mercoledì 17 agosto 2022

pc 17 agosto - Il lavoro sulla nostra storia: il Pcd'I, Antonio Gramsci - 1° Parte: A cosa serve questo lavoro

Questo lavoro, che abbiamo fatto in questi due anni sia all'interno con i compagni, compagne di proletari comunisti-PCm, sia all'esterno con incontri seminariali telematici e Formazione operaia, è necessario oggi per la costruzione del Partito comunista marxista-leninista-maoista. 

E' un lavoro tuttora in essere, in particolare sul grande contributo/lotta teorica, ideologica, pratica di Antonio Gramsci, espressasi essenzialmente nelle fondamentali "Tesi di Lione". Il lavoro innovativo di applicazione alla realtà concreta dell'Italia del marxismo-leninismo fatto da Gramsci negli anni del carcere è da noi considerato incompiuto, e in cui principale è separare le successive interpretazioni, utilizzi a fini riformisti, dai contributi di potenziale "pensiero specifico".       

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Stralci dal lavoro di studio e dibattito - 1° - PREMESSA

La riflessione e attraversamento storico, politico e ideologico del movimento comunista nel nostro paese ci serve a porre le basi ideologiche, teoriche, programmatiche, politiche e organizzative e di radicamento nell'avanguardia operaia e proletaria che renda merito a chi ci ha preceduto in questa gigantesca epopea di costruzione del partito della rivoluzione, il partito per il comunismo nel nostro paese, con l'obiettivo esplicito di ricostruirlo.

L'obiettivo di breve e medio periodo è costituire il nucleo di questo partito, un nucleo dei compagni più avanzati, temprati nella lotta, ferrati in ideologia, politica e programma, che permetta di condurre, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, questa impresa storica a cui vogliamo partecipare.

Coloro che hanno lavorato per la ricostruzione del partito vanno considerati pionieri di tentativi fondamentalmente falliti. Siamo obiettivamente di fronte a una situazione descritta da Marx a fronte dei fallimenti delle rivoluzioni, quando Marx diceva che non è la rivoluzione che ha fallito ma i tentativi, i progetti incarnati che hanno cercato di di realizzarla, che erano figli di illusioni e progetti che, alla fin fine, non appartenevano alla classe operaia, al proletariato. Quindi bisogna oggi liberarsi di queste "illusioni" per poter realmente intraprendere il processo di costruzione del Partito Comunista in un paese imperialista come il nostro, in stretto legame con quando avviene nel mondo, dove tanti altri compagni, in alcuni paesi lavorano per costruire il partito, per sviluppare la rivoluzione e per ricostruire una internazionale comunista all'altezza dei tempi.

Gramsci nel dicembre del 27 dichiarò “mi sono convinto che anche quando tutto pare perduto bisogna mettersi tranquillamente all'opera, ricominciando dall'inizio “. Ecco, noi ci sentiamo

vicini a questa situazione descritta da Gramsci nel considerare il lavoro che occorre fare nel nostro paese per ricostruire il partito.

Quando diciamo noi, però, non intendiamo celebrare noi, il gruppo proletari comunisti impegnato nella costruzione del PCm e trasformare la storia del movimento comunista in storia di piccoli gruppi, anche se la fase dei gruppi e dei piccoli gruppi è quasi oggettiva. Quel "noi" vuol dire sempre il movimento comunista in quanto tale, il proletariato in quanto tale, in marcia per costruire il suo partito la sua rivoluzione.

Noi pensiamo che la costruzione oggi del Partito comunista è una necessità oggettiva e che i compagni, i proletari più coscienti devono prestare la massima attenzione a considerare questa necessità oggettiva che si basa su dati di fatto.

Nessuna vittoria, nessuna conquista in questo paese è stata ottenuta senza un partito comunista. Di solito si dice senza la lotta. È evidente che la lotta è il centro dell'azione dei comunisti ma non è la lotta in sé che produce conquiste e risultati, ma storicamente è la lotta guidata dai comunisti che ha portato alle vittoria del proletariato. L'esistenza del Partito Comunista non è una cosa in più, è la sostanza della possibilità stessa che le lotte degli operai, dei proletari possano ottenere queste vittorie, queste conquiste, e le hanno ottenute.

Su scala mondiale hanno ottenuto tre grandi vittorie, qualunque sia stata la durata di esse: la vittoria della Comune di Parigi, la vittoria della grande Rivoluzione d'Ottobre, la vittoria della rivoluzione cinese fino alla sua tappa finale della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. E indubbiamente queste vittorie, in particolare le ultime due, sono state ottenute grazie alla guida a all'esistenza di un partito comunista.

Anche tutta la storia del nostro paese è fatta di questo. Quando c'erano i comunisti, per usare una frase stupidamente utilizzata quasi in forma ironica dalla stampa borghese, effettivamente le condizioni della classe operaia, delle masse popolari erano migliori, effettivamente le lotte avevano degli obiettivi più corrispondenti ai loro bisogni e interessi, effettivamente ci sono state conquiste sociali, politiche, ci sono state vittorie straordinarie, come è stata la Resistenza antifascista che ha spazzato via fascisti e nazisti. I proletari e la classe operaia hanno avuto una forma organizzata per costruire la propria forza collettiva contro i padroni, i governi il sistema. Hanno costruito momenti di straordinaria solidarietà e unità, una crescita della loro coscienza non solo politica ma anche civile e umana.

Nessuno che abbia un minimo di onestà intellettuale, nonostante tutta la confusione mentale e la demagogia da cui può essere influenzato, può negare questo dato di fatto, che ogni vittoria e conquista del proletariato, anche nel nostro paese, piccola o grande che fosse, è stata ottenuta grazie alla guida, all'esistenza del partito comunista.

