altri F35? Non porteranno lavoro, è solo una follia”

Don Renato Sacco, ex coordinatore di Pax Christi, analizza la notizia dell’acquisto di nuovi velivoli che saranno in parte prodotti a Cameri, nel Novarese

Nei giorni scorsi un contratto per la fornitura di 18 nuovi velivoli F35 all’Italia è stato firmato tra il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il costruttore Lockheed Martin che in Italia si avvale della forza lavoro, coordinata da Leonardo a Cameri, Foggia, Nola, Venegono Superiore, Torino-Caselle.

Entro il giugno 2025 entreranno in linea di volo nei reparti dell’Aeronautica militare e della Marina i caccia di ultima generazione.

Altri F 35 in arrivo per Aeronautica e Marina: don Renato Sacco, ex coordinatore di Pax Christi, cosa ne pensa?

«Dovrei usare le parole di Papa Francesco che di fronte alla scelta di alcuni Paesi di portare al 2% le spese militari ha detto “Sono pazzi!”. E’ una follia. O potrei aggiungere le parole pronunciate sempre dal Papa a Bari, 2 anni fa, quando definì “grande ipocrisia” quella delle nazioni che a parole sostengono la pace e poi vendono e comprano armi».

l2 L’altro lato della medaglia è che la loro costruzione porta posti di lavoro. Condivide?

«Per niente, contesto in toto questa affermazione. Quanto denaro è stato investito nel sito di Cameri per farlo funzionare? Quanto si investe ancora oggi? Dividiamo queste cifre per i posti di lavoro effettivamente assegnati e vedremo che il costo pro capite per posto è molto più elevato di quello degli altri settori non militari. Gli unici a guadagnarci sono i produttori».

l3 La classe politica si è accorta di questo?

«Assolutamente no. O meglio è complice, succube. Basta guardare ai programmi elettorali dei partiti: la parola pace è usata in modo retorico, azzerata del suo significato, ci si guarda bene dal suggerire la diminuzione di spese militari. Per questo vivo tra indignazione e rassegnazione e quest’ultima non è accettabile». 

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