Comitato Lavoratori Delle Campagne
SAN SEVERO (FG): ANCORA INCIDENTI MORTALI, ANCORA AGGRESSIONI RAZZISTE
A San Severo, come nel resto della provincia di Foggia, le persone immigrate rischiano la vita tutti i giorni, come loro stesse denunciano da anni.
Il 6 agosto sulla statale 16 fra Foggia e San Severo è avvenuto l’ennesimo incidente mortale che ha visto come vittima un lavoratore immigrato mentre tornava da lavoro in bicicletta. Era ghanese, e il suo nome era Thomas, ma tutti lo chiamavano Koffi.
La letalità della Statale 16, e di tutte le strade della Capitanata, è cosa ormai nota, e non solo per gli incidenti. Questi mesi sono stati costellati di attacchi razzisti a lavoratori che si recavano al lavoro all’alba. Soltanto pochi giorni fa, sempre nella zona di San Severo, un lavoratore immigrato è stato attaccato da una macchina che lo ha speronato apposta facendolo cadere dalla bicicletta mentre andava a lavoro. Stessa dinamica di tutte le aggressioni razziste avvenute ai danni dei lavoratori di Foggia nell'ultimo mese.
La morte di Koffi, e di tanti altri prima di lui, viene raccontata come una fatalità ma a causarla è stato invece lo stesso razzismo che genera gli attacchi ai lavoratori che si recano ai campi e che, allargando ancora lo sguardo, è lo stesso razzismo che ha ucciso Alika a Civitanova, lo stesso razzismo di leggi sui
documenti create ad arte per costringere i lavoratori e le lavoratrici immigrate in una condizione di perenne sfruttamento e marginalità.Lo stesso razzismo che permea quel sistema dell’accoglienza che sulla pelle dei migranti realizza tutti i suoi guadagni e per alimentare il quale, anni fa, le istituzioni pugliesi hanno pensato fosse una buona idea creare, proprio sulla Statale 16, in un punto in cui le macchine passano ad altissima velocità e senza collegamenti verso i luoghi di lavoro, un campo container (sia mai delle case!) per l’accoglienza dei lavoratori, la tanto sbandierata Casa Sankara. Ovviamente si tratta di dinamiche che attraversano un paese intero e non risparmiano nessuno: mentre venivano spostati come pacchi dall'hotspot di Lampedusa ad altri centri di accoglienza, ieri 15 richiedenti asilo sono rimasti feriti in un incidente lungo l'autostrada vicino a Firenze.
Intanto a Roma, nel quartiere di Torpignattara, continuano minacce e intimidazioni razziste volte a impedire l'autorganizzazione degli abitanti del quartiere, immigrati e italiani, che da mesi sono in strada per rivendicare uno spazio per tutt.
Tutti questi sono tentacoli del razzismo dello stato e del sistema produttivo. Possono apparire diversi, ma nascono tutti dallo stesso corpo. Ci stringiamo ai fratelli e sorelle di Koffi, agli amici della persona aggredita, a tutte le persone ferite.
Nelle città, nei paesi, nei quartieri, nei ghetti, ricominciamo a difenderci e a lottare senza paura.
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