Certo, non bisogna enfatizzare troppo la linea e la strategia che hanno guidato in certe fasi questo partito, che in alcune fasi sono state negative, ma ciononostante l'esistenza stessa del partito comunista è stata in grado di dare ai proletari un'arma in più, il valore aggiunto che ha permesso alla loro lotta di ottenere conquiste. Si può dire che il declino storico delle conquiste, delle vittorie possibili del proletariato coincidono con il declino storico, fino alla sparizione, all'autoliquidazione del Partito Comunista e che quindi proprio a metà degli anni settanta, o alla fine di essi, sia cominciato quel lungo inverno in cui non si sono più avute vittorie, conquiste ma semplicemente sconfitte, perdita dei diritti acquisiti, da quelli elementari sui posti di lavoro e sul territorio a quelli più generali.

Se oggi noi appariamo quasi impotenti, affidati alle energie generose di pochi compagni, di poche realtà di lotta, è evidente che questo dipende dall'assenza di un partito comunista, di strutture organizzate radicate tra le masse, organizzazioni di massa che siano  rappresentative di esse e non parte del panorama della conciliazione con gli interessi dei padroni e dei governi della borghesia.

Quando noi riflettiamo su questo, capiamo che in realtà se non diamo energia e forza se non troviamo il bandolo della matassa per costruire un partito comunista, è scontato che le nostre condizioni peggioreranno, è scontato che pagheremo un prezzo ancora più alto che oggi alla pandemia, alla crisi e domani anche all'ipotesi di un nuovo devastante conflitto mondiale.

Quindi, per quanto sia difficile e penoso riaffermare ciò che dice Gramsci: “mi sono convinto che anche quando tutto pare perduto bisogna mettersi tranquillamente all'opera, ricominciando dall'inizio“, ebbene è questo che ci tocca, se non risolviamo questo problema, le energie che "sprechiamo" lodevolmente nella trattazione, nell'affrontare gli altri problemi sono destinate ad essere energie perdute, insufficienti a raggiungere sia risultati immediati che risultati strategici.

In questo grande compito, è necessario analizzare la storia del nostro partito, il nostro partito storico, vale a dire la storia del Partito Comunista in maniera onesta, seria, disinteressata, senza timore di guardare agli errori, ai limiti, perché errori e limiti sono stati in generale in buona fede, ma non per questo essi possono essere assolti.

Dice Lenin che senza analizzare gli errori politici del nostro movimento noi non siamo seri. Lenin ha più volte ribadito che le sconfitte educano più delle vittorie a costruire nuovi avanzamenti. Mao in una delle sue affermazioni lapidarie con cui era solito esprimere il "buon senso" dell’ideologia comunista diceva: fallire, riprendere, fallire ancora, riprendere ancora il cammino è l'unica via che porta alla vittoria. Ciò non tanto per fare l'elogio dell'errore e consolarci ma perché quotidianamente siamo chiamati a processi critici autocritici, di analisi dei fatti per vedere là dove sbagliamo e correggere i nostri errori. Siamo chiamati a misurarci con quella che è stata la storia concreta del movimento comunista, attraverso le pagine rosse, ma anche nere, per potere oggi come diceva Gramsci, metterci tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio.

"Nucleo d'acciaio" non significa un piccolo gruppo di compagni, anche se è fase necessaria quella di un piccolo gruppo di compagni, significa una forza coesa, compatta ideologicamente, politicamente temprata, unita sul programma, sul metodo, sullo stile di lavoro, sulla concezione del mondo e sul modo con cui si rapporta alla dinamica effettiva della lotta di classe dei proletari e delle masse e della lotta di classe che attraversa l'insieme delle classi sociali, il loro rapporto con lo Stato in un sistema capitalista imperialista come il nostro sempre dentro la dimensione mondiale.

In questo senso parliamo ora di un partito piccolo. "Piccolo" non vuol dire senza grandi prospettive, ma è bene lavorare per la formazione dei quadri, è bene lavorare per la conquista delle avanguardie, è bene lavorare perché i giovani che scendono in campo - una parte di essi si definisce comunista e siamo strafelici di questo, un'altra parte no ma combatte nelle strade ogni volta che ne ha l’occasione - possa contare su un “bagno di sangue” non in senso stretto ma ideologico, politico e pratico, che permetta una forza materiale che, per tappe, sia in grado di rovesciare gli attuali rapporti di forza e guidare il movimento reale del proletariato - che non inventiamo noi comunisti ma c'è nella società è nella realtà, con i suoi limiti – per costruire quel circolo virtuoso di un'avanguardia che si tempra nella lotta e un movimento che attraverso la lotta si educa in una prospettiva che guarda all’assalto al cielo, l’assalto per rovesciare il potere politico statale della classe dominante, impossessarsene per costruire uno Stato di dittatura del proletariato, in cui il proletariato comandi per davvero - questo significa dittatura del proletariato. Per comandare per davvero il proletariato ha bisogno di essere strutturato e organizzato, di avere i suoi organismi di potere, ed esercitare questo suo potere per rispondere alle esigenze dell'intera umanità che nel proletariato trova la sua classe di riferimento per liberarsi dalle catene dello sfruttamento, oggi diremmo anche dell'orrore del sistema imperialista e capitalista.

Quindi la costruzione di un nucleo d'avanguardia è in grado di costruire il partito. Questo nucleo d'avanguardia deve fare leva sulle proprie forze ma deve attingere a tutte le energie che ci sono nella realtà delle lotte e a tutte le energie dei comunisti che esistono anche in questo paese Ma a tutti va richiesto di essere coerenti nella teoria e nella pratica, di trasformare se stessi, perché così come siamo non andiamo da nessuna parte, lo sappiamo tutti molto bene, anche se in forma autistica cerchiamo di non pensarci.

(CONTINUA)

